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2 agosto 2011 - 2 Av 5771
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Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

"Moshè  scrisse i luoghi di partenza dei loro itinerari.....e questi sono i loro itinerari verso i luoghi di partenza ....." ( Numeri; 33, 2 ). Molti esegeti si soffermano sulla curiosa formulazione di questo verso. L'ordine dell'ultima parte di questo verso " …i loro itinerari verso i luoghi di partenza ...." è rovesciato rispetto a quello della prima parte ”….i luoghi di partenza dei loro itinerari…. “. Ogni nostro viaggio può essere letto in due prospettive. Quella del traguardo e quella del luogo che si lascia. Perché la Torah sente la necessità di ribadire che Moshè ha scritto questo verso se è noto che ha scritto l’intera Torah? E’ proprio Moshè, colui che più di ogni altro ha capito cosa significa rinunciare al passato, facendo uscire l’Egitto dalla propria etica, e che paradossalmente in questo itinerario paradigmatico non raggiungerà mai la mèta, registra e ci insegna  che l’aspetto più importante di un percorso non è tanto il traguardo ma piuttosto i luoghi e le cose da cui dobbiamo uscire.
Dario
 Calimani,
 anglista


Dario Calimani
Nessuno vuol più fare il rabbino in Italia, e i rabbini se ne sono accorti. I giovani ebrei, infatti, vogliono fare i giornalisti, perché l’UCEI ha investito in questo campo – e a posteriori si può anche dire che ha investito proprio benino. Ma se mancano le ‘vocazioni’ rabbiniche, non sarà perché è mancato un aggiornamento della figura del rabbino in Italia? Non sarà perché, a parte qualche rara iniziativa, non si è proposto negli ultimi sessant’anni un progetto organico vincente per una nuova formazione rabbinica, moderna, internazionale, autorevole, che attiri i giovani come li ha attirati il progetto di formazione giornalistica? I pochi casi impegnati in una seria formazione si sono trovati la strada da soli, magari andandosene all’estero per propria scelta, lontano da qui. I grandi numeri degli iscritti al Collegio rabbinico di recente propagandati sono rappresentati per lo più da studenti ‘part time’ che chissà se arriveranno mai a conclusione produttiva del loro percorso di studi. Come a dire che forse sono un puro costo, un investimento in perdita. Un investimento culturale ebraico, certo, ma a carattere locale, non destinato a incidere sulla vita dell’ebraismo nazionale. Ci si chiede allora perché sul tavolo del Consiglio UCEI non venga finalmente depositato, impegnando un po’ la fantasia, un progetto globale seriamente innovatore per la formazione di una nuova figura rabbinica. A chi spetta tentare di trovare le risposte alle domande del rabbinato se non al rabbinato stesso che le pone avendone acquisito consapevolezza? E l’Assemblea rabbinica dove sta? Direbbe un saggio - e non sono io - che l'unico modo utile di rispondere alle polemiche evitando di mantenerle sul piano astratto della speculazione sarebbe quello di fare qualcosa.
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davar
Informazione - Orizzonte tablet
webSfogliare la stampa ebraica assumerà nelle prossime settimane un significato in più. Debutta su sistema operativo Android il mensile della Comunità ebraica di Roma Shalom. "Vogliamo così avviare una nuova e diversa forma di comunicazione del mondo ebraico con la realtà circostante" ha dichiarato il presidente Riccardo Pacifici presentando l'iniziativa insieme al direttore del giornale comunitario Giacomo Kahn (nell'immagine durante l'incontro di presentazione). L'obiettivo è  quello di portare sui tablet (la versione per Ipad sarà pronta nel giro di qualche settimana) un'applicazione che non si limiti a rendere fruibile il giornale su uno strumento elettronico, ma di dotarla di elementi di multimedialità, video e gallerie immagini. ipadL'operazione, ha specificato Pacifici, ha comportato investimenti per circa 10 mila euro, cui dovranno essere aggiunti i costi di gestione. Tanti i progetti per il futuro: uno sviluppo che offra agli ebrei romani tutte le tefillot Bnei Romì (secondo le tradizioni della comunità) in versione digitale e una guida a Roma e all'Italia ebraica, che consenta di esplorarne la storia, le curiosità, i servizi e i punti ristoro in tempo reale.
Il processo di trasformazione tecnologica coinvolgerà l'insieme delle realtà ebraiche italiane. Il numero di settembre del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche che è attualmente in lavorazione racconterà fra l'altro ai propri lettori cosa si muove in questo senso nell'Italia ebraica e quali novità ci attendono al termine dell'estate. Nell'immagine un'anticipazione degli sviluppi su cui sta lavorando la redazione. 


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pilpul
Indifferenti
Il 23 ottobre del 2003 partecipai, insieme ad altri (in realtà pochi) rappresentanti religiosi e istituzionali, ad una toccante cerimonia sul piazzale del Campidoglio davanti alle bare di 13 somali musulmani morti annegati durante una traversata verso Lampedusa. Ci fu un sussulto dell'opinione pubblica, l'omaggio istituzionale e le esequie a spese del Comune. Ieri 25 morti soffocati nella stiva di un barcone approdato a Lampedusa, che si aggiungono alle decine o centinaia di vittime di trasporti disumani degli ultimi giorni, mesi ed anni e che non riescono a smuovere più nessuno e che diventano solo una piccola notizia. La tragedia che si svolge nei mari a noi vicini richiede intelligenza politica e capacità di decisioni delicate e dolorose, e non invidiamo chi le deve prendere. Quello che però bisogna evitare è di abituarsi e rimanere indifferenti alla notizia di un morto affogato o soffocato o disperso in mare.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma


Clandestini
Tobia ZeviE continuiamo a chiamarli clandestini, cioè «nascosti» (dal latino clam). Quei corpi allineati sulla banchina, martoriati dall’asfissìa, coperti da sacchi di plastica, esposti agli sguardi di bagnanti ignari. È difficile immaginare qualcosa di meno clandestino, di più esplicito ed eloquente, dei corpi delle migliaia di profughi che solcano il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. Persone che mostrano il corpo – sempre il corpo! – agli obiettivi delle telecamere, ai radar delle capitanerie, ai binocoli dei marinai e ai sensori degli elicotteri. Corpi che sono oggetto di trattativa tra governi: Gheddafi li tratteneva in cambio di soldi e strade, per la gioia dei nostri governanti, e ora li spinge a partire come ritorsione contro il vecchio alleato.
E continuiamo a chiamarli clandestini, sosteniamo che siano loro a nascondersi. Ma è stato calcolato che dal 1988 a oggi, parlando solo dei morti ufficiali, cioè delle salme recuperate, muoiono nel Mediterraneo, nel tentativo di approdare sulle nostre coste, tre persone al giorno. Tre persone al giorno. Fate voi i calcoli. Sono forse nascosti, questi corpi? O siamo noi a non volerli vedere?
Nel frattempo scatta la rivolta nei Centri per rifugiati in giro per l’Italia. Esasperati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni dei centri, i richiedenti asilo assaltano le forze dell’ordine, senza che nel nostro paese – unico tra quelli occidentali - vi sia una legge organica sull’asilo politico.
Cosa fa il Governo di fronte a tutto questo? Sbriga affari più urgenti. Non solo la crisi, ci mancherebbe, ma anche bocciare la proposta di legge contro l’omofobia. Oppure approvare la norma sul fine-vita, quella che rende inutile esprimere la propria Dichiarazione anticipata di volontà (testamento biologico) e che impedisce di nominare il partner come fiduciario. Affari urgentissimi.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas 


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notizie flash   rassegna stampa
Israele - Netanyahu disposto a discutere
sui confini
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Una fonte nell'ufficio del premier, citata dai media locali sostiene che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è disposto a discutere un pacchetto di proposte, contenente anche una 'formula' sui futuri confini tra Israele e uno stato palestinese per facilitare gli sforzi della diplomazia Usa e Ue per rilanciare i negoziati di pace. Secondo la fonte il premier ''è disposto ad accettare un pacchetto che includa una formula sui confini'', ma resta contrario al ritorno ai confini del 1967.

 

Come si sa, Israele attraversa da qualche tempo un vivace ciclo di agitazioni sociali: c'è uno sciopero dei medici, ci sono i giovani che protestano per il costo delle case. Le manifestazioni sono spesso esaltate in un'ottica antisraeliana: per esempio Tosatti su Terra; la redazione dell'Osservatore Romano, Capotondi sulla Voce Repubblicana che più o meno chiaramente la accostano alle rivolte arabe...
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Ugo Volli



















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