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L'Unione informa |
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30 aprile 2009 - 6 Yiar 5769 |
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alef/tav |
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Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma |
Influenza
suina parte due. Trattandosi di qualcosa connessa con il maiale, i
commenti religiosi non sono mancati. Già ne abbiamo parlato in questa
sede lunedi. Ma il dibattito continua. Sulla Stampa oggi è stato
scritto che "per gli ebrei il divieto alimentare (del maiale) non
implica di per sè alcun giudizio etico". Errore. Anche se il giudizio è
marginale rispetto al divieto, nel senso che è una sua interpretazione,
di questi giudizi è piena la tradizione: qualcuno spiega il divieto del
maiale considerando il maiale modello di negatività. Il problema non è
quello di negare queste spiegazioni, ma cosa farne. Già nel mondo
islamico qualcuno si è precipitato a lodare la saggezza coranica che
proibisce il maiale. Qualcuno lo farà anche da noi per la Torà. Lo
stesso grande Maimonide ammetteva una spiegazione igienica (che non è
la stessa cosa di quella morale) per alcuni divieti alimentari. Ma di
malattie ce ne sono tante, che possono fare a meno dei maiali per
diffondersi, o possono avere "ospiti" e diffusori "puri". Poi ci sono
le interpretazioni dei divieti, che possono essere igieniche,
economiche, morali, storiche ecc. E chi ha un impegno di vita ispirato
alla religione deve osservare le regole (anche se non sono spiegabili),
comportarsi eticamente e stare attento a proteggere la salute sua ed
altrui con i mezzi che la scienza e la ragione ci hanno dato.
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Nello
svolgimento del mio lavoro è fondamentale studiare la stagionalità dei
consumi dei prodotti. La pubblicità per una crema solare partirà a
giugno, i panettoni iniziano a comunicare a metà novembre. Esistono poi
dei prodotti senza stagionalità: è il caso delle neo mamme. Non c'è un
momento dell'anno in cui sono più sensibli. Nel momento in cui
rimangono incinte, le donne (e i loro compagni) si accostano a un mondo
che prima di allora non li aveva minimamente interessati e scoprono
fasciatoi, pannolini, carrozzine. Si tratta di prodotti che sono sempre
in lancio. Recentemente mi sono imbattuto sui dati 2009 dell'Unaids, il
programma congiunto delle Nazioni Unite sull'Aids. A fronte di una
riduzione di nuove infezioni che sono passate da 3 milioni nel 2001 ai
2,7 e a un calo della mortalità per malattie correlate, da 2,2
milioni nel 2005 a 2 milioni, si assiste ad un fenomeno per il
quale per ogni due pazienti messi in trattamento cinque si
infettano. Non ho i dati italiani, ma mi domando, chi parla a quel
plotone di giovani che entrano nella pubertà? I genitori? I
professori? E cosa viene loro detto? Chi forma genitori e professori? I
giovani sono uno dei target commercialmente più appetibile e più
complesso a cui rivolgersi, odiano le imposizioni. L'Aids è un prodotto
sempre in lancio? Chi ne cura l'immagine?
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Fabrizio Caprara, amministratore delegato di Saatchi and Saatchi Italia
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Moked primaverile 5769 Dove va l'educazione ebraica
Al via il Moked primaverile per famiglie, organizzato dal Dipartimento
educazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che
quest'anno torna a Milano Marittima, meta storica di molti raduni
passati, dal 30 aprile al 3 maggio. Interessante e pieno di risvolti
possibili l'argomento scelto quale tema di dibattito "Educazione
ebraica: conosciamo la rotta?", molti i relatori che si susseguiranno
nelle varie sessioni, rappresentanti dei vari ambiti possibili
rabbanim, insegnanti, psicologi, esperti del settore.
Rav Roberto Della Rocca perché un Moked sull'educazione La
prima cosa che ho fatto, quando ho assunto il mio incarico al
Dipartimento educazione e cultura (DEC), è stata una conferenza
sull'Educazione a Montecatini nel 2001. Questa conferenza segnò le
linee programmatiche di quella che è tuttora l'attività del DEC, mi
riferisco alla nascita del Centro pedagogico e dell'Ufficio giovani
nazionale. Oggi, dopo otto anni mi sembra importante fare il punto
della situazione e metterci in discussione su ciò che è stato fatto e
su ciò che abbiamo intenzione di fare. Educazione ebraica, scolastica e religiosa, quale delle due ritieni più importante per un ebreo Oggi
a differenza di tanti anni fa, soprattutto a differenza di tanti altri
Paesi in cui gli ebrei vivono, godiamo di una grande libertà politica,
un'integrazione culturale, un'agiatezza socio-economica. Tutto questo
crea una maggior sollecitazione a interrogarci sulle nostre scelte che
non sono più obbligate e dettate dalle circostanze contingenti, molto
spesso avverse. I nostri giovani possono giocarsi il diritto alla
diversità nell'uguaglianza. L'interrogativo emergente è quello
di capire e trasmettere quale è oggi questa diversità: seppure
l'ebraismo resta sempre un bagaglio storico etico religioso non
possiamo più permetterci di non approfondire la nostra Tradizione
culturale nella quale il rispetto delle mitzvot
(ndr regole religiose) non costituisce soltanto una adesione meramente
religiosa, ma piuttosto l'elaborazione di paradigmi etici e
comportamentali che caratterizzano la nostra esistenza e il nostro modo
di pensare e di conseguenza la nostra modalità specifica di intervenire
nella società in cui viviamo. Non ho mai creduto in una forma di
dicotomia fra cultura educazione e religione come invece funziona in
una logica occidentale, questo perché l'educazione ebraica piuttosto
che una trasmissione teorica di nozioni e informazioni è un vissuto che
attecchisce solo attraverso una condivisione esistenziale. Ed è per
questo che bisogna aiutare i nostri giovani a crearsi una certa visione
del mondo che riesca a leggere la realtà secondo i valori ebraici e non
come avviene spesso, come un cannocchiale rovesciato attraverso
l'ottica di quella che è la cultura dominante. E se dovessi fare un raffronto fra educazione formale ed educazione informale? Nell'educazione
ebraica in questi ultimi anni ai modelli convenzionali tradizionali
come le scuole di vario grado e forma e i corsi di Talmud-Torà delle
Comunità sono cresciute progressivamente forme di educazione informale.
Questo settore molto avanzato in Israele e nei Paesi anglosassoni è
stato visto per molti anni dall'ebraismo italiano, in ragione di una
visione eccessivamente istituzionalizzata, con una certa prudenza. Oggi
la situazione sta cambiando grazie a numerose iniziative di successo,
che vanno dai movimenti giovanili, all'Associazione donne ebree
d'Italia, al Keren Kayemet leIsrael, ai lubavich etc., che con lodevoli
iniziative aggregative hanno dimostrato di saper sensibilizzare,
avvicinare e quindi educare centinaia di ebrei. Che significa esattamente Significa
che oggi la cultura informale inizia a essere concepita anche in
termini di investimento e non è più vista come una diminutio rispetto a
forme classiche di educazione. A proposito di questo posso dire che
attualmente si parla molto spesso, talvolta a sproposito, di ebrei
invisibili che difficilmente sceglierebbero di frequentare una scuola
ebraica, mentre è ipotizzabile che possano essere coinvolti in un
week end rilassante, in una festa che contenga anche dei messaggi
educativi. E' soprattutto per questo che penso che questo tipo di
cultura vada potenziata aprendo anche dei collegamenti con analoghe
iniziative internazionali. Cosa ti aspetti da questo Moked? Mi
aspetto che avvenga la stessa cosa che avvenne dopo il convegno di
Montecatini del 2001 per l'educazione formale, ossia che si possa
creare fra tutte quelle organizzazioni che in Italia si occupano
di educazione informale la stessa rete operativa che, grazie al lavoro
svolto dal Centro pedagogico, si è costituita fra tutte le scuole
d'Italia, i loro operatori e dirigenti attraverso seminari, forum e
convegni.
Lucilla Efrati
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pilpul |
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Il 25 aprile, un valore storico comune
In piazza, a Milano, la contestazione del 25 aprile ha riguardato oltre
istituzioni pubbliche, anche lo striscione della Brigata ebraica.
Questo significa che gli ebrei, in quanto tali e non in quanto
cittadini italiani, non sono a casa loro nella piazza in cui la
sinistra estrema e istituzionale celebra i propri riti salvifici e il
suo schieramento terzomondista. Il
processo attraverso il quale la sinistra comunista (oggi in parte ex e
post-comunista) si è appropriata dell 25 aprile comporta una resistenza
al tentativo di coloro a cui questa celebrazione è stata sottratta di
riappropriarsene. La perdita del monopolio dell'antifascismo sembra a
questi signori intollerabile; forse perché renderebbe necessario il
dover fare i conti fino in fondo con il passato di un totalitarismo,
quello comunista, che ha insanguinato buona parte del 900. Ma se
la liberazione, materiale e spirituale riguarda ciascuno di noi in ogni
generazione, come ci insegna l'Haggadà di Pesach allora bisognerà
trovare una piazza comune a tutti gli uomini di buona volontà,
escludendo una volta per tutte coloro che questa buona volontà
dimostrano di non avere, pretendendo di appropriarsi di principi e
valori storici che appartengono a tutti.
Guido Guastalla
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rassegna stampa |
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Domenica a Roma arriverà il ministro degli Esteri israeliano. La notizia riportata da Repubblica,
che già circolava da giorni tra i corridoi dei Palazzi italiani,
annuncia così il primo viaggio di Avigdor Lieberman in Europa.
Sicuramente “il Falco” dovrà fare i conti con il ministro degli Esteri
italiano e i grandi del Vecchio Continente, dopo aver condotto una
campagna elettorale all’insegna del muro contro muro sulla questione
israelo-palestinese e un atteggiamento di altrettanta ostilità nei
confronti dei Paesi confinanti, in primis la Siria. La rassegna stampa
di oggi si concentra fortemente sulla scarcerazione dei quattro
generali accusati dell’omicidio dell’ex premier libanese Hariri. E’
infatti possibile trovarne ampi resoconti su tutti i quotidiani
italiani (Liberal, Messaggero, Sole 24 Ore, La Stampa). Restando all’interno del mondo musulmano, è invece solo il Corriere
a riportare la curiosa notizia, che già suscita polemiche,
dell’apertura di una piscina della Curia alle donne musulmane. Un’ora a
settimana sarà dedicata ai bagni, senza veli, delle signore islamiche
di Bergamo. La Lega alza la voce: “E’ un ostacolo all’integrazione”. Il racconto da leggere è invece su Repubblica a
pagina 46. Marco Ansaldo sorseggia un cappuccino in un bar di Tel Aviv
assieme ad Amos Oz, raccontando come il romanziere scrive saggi con la
penna blu e i romanzi con la nera. Una piacevole intervista. Il Corriere,
anche qui occhi puntati sul testo, pubblica invece la denuncia del
paladino dei diritti civili Alan Deshowitz. Il giurista e scrittore
attacca gli intellettuali di sinistra nel suo libro, pubblicato da poco
in Italia: “Un vero Liberal deve difendere Israele”. Il fronte
influenza suina, o messicana secondo i religiosi più pignoli, oggi si
divide proprio sulle paure ebraiche e islamiche. Interessante, a
proposito, l’analisi de La Stampa dal titolo: “Imam e rabbini uniti contro l’immondo”. Passando
ad altro tema è altrettanto curiosa, la leggerei con un pizzico di
critica, la speranza del numero uno della Formula Uno, Bernie
Ecclestone. Il Re del Circus dice di sognare, (Il Mattino), un campionato di Formula Uno con un pilota donna, uno nero e uno ebreo. Lascio ai lettori i commenti. Conclusione
con le candeline, si festeggia il compleanno di Israele. Sessantuno
anni e una festa d’onore all’Hotel Excelsior di Roma con ambasciatore
Meir, Presidenti di Camera e Senato, esponenti di destra e sinistra
fino a riempire la sala. Foto e resoconti su Il Tempo e Il Sole 24 Ore. Buon compleanno Eretz Israel.
Fabio Perugia |
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notizieflash |
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Roma: Gattegna, grande coerenza da parte dell'Italia nei confronti di Israele Roma, 29 apr - Il
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo
Gattegna, intervenuto alla manifestazione svoltasi per il 61°
anniversario della nascita dello Stato di Israele ha dichiarato
"L'Italia è vista come uno dei Paesi che più comprendono le esigenze di
Israele in questo momento". [...] "Una grande vicinanza che si nota
come è avvenuto, ad esempio, in occasione della Conferenza detta Durban
2 in cui l'Italia - ha spiegato Gattegna - è intervenuta con molto
rigore e coerenza nei confronti di chi non collabora ad un processo di
pace e che vuole invece creare un clima di contrapposizione".
Israele: Rafi Barak, la Waldner moderi le critiche al Governo Netanyahu Gerusalemme, 30 apr - Le
affermazioni di Benita Ferrero Waldner, commissario Ue per le Relazioni
Estere, a favore di un congelamento delle relazioni tra Israele e
l'Unione Europea non sono piaciute allo Stato ebraico. Il quotidiano
Haaretz riferisce che il vicedirettore della divisione Europa del
ministero degli Esteri Rafi Barak, in colloqui telefonici con
ambasciatori di diversi stati europei, ha chiesto che siano esercitate
pressioni sulla Waldner perché moderi il suo linguaggio. L'alto
funzionario israeliano, secondo il giornale, avrebbe minacciato che in
caso contrario Israele si opporrà alla partecipazione dell'Ue nel
processo politico per una soluzione del conflitto israelo-arabo.
Palermo: scarcerato Al Molki responsabile del sequestro dell'Achille Lauro Palermo, 30 apr - Ha lasciato ieri il carcere Ucciardone Youssef
Maged Al Molky, 47 anni, l'uomo che guidò il commando palestinese che
sequestrò il 7 ottobre 1985 la nave da crociera "Achille Lauro" e
uccise il passeggero ebreo-americano Leon Klinghoffer. Molki è stato
portato in questura dove gli è stato notificato un'ordine di
espulsione, poi è stato trasferito nel centro di accoglienza di Trapani
in attesa che il giudice di pace esamini le ragioni dell'espulsione. Il
tribunale di sorveglianza di Palermo lo scorso marzo aveva respinto
l'istanza di affido in prova, nella comunità San Benedetto Al Porto,
diretta da Don Andrea Gallo, a Frascaro in provincia di Alessandria. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
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