se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui |
|
|
 |
|
L'Unione informa |
|
|
|
5 maggio 2009 - 11 Yiar 5769 |
|
 |
|
| |
|
alef/tav |
|
|
 |
|
 |
Roberto Della Rocca, rabbino |
Nel
tentare di esprimere un pensiero che sintetizzi le molteplici e
stimolanti riflessioni emerse sull’educazione ebraica in occasione del
Moked di Milano Marittima non posso che rifarmi alle parole del
commento di Rashì a Genesi 14, 14: “ Chinùch è educazione nel senso di
inaugurazione, iniziare una persona negli strumenti che gli serviranno
in futuro…..”. La stessa etimologia chinùch
si riferisce ai concetti di iniziazione, dedicazione, avviamento e va
quindi ben oltre all’insegnamento. Come una casa la si inaugura
solo dopo averla costruita e arredata così per l’educazione possiamo
dire di aver lanciato il nostro insegnamento solo quando siamo certi di
aver riempito una persona di contenuti seri e radicati nel tempo. |
 |
Chi
meriterebbe il giudizio più severo fra Nicola Pende e Agostino Gemelli?
A mio avviso, senza dubbio Agostino Gemelli. Pende e Gemelli
condividevano la stessa visione dell'eugenetica e del razzismo e, non a
caso, fu Gemelli a farsi garante nei confronti del Vaticano della bontà
del razzismo spiritualistico
di Pende, come è provato da diverse testimonianze. D'altra parte,
Gemelli manifestò sentimenti antisemiti di una virulenza allucinante,
di cui Pende non diede prova anche nei momenti peggiori. Eppure, buona
parte del mondo cattolico è impegnato nella commemorazione di questo
personaggio imbarazzante. Va detto, a onor del vero, che diverse
analisi della sua opera hanno teso a prenderne le distanze, ma con
molta prudenza. È una prudenza che dovrebbe far venire in mente
l'esperienza del comunismo italiano. Tanti equilibrismi e distinguo -
"errori", "perdite di spinta propulsiva", "contraddizioni", ecc. - non
soltanto non sono serviti, ma hanno combinato un disastro che ci sta di
fronte agli occhi, facendo sì che intere generazioni non assimilassero
il corretto giudizio di quelli che erano crimini e basta. Non sarebbe
il caso di trarre insegnamento da queste esperienze e buttare a mare
con decisione un passato che, contutta la buona volontà, è decisamente irrecuperabile? |
Giorgio Israel,
storico della scienza |
 |
|
|
 |
|
|
torna su |
davar |
|
|
|
|
"pagine ebraiche", rotative in azione
Cominciano a uscire dalle rotative oggi nel pomeriggio le prime copie
di "pagine ebraiche", la pubblicazione a larga tiratura che l'Unione
delle Comunità Ebraiche diffonderà nei prossimi giorni per incentivare
il dialogo con la società italiana. L'iniziativa è stata assunta nel
quadro di un ripensamento della strategia di comunicazione per la
campagna dell'Otto per mille, che ha portato alla rinuncia
dell'acquisto di spazi pubblicitari sui giornali e le emittenti e alla
scelta di lanciare ai cittadini che si sentono vicini alla più antica
comunità della Diaspora un messaggio fatto di dialogo, informazione,
aperture e approfondimenti. La pubblicazione sarà largamente
distribuita anche al di fuori della realtà degli ebrei italiani,
soprattutto in occasioni di grande afflusso di un pubblico selezionato,
come la Fiera del Libro di Torino, e a molti opinion leader italiani,
fra cui parlamentari e giornalisti. Al momento dell'entrata delle
lastre sui rulli di stampa, la vicepresidente dell'Unione, Claudia De
Benedetti (nell'immagine), ha visitato le strutture degli stabilimenti
del gruppo Seregni assieme al direttore generale Giancarlo Cantù. Il
gruppo, che garantisce l'uscita di una quindicina di giornali
quotidiani italiani e di centinaia di periodici, può contare su una
dozzina di stabilimenti in Italia e altri tre in Europa. |
|
|
|
|
torna su |
pilpul |
|
|
|
|
Aggiornare le regole per stare assieme Al via il dibattito sulla riforma dello Statuto Ucei
“L’Unione
informa” già ha dato notizia del confronto sulla riforma dello Statuto
dell’Unione avviato dall’Assemblea dei delegati di domenica scorsa. Come
coordinatore della commissione che è stata chiamata ad istruire il
lavoro di riforma, sono molto soddisfatto di un dibattito sereno ed
intenso, improntato ad uno spirito costruttivo. Lo statuto
dell’Unione all’anagrafe ha 22 anni ma la sua gestazione è stata lunga
e, nel momento in cui doveva sancire una vera e propria rivoluzione
copernicana, ha cercato di incunearla, il più possibile, nell’alveo del
precedente ordinamento, risalente al biennio 1930-1931. E di vera
rivoluzione si trattò, nel venir meno dell’iscrizione (e conseguente
contribuzione) obbligatoria alle Comunità. L’equilibrio trovato
tra rivoluzione copernicana ed esigenze di continuità ha dotato
l’Unione e le comunità di un “testo costituzionale” che ha dato buona
prova di sé ma che oggi necessita di una messa a punto che tenga conto
degli sviluppi storici di questi lunghi 22 anni e, soprattutto, ne
adegui i contenuti non soltanto al presente ma alle prospettive del
prossimo futuro. Per questo la commissione ha lavorato attorno ad
un pacchetto di riforme che si snoda lungo 4 direttrici principali:
l’assetto dell’Unione ed i suoi rapporti con le comunità; il sistema
elettorale delle comunità maggiori; le forme di collaborazione tra le
comunità; i rapporti tra le comunità e i rabbini capo. Le
modifiche prospettate dalla commissione per ogni singolo aspetto e le
linee di indirizzo emerse dal dibattito di domenica possono essere così
sintetizzate: L’assetto dell’Unione. L’idea forte – condivisa
(con qualche utile elemento di riflessione) dai partecipanti al
dibattito – consiste nella trasformazione del congresso dei delegati in
organo assembleare permanente con 4 anni di mandato, che assorbirebbe i
compiti del Consiglio UCEI (che verrebbe quindi soppresso) attualmente
previsti dallo Statuto. L’assemblea eleggerebbe la giunta,
formata da un presidente, un vicepresidente ed altri 8 componenti, tra
i quali un rabbino facente parte della consulta. Dovrebbe riunirsi
periodicamente per l’approvazione dei bilanci preventivo e consuntivo,
per stabilire le linee programmatiche della Giunta e controllarne
l’attuazione. La trasformazione del congresso comporta
necessariamente una sua diversa composizione, più snella: ne farebbero
parte i 21 presidenti di Comunità, 3 rabbini ed un numero ridotto di
delegati (per un totale comunque non superiore ai 55/60 membri).
I delegati sarebbero eletti in tre circoscrizioni, in modo da garantire
una rappresentatività che tenga conto della presenza nell’assemblea di
tutti i presidenti (o loro delegati). Le tre circoscrizioni sarebbero
le seguenti: Comunità di Roma; Comunità di Milano; tutte le altre
Comunità. Il sistema elettorale delle Comunità maggiori (Roma e
Milano). La proposta ipotizzata nelle sue grandi linee dalla
commissione consiste in un sistema che consenta da un lato una più
larga partecipazione agli organi assembleari delle diverse anime
presenti nelle Comunità e dall’altro una maggiore governabilità. L’idea
è di raggiungere entrambi gli obiettivi (condivisi da tutti i
partecipanti al dibattito) prevedendo in via generale una
competizione per liste, ciascuna delle quali indicherebbe il candidato
alla carica di presidente. Nel dibattito è emerso un generalizzato
consenso alla competizione per liste (superando così, per le due
Comunità più grandi, il sistema del panachage attualmente in vigore,
che ha dato ottima prova – e quindi sarebbe confermato – nelle comunità
medio-piccole), mentre sono emerse indicazioni diverse circa eventuali
soglie di sbarramento e premi di maggioranza alla lista che consegua un
numero di voti non inferiore ad una certa soglia. Su questi temi, di
evidente delicatezza, occorre perseguire il giusto equilibrio, anche
attraverso una consultazione delle comunità interessate. Le forme
di collaborazione tra le Comunità. La commissione, considerando
necessario rilanciare le norme già presenti nello statuto in merito
alle forme di collaborazione ed ai consorzi tra le comunità, ha
immaginato la messa in comune di alcuni servizi (a partire da quelli di
segreteria, resa possibile dai nuovi strumenti telematici) ed una ampia
cooperazione. L’idea di fondo è quella di incentivare al massimo i
consorzi tra le Comunità, prevedendo anche la possibilità per
l’assemblea dei delegati di disporre anche, previa consultazione delle
Comunità interessate, consorzi obbligatori nei casi in cui il numero
degli iscritti alle Comunità consorziande renda impossibile il
conseguimento delle finalità e l’adempimento delle funzioni previste
dall’articolo 1, commi 1 e 2, dello statuto. Quest’ultima proposta –
relativa all’obbligatorietà dei consorzi – non ha trovato grandi
consensi nel dibattito, che ha fatto emergere una chiara predilezione
per forme di incentivazione ai consorzi tra comunità su base
volontaria. I rapporti tra le Comunità ed il
rabbinato. Sono tradizionalmente contrassegnati da difficoltà che negli
ultimi anni si sono forse accresciute anche a causa di una vera e
propria crisi di identità delle comunità stesse. Prendendo spunto
dalle ultime vicende che hanno posto alla ribalta questo argomento,
l’idea condivisa dai componenti la commissione è quella di
sdrammatizzare i rapporti tra le Comunità ed il rabbino capo,
prevedendo un sistema più flessibile, che potrebbe generare positive
conseguenze anche nei riguardi delle Comunità che attualmente non
possono permettersi un rabbino. Le linee di riforma si baserebbero
sulla previsione di contratti a tempo determinato a lunga gittata
(l’ipotesi è di incarichi settennali, ovviamente rinnovabili) tra
Comunità e rabbino capo. In caso di mancato rinnovo del contratto, i
rabbini confluirebbero in un contingente nazionale, chiamato ad operare
anche nelle Comunità prive di rabbino. La proposta avanzata dalla
commissione – che ovviamente necessita di essere approfondita e
discussa in primo luogo con i diretti interessati – è stata condivisa
dai partecipanti, nello spirito di trovare una soluzione condivisa con
il rabbinato ad una questione indubbiamente delicata e cruciale per
tutto l’ebraismo italiano. Un altro tema oggetto di attenzione
attiene all’opportunità di considerare le molteplici attività anche a
rilevanza esterna espletate dai rabbini come funzioni svolte
nell’ambito del rapporto di lavoro con la Comunità di appartenenza.
Anche questo tema è stato dibattuto ampiamente con toni condivisi tra i
partecipanti, molti dei quali, con specifico riguardo al tema della
kasherut, hanno rilanciato la prospettiva di una marchio nazionale. Nel
dibattito non sono mancati riferimenti e consonanze su altre questioni
importanti e delicate, come il regime delle incompatibilità dei
componenti degli organi di governo dell’Unione e delle Comunità,
nonché la loro revoca e decadenza. Su tutti questi argomenti
proseguirà nei prossimi mesi il lavoro delle commissioni e si
intensificheranno le sedi di confronto, nell’auspicio di arrivare ad un
pacchetto di modifiche condivise dalla generalità delle comunità e dei
delegati al congresso.
Valerio Di Porto, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
|
|
|
|
|
torna su |
rassegna stampa |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Ieri
è venuto a Roma il nuovo ministro degli esteri israeliano Lieberman,
che si è incontrato col suo collega italiano Frattini, con il sindaco
Alemanno e con altre personalità (servizio di Pier Luigi Fornari su Avvenire). Frattini gli ha assicurato la disponibilità dell'Italia a una mediazione (Roberto Fabbri sul Giornale) e gli ha offerto "più spazio nell'Unione Europea" (Cocco sul Manifesto) e Lieberman ha ricambiato definendo "decisiva" la posizione italiana (Ester Mieli su Libero). Maurizio Caprara sul Corriere
sottolinea le sue critiche ai due precedenti governi di Olmert e Sharon
e in genere tutti i giornali mettono in primo piano il rifiuto del
ministro israeliano di "parlare per slogan" preferendo "i fatti" sulla
pace (così, per esempio, Claudio Rizza sul Messaggero). In una nota sul Foglio
si citano le opinioni del liberale ebreo americano, il giurista
professor Dershowitz, in Italia per presentare il suo nuovo libro sui
"nemici di Israele"; Dershowitz giudica bene sia Liberman che il nuovo
ambasciatore israeliano a Washinghton, Oren. Il professore di Harvard è
intervistato anche sul Riformista
da Anna Mazzone: un articolo da leggere in cui vien fuori
un'intelligenza lucida e una grande passione per Israele. Molto
interessante anche il ritratto da vicino che di Lieberman traccia
Fiamma Nirenstein sul Giornale. Da leggere come sfondo della missione del ministro l'analisi di Livio Caputo sul Tempo a proposito della missione iraniana. Utile anche l'intervento di Dimitri Buffa sull'Opinione. Continuano i preparativi per il viaggio del papa in Israele (Salvatore Mazza su Avvenire). Carlo Marroni sul Sole
ne mette in evidenza i "rompicapi", le trappole politiche e religiose
che rischiano di far fallire la missione. Per esempio, come dice
Galeazzi sulla Stampa,
Benedetto XVI incontrerà a Betlemme una delegazione di Gaza: dialogherà
allora con Hamas? In questo contesto Antonio Ferrari pubblica sul
Corriere
un'intervista al re di Giordania Abdullah, che riconferma le sue
posizione sui due Stati come condizione alla pace. Sembra che in
quest'occasione Shimon Peres abbia proposto di cedere al Vaticano la
sovranità su cinque luoghi religiosi come la basilica
dell'Annunciazione, la chiesa del Cenacolo sul monte Sion ecc.)
ricevendo un netto rifiuto dal ministro degli interni Eli Yshai (Il Riformista). Sulla situazione mediorientale e soprattutto sulla rottura fra Egitto e Iran è interessante al breve analisi pubblicata sullo Herald Tribune.
Per quanto riguarda l'analisi della posizione della comunità ebraica
americana, grandissima, generalmente progressista e molto favorevole a
Obama, ma insicura sulla determinazione della nuova amministrazione a
difendere Israele, è certamente importante la corrispondenza di Sylvain
Cypel su Le Monde, a proposito della convention annuale dell'espressione politica dell'ebraismo americano, l'Aipac.
Ugo Volli |
|
|
|
|
torna su |
notizieflash |
|
|
|
|
Roma, il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, riconferma a Lieberman la solidarietà con Israele Roma 5 mag - Il
capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto in occasione della
visita in Italia del ministro degli Esteri israeliano Lieberman, ha
dichiarato: "Riconfermiamo la nostra solidarietà con lo Stato di
Israele. [...]L'obiettivo di una pace tra palestinesi e israeliani
passa attraverso una serie di scelte: in primo luogo che gli aiuti
vadano al popolo palestinese e non a ristretti gruppi che già si sono
arricchiti o a forze terroristiche; che l'Europa sostenga Israele e gli
stati arabi moderati e non civetti con le componenti estremiste e
terroristiche; che si abbia piena consapevolezza che l'attuale gruppo
dirigente iraniano costituisce un gravissimo problema per tutto
l'Occidente a causa della sua linea antisemita e per i suoi propositi
di potenza; che è indispensabile una strategia politica organica, anche
se con tutte le articolazioni necessarie, fra l'Europa, gli USA,
Israele e gli Stati arabi moderati".
Madrid, ambasciatore israeliano Shutz insultato all'uscita dallo stadio Madrid, 5 mag - Rafi
Shutz, l'ambasciatore di Israele in Spagna, ha dichiarato al quotidiano
Haaretz che dopo aver assistito al match calcistico fra Real Madrid e
Barcellona, è stato assalito verbalmente da tifosi antisemiti che gli
hanno lanciato insulti come "cane ebreo" e "sporco ebreo". Il giornale
precisa che Shutz era scortato da guardie del corpo che hanno fatto
scudo e hanno provveduto ad allontanarlo incolume. "Si è trattato
di un episodio disgustoso" ha aggiunto l'ambasciatore secondo cui in
Spagna spira un'atmosfera di ostilità nei confronti di Israele. La
stampa israeliana odierna commenta peraltro con toni indignati la
decisione di un magistrato spagnolo di indagare l'uccisione del
comandante militare di Hamas, Sallah Shehade, avvenuta nel 2002 a Gaza
in un bombardamento israeliano. |
|
|
|
|
|
torna su |
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
|
|