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L'Unione informa
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1 luglio 2010 - 19 Tamuz 5770 |
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alef/tav |
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Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma |
La redazione di
Informazione Corretta ha ieri messo il dito su una delle tante piaghe
raccontando l'episodio di una manifestazione contro Israele che si
sarebbe dovuta svolgere davanti alla Sinagoga di via Guastalla a
Milano. La redazione si chiede: "Perché manifestare contro Israele
davanti alla Sinagoga?" e risponde: "perché antisemitismo e
antisionismo sono la stessa cosa". Ora, premesso che sono convinto che
la maggioranza di coloro che hanno manifestato in questi giorni siano
anche antisemiti (in fondo all'anima se non in superficie), credo che
sia necessario capire (il che non significa giustificare) il
ragionamento di chi sceglie la Sinagoga come il luogo dove manifestare
contro Israele. Il fatto è che gli ebrei italiani sono, e a ragione, i
primi sostenitori dello Stato d'Israele in Italia. Tutte le
manifestazioni a favore d'Israele sono o promosse o sostenute da ebrei
italiani e dai suoi dirigenti (tra questi in molti casi, anche il
sottoscritto). Molto spesso si manifesta, o si festeggia lo Stato
d'Israele dentro le Sinagoghe o davanti alle Sinagoghe. Sulla
cancellata della Sinagoga di Roma sono appesi da anni dei manifesti per
la liberazione di due soldati israeliani. Ma allora, se quei luoghi
sono stati scelti, con ampia condivisione, dai dirigenti dell'ebraismo
italiano come sedi di supporto allo Stato d'Israele, perché non
dovrebbero teoricamente essere anche luoghi di espressione di dissenso
civile (bare e altre delizie escluse, ammesso che chi manifesta sia
capace di fare queste sottili distinzioni)? Non ci si può lamentare di
confusioni identitarie se i primi a farle, su scala industriale, siamo
noi. E se molte persone in Sinagoga, o davanti, ci vanno, giustamente,
per sostenere Israele, ma dentro, a pregare e studiare, almeno qualche
volta, non so. |
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Gli
intensi avvenimenti che coinvolgono Israele suscitano quantità
inusitate di reazioni (documentate dalla rassegna stampa quotidiana
dell'UCEI). In questo discorso si delineano posizioni contrapposte e
prevedibili. I rivali a oltranza sciorinano in modi a volte nuovi, più
spesso in forme antiquate, tutto l'archivio storico di un pregiudizio
in cui la modalità anti-israeliana è una velina di quello anti-ebraico.
I difensori a oltranza rinunciano a volte all'uso della critica
costruttiva, che è un grande privilegio della civiltà democratica. Ma
il fenomeno più inquietante è quel grande gruppo di persone,
generalmente per bene, che si trovano nel mezzo. Molti di questi nel
discorso su Israele sembrano perdere la capacità di giudizio civile che
invece possiedono in altre circostanze. È in corso un processo di
desocializzazione rispetto a parametri di cultura politica che
dovrebbero essere fuori discussione, ma evidentemente non lo sono. La
frase "certo loro forse esagerano, però anche voi...", che tutti
indistintamente abbiamo sentito pronunciare, sottintende spesso una
incapacità nel tracciare confini chiari e non negoziabili fra ciò che è
consentito e ciò che non lo è. La mancata mobilitazione nei confronti
di fatti politicamente e umanamente intollerabili (per esempio
l'articolo 7 del programma di Hamas, o la non visita di Gilad Shalit da
parte della CRI) anticipa i tempi della rinuncia. Ciò che si lascia
passare a casa di altri, un giorno potrebbe capitare a casa propria. Ma
forse c'è chi comincia a capire.
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Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica di Gerusalemme
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“Ramhal. Pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel”
L'attualità
e la profondità di un grande Maestro dell'ebraismo italiano tornano
grazie a un'opera presentata ieri. Il libro intitolato “Ramhal.
Pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel” secondo volume
della collana Toledoth pubblicato dalla casa editrice padovana Esedra.
A introdurre il volume i due curatori della collana, Gadi Luzzatto
Voghera e rav Adolfo Aharon Locci. L’incontro,
tenutosi al Laboratorio di Ricerca D’Arte Contemporanea PaRDeS di
Mirano, rientra nel programma di eventi legati alla mostra Elevazioni
& permutazioni, esposizione nata dalla collaborazione tra Maria
Luisa Trevisan e Nadine Shankar, docente di filosofia all’accademia di
Belle Arti Bezalel di Gerusalemme. Il
volume è la raccolta degli interventi di due convegni, uno tenutosi a
Padova e uno a Ravenna, dedicati al celebre rabbino padovano Moshe
Hayyim Luzzatto in occasione dei trecento anni dalla sua nascita e
organizzati dall’associazione italiana per lo Studio del Giudaismo
(AISG) e dalla Comunità Ebraica di Padova. Su proposta di Mauro Perani,
professore di Lingua e letteratura ebraica all'Università di Bologna e
presidente dell’AISG, si è poi pensato di pubblicare gli atti dei due
convegni nel volume sopracitato, destinato a diventare lo studio più
approfondito e aggiornato sul Kabbalista padovano. Il
Ramhal, acronimo del nome, nacque a Padova nel 1707 e fin da giovane
mostrò un particolare talento e interesse nello studio della kabbalah.
Il suo maestro, rav Isaiah Bassan, avrebbe poi parlato spesso di questo
suo alunno molto dotato, decantandone la grande conoscenza proprio nel
campo della mistica ebraica. Il punto di svolta nella sua vita avvenne
all'età di venti anni quando affermò di ricevere istruzioni
direttamente da un essere mistico, un maggid. Storie simili non erano
estranee ai circoli cabalistici, una per tutte la leggenda dell’angelo
Raziel, custode dei segreti, che donò al primo uomo, Adamo un libro
recante i segreti celesti, ma non era mai successo che una persona così
giovane ricevesse il privilegio di poter parlare con un messaggero
divino. I suoi colleghi erano affascinati dai riassunti scritti di
queste divine lezioni, ma le autorità superiori dei rabbini veneziani
erano molto scettiche e minacciarono di scomunicarlo. Luzzatto
fu così costretto nel 1735 a lasciare l’Italia alla volta di
Amsterdam, con la speranza di poter trovare un ambiente più
liberale dove poter proseguire i suoi studi. Passando dalla Germania
fece appello alle locali autorità rabbiniche perché lo proteggessero
dalle minacce dei rabbini italiani. Questi rifiutarono costringendolo a
firmare un documento in cui affermava che tutti gli insegnamenti del
maggid erano falsi. Quasi tutti i suoi scritti furono bruciati, e solo
alcuni sopravvissero. Dagli scritti sullo Zohar, nel 1958 riapparvero i
70 Tikkunim Chadashim, conservati nella Biblioteca di Oxford. Nel
1743 il si trasferì in Eretz Israel, stabilendo la sua residenza
ad Acco. I suoi ultimi anni di vita, risultano oscuri e poco
conosciuti. E’ cosa risaputa che il Ramchal e la sua famiglia morirono
a causa di una pestilenza, che infestò la cittadina di Acco nella
primavera del 1746, e che venne sepolto a Tiberiade. Il
Ramchal fu di certo uno dei più grandi maestri della mistica ebraica. I
suoi contributi influenzarono in modo determinante l’intera produzione
mistica successiva, dal Gaon di Vilna, forse l’unico che lo comprese
realmente, fino agli ultimi Kabbalisti come Rabbi Yehuda Ashlag, il
Baal Ha-Sulam. La sua precoce genialità e la sua forte predisposizione
per lo studio della mistica si scontrò con l’ottusità dei suoi
contemporanei che invece di comprendere il carattere estremamente
innovativo del suo pensiero, riconobbero in esso elementi riconducibili
al Sabbatianesimo, inneggiando così all’eresia. Il Ramhal invece non fu
che il precursore di quella visione plurale che da sempre è parte
integrante del dialogo e del pensiero ebraico e che oggi più che mai
caratterizza l’ebraismo con le sue mille contraddizioni.
Michael Calimani
Daniela Di Castro - "Il coraggio del lavoro, la forze degli affetti"
Ricordare
Daniela Di Castro dopo 10 anni di collaborazione è facile e difficile
allo stesso tempo: facile perché ha fatto tanto e così bene che non
mancano le cose da dire; difficile perché pensare di non avere più a
che fare con lei lascia il cuore pieno di amarezza. Quando l’ho conosciuta, appena diventato assessore, Daniela (nell'immagine) era
il presidente della Commissione Beni Culturali della Comunità Ebraica
di Roma; mi presentò un progetto di nuovo allestimento del museo che
entusiasmò tutta la giunta della Comunità; ciò le valse la nomina a
Sovrintendente al nuovo Museo, e, dopo pochi anni, a direttore del
Museo; finalmente, il 22 novembre 2005 il nuovo allestimento prese il
via alla presenza delle massime autorità locali, di prestigiose
autorità nazionali, e, soprattutto, di tantissimi ebrei romani,
orgogliosi del gioiello che, grazie a Daniela, presentava le
realizzazioni artistiche, la storia bi millenaria, le tradizioni e la
vita della Comunità di Roma come meglio non sarebbe stato possibile. Prima
del nuovo allestimento il museo aveva tra i 30 mila e i 35 mila
visitatori l’anno; nel 2009 abbiamo superato i 75 mila, primo fra tutti
i musei ebraici italiani; quest’anno, se il trend positivo continua,
toccheremo probabilmente il traguardo dei 100 mila visitatori. Ma
questo non è l’unico successo di Daniela; dalle domeniche per i ragazzi
alle prestigiose mostre, è stato tutto un susseguirsi di iniziative che
hanno fatto del nostro museo un’istituzione estremamente dinamica;
soltanto quest’anno, le mostre in occasione della visita di Papa
Benedetto XVI e, ancora allestita, per i 95 anni del nostro rabbino
emerito Elio Toaff, basterebbero a testimoniarne il valore. Per
quest’anno, inoltre, è previsto a novembre, a Roma, il Congresso dei
Musei Ebraici Europei, evento di grande prestigio per la Comunità
Ebraica e per tutta la città, ma soprattutto testimonianza del
prestigio di cui Daniela godeva anche in ambito internazionale. A
testimonianza del suo prestigio, le parole dei primi cittadini della
nostra città: Walter Veltroni ha detto : “Non si può conoscere la
storia di Roma, se non si visitano i Musei Vaticani, i Musei
capitolini, il Museo Ebraico”; Gianni Alemanno ha detto: “Qui si vede
una componente della città integrata nel tessuto cittadino e
contemporaneamente caratterizzata dai suoi usi e fiera di essi”. A
testimonianza del suo valore, anche la stima e l’affetto di cui godeva
all’interno dello staff: Daniela aveva saputo coinvolgere tutti gli
operatori nel far funzionare il museo nel modo più efficiente; e aveva
contemporaneamente formato molte giovani nella non facile attività di
guida, curandone sia la preparazione storico-culturale, sia
l’accoglienza dei visitatori. Non
vorrei però che da queste parole emergesse il ritratto di una persona
tesa soltanto ad affermazioni e gratificazioni professionali: nella
vita di Daniela il Museo era al secondo posto dopo la sua famiglia;
ricordo le telefonate con il marito Giacomo, così fiero del successo
della moglie, con i figli Guido e Federico, che seguiva con tutta
se stessa negli studi e nei rispettivi interessi. E se una persona
riesce a coniugare così bene il lavoro e gli affetti, non può essere
che di esempio a tutta la Comunità e ben meritatamente si può dire che
il suo ricordo sia di benedizione.
Roberto Steindler - Assessore ai Beni Culturali - Comunità Ebraica di Roma
Sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it, fra i numerosissimi segnali che pervengono in redazione, testimonianze e documenti per ricordare Daniela Di Castro.
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Quali rabbini, quale futuro - Dialogo sereno, intenti costruttivi
Sono
costretto, mio malgrado, a intervenire nel dibattito che si è aperto
sul rabbinato per fornire una precisazione ed alcuni opportuni
aggiornamenti. La precisazione è questa: nell’assemblea dei delegati
svoltasi l’11 aprile, le proposte di revisione dello statuto avanzate
dalla Commissione sono state oggetto di numerose e variegate critiche.
La proposta sulla quale si è registrato un maggiore consenso è stata
quella relativa all’articolo 49 dello statuto, sull’assemblea
rabbinica, ove la Commissione propone di aggiungere un periodo finale
che attribuisce all’ARI il compito di definire le linee guida per i
percorsi di conversione all’ebraismo (è facile replicare che sono già
nello Shulchan Aruch). A tale proposta la Commissione ha sempre
aggiunto una postilla: l’ideale sarebbe avere un unico Beth Din
nazionale. E proprio l’unicità del Beth Din nazionale ha visto la
convergenza della gran parte dei delegati presenti l’11 aprile. E’ una
convergenza che dovrebbe far riflettere tutti. D’altra parte, il Beth
Din unico nazionale sarebbe un’istituzione forte ed autorevole, perché
garantirebbe quella uniformità di giudizio che finora è mancata e la
cui mancanza suscita malcontenti e polemiche. Rav Di Segni,
nel suo commento pubblicato il 27 giugno, si riferisce alle proposte
interlocutorie formulate dalla Commissione in assenza di un dialogo con
la componente rabbinica. Sono lieto di informarlo che, a seguito di un
proficuo incontro svoltosi il 10 giugno, il dialogo è stato avviato e
diverse questioni sono state risolte; in particolare: • si è
concordata una modifica all’articolo 2, comma 3, prevedendo che sulla
richiesta di iscrizione decida la Giunta delle comunità, previo nulla
osta del rabbino e non “sentito il” rabbino, proprio per evitare
interpretazioni capziose della norma; • si è risolto un dubbio
interpretativo relativo all’articolo 20 (sule competenze rabbiniche in
materia di nullità e decadenza dalla carica); • sugli articoli 49
e 50 la Commissione ha acceduto - come già detto nell’assemblea dei
delegati - alla proposta di parte rabbinica di tornare alla consulta di
tre rabbini senza membri di diritto. Siamo ora in attesa che sui
punti più controversi (rapporti tra rabbinato e comunità; ruolo
dell’Assemblea rabbinica e Beth Din unico nazionale) i rabbini
formulino proprie proposte, come concordato nell’incontro del 10 giugno. Concludo
con un auspicio: che il dialogo prosegua in serenità e con intenti
costruttivi, prendendo atto di una realtà non proprio perfetta;
l’intervento di rav Arbib pubblicato ieri fa ben sperare.
Valerio Di Porto, Consigliere Ucei - presidente della Commissione per la riforma dello Statuto dell'ebraismo italiano
Avvertenza
Si
avvertono i profughi di Africa, M.O e Sud Est asiatico che in questo
momento i "Pacifisti" si trovano in sonno, nella millenaria posizione
Off e non possono essere disturbati. Si rende noto alla gentile
clientela che i "Pacifisti" non sono predisposti a tornare su On per
chiamate che non riguardino Israele e svegliarsi per niente. I
proprietari delle case e o baracche targate "Striscia di Gaza" che
fossero state rimosse e/o fatte saltare da Hamas, le fidanzate che
fossero state trovate non illibate dopo una gita al Cairo, e i signori
Curdi sono pregati di smettere di lamentarsi perché in questo modo
svegliano i militanti di Filopal a Porto Santercole. Si rende noto che
appena l'entità sionista tornerà attiva con una semplice multa per
divieto di sosta, la posizione Off volgerà automaticamente in On e la
protesta tornerà attiva con il consueto antisemitismo a tavoletta.
Buona notte.
Il
Tizio della Sera
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rassegna stampa |
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La
notizia principale sulla rassegna stampa dell'Ucei di oggi è che il
sindaco di Roma, Alemanno, ha annunciato che il museo della Shoà di
Roma sarà pronto entro il 2013 (Avvenire, Corriere della Sera Roma e altri giornali). A proposito di musei di tema ebraico, il Corriere
dà notizia che il Museo dell'ebraismo e della Shoà di Ferrara,
anch'esso in attesa di una sede allestitiva, ha nominato un
coordinatore esecutivo nella persona dell'ex sindaco della città
Gaetano Sateriale, mentre non ha sostituito il direttore scientifico
Stefani dimissionario lasciando le sue deleghe nelle mani del
presidente Calimani. L'Avanti pubblica un ricordo della direttrice del museo ebraico di Roma Daniela Di Castro. Sulla rassegna vi sono due articoli interessanti sulla liberazione di Gilad Shalit, un'intervista a Avraham B. Yehoshua sulla Stampa, favorevole ad accettare lo scambio dei prigionieri nei termini richiesti da Hamas e una narrazione di Stella Pende. Ugo Volli
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notizieflash
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Israeliani
e palestinesi verso i colloqui diretti
Gerusalemme, 30 giu - Il
premier israeliano Benjamin Netanyahu ha invitato il presidente
palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) a un incontro faccia a faccia a
Gerusalemme. "Invito Abu Mazen a venire a Gerusalemme", ha detto
Netanyahu alla stampa aggiungendo "sono pronto ad andare a Ramallah".
“Spero e credo - ha aggiunto - che una grande parte dei miei incontri
con il presidente Barack Obama a Washington la settimana prossima sarà
dedicata a trovare un modo per lanciare immediatamente dei colloqui
diretti di pace tra Israele e i palestinesi". Intanto il ministro della
difesa israeliano Ehud Barak, a conclusione di un incontro con l'
inviato speciale degli Stati Uniti per il conflitto israelo-palestinese
George Mitchell, ha fatto sapere che si incontrerà nei prossimi giorni
col premier dell'Autorità nazionale palestinese Salam Fayyad.
Nell'incontro con Fayadd, ha detto Barak, oltre a quelle "di sicurezza
e di coordinamento saranno discusse anche questioni economiche e le
lamentele che ciascuna delle parti ha nei confronti dell'altra".
“L'obiettivo dei colloqui indiretti con i palestinesi, condotti tramite
la mediazione Usa - ha aggiunto Barak - è di riuscire a passare a un
dialogo diretto su tutte le questioni a cuore delle parti e senza
condizioni preliminari.
Le parole pubblicate ieri da l'Unione informa hanno troppo sintetizzato la posizione mia e di molti amici che sono su posizioni simili nell'ambito
della Comunità ebraica di Torino. Non rendono a mio avviso quindi
giustizia alla complessità degli argomenti. Desidero quindi confermare che sono a disposizione di chiunque lo desideri per approfondire gli argomenti in discussione. Emanuel Segre Amar, Consigliere della Comunità ebraica di Torino
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche.
Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili.
Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per
concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross.
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ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
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