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14 settembre 2011 - 15 Elul 5771
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david sciunnach David
Sciunnach,
rabbino 

È scritto nella Parashà di questa settimana: “Tu poi farai una dichiarazione davanti al Signore...”(Devarim 26, 5) Il Tifereth Shlomo commenta questo verso mettendo in evidenza come la Toràh voglia insegnarci che quando desideriamo rivolgerci al Creatore, prima di rendere una qualsiasi dichiarazione dinnanzi a Dio, dobbiamo riflettere sulla nostra essenza e sul nostro valore, ponendoci  dinnanzi a Lui con umiltà.

 Davide  Assael,
ricercatore



davide Assael
Sarebbe ormai utile un bollettino che aggiornasse costantemente sulle vicende europee, non solo relativamente a quelle di natura economica. L’ultima è che il parlamento islandese sta preparando una legge per punire il precedente governo di centro-destra, che ha portato il Paese alla bancarotta non avendo previsto le conseguenze della politica finanziaria su cui aveva incentrato la propria azione economica. Una cosa simile sta avvenendo in Ungheria. Certamente, la distanza fra le due nazioni è immane, qualcuno sostiene anche che in Islanda si sia consumata una vera e propria truffa ai danni dei cittadini, ma non posso non rilevare l’apertura di una deriva pericolosa, che spero non venga riproposta nelle imminenti campagne elettorali che si svolgeranno nel Continente. Queste leggi dal sapore retroattivo sembrano rispondere alla ricerca di un capro espiatorio che può avere conseguenze nefaste, soprattutto per le minoranze. Non mi sembra, per ciò che so, che l’ebraismo europeo stia dicendo qualcosa in merito. Pensare al Medioriente è per ogni ebreo doveroso, ma non esenta dal riflettere su ciò che accade nel luogo dove si abita.
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davar
Qui Roma - Aspettando la Notte della Cabbalà
Grandi emozioni in arrivo nel cuore di Roma. Nelle prossime ore la città si prepara infatti a vivere tutta d'un fiato le suggestioni della Notte della Cabbalà, evento circondato da crescenti curiosità che nella notte di sabato catalizzerà l'area del vecchio Ghetto con la partecipazione del Comune di Roma, dalla Comunità ebraica capitolina e dallo staff del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica che proprio in tale occasione aprirà i battenti della quarta edizione. Ricco il programma che si aprirà con la fine del riposo ebraico dello shabbat per proseguire fino a tarda notte tra eventi musicali, teatro, degustazioni e dj set. Il tutto all'insegna della cultura, del divertimento e della valorizzazione di un quartiere che è tra i pezzi di storia più autentici della Capitale. Apertura in grande stile: momento inaugurale sarà infatti un incontro con lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua al Tempio di Pietra. In seguito l'attenzione si sposterà nella zona del Ghetto con eventi in programma al Palazzo della Cultura, al Teatro di Marcello e a Largo 16 ottobre. Tra gli ospiti rabbini, artisti e intellettuali. Porte aperte inoltre per la sinagoga e il Museo Ebraico mentre i ristoranti kosher del Portico d'Ottavia sono stati allertati per tenere alzata la serranda oltre il normale orario di chiusura. E mentre ci si adopera per gli ultimi aspetti logistici, cresce l'attesa della gente. “Il nostro call center sta ricevendo numerose chiamate di persone che manifestano interesse ed entusiasmo. Non posso quindi che essere ottimista per la buona riuscita dell'operazione” racconta Francesco Marcolini, presidente di Zetema, società di promozione interamente partecipata dal Comune di Roma che ha lanciato questa novità culturale nel palinsesto dell'estate romana di cui è per l'appunto ciliegina sulla torta conclusiva. “Si tratta di una preziosa occasione per valorizzare e vivere intensamente una zona ricca di poesia e significato. Un modo per assaggiare l'ebraismo da un punto di vista culturale ma anche ricreativo e gioioso, uno degli obiettivi su cui abbiamo lavorato con maggiore slancio in questi tre anni iniziati proprio con l'organizzazione del Festival di Letteratura Ebraica”. Alle prime luci dell'alba il passaggio di consegne: da quel momento sarà infatti il Festival a monopolizzare l'attenzione dei visitatori dell'area ghettaiola per una intensa quattro giorni di incontri, dibattiti e riflessioni che coinvolgerà nomi illustri del panorama letterario internazionale e che si snoderà tra Palazzo della Cultura, Museo Ebraico ed Ermanno Tedeschi Gallery. “Rispetto agli anni scorsi – spiega Raffaella Spizzichino, curatrice del Festival assieme a Shulim Vogelmann e Ariela Piattelli – è stato deciso di concentrare le nostre attività nel quartiere ebraico. È una scelta che vuole dare nuovo impulso e centralità a questa area così ricca di storia, fascino e significato. Il programma è vasto e credo possa facilmente adattarsi a vari gusti e sensibilità”. Tra gli ospiti alcuni grandi protagonisti del settore (su tutti Yehoshua e Howard Jacobson, che lo scorso anno fu costretto a declinare l'invito per il contemporaneo conseguimento del prestigioso Man Booker Prize) oltre a rabbini, storici e intellettuali. Inoltre tanta musica e arte con attenzione particolare rivolta al patrimonio di conoscenza, tradizione e memoria dell'antichissima comunità ebraica romana. Vari i filoni tematici in agenda: dal Talmud alla Cabbalà, dal teatro giudaico-romanesco alle vicende comunitarie legate all'abbattimento dei cancelli del Ghetto e al processo di unificazione nazionale di cui il prossimo 20 settembre si celebrerà uno degli anniversari più attesi.

a.s.

Qui Roma - Maccabi, nuova stagione al via
Partenza di slancio per le nuove attività del Maccabi Roma. Alla presenza tra gli altri del presidente della federazione europea Motti Tichauer, è stata inaugurata ieri la nuova stagione agonistica del calcio e del tennis. Molti i ragazzi ritrovatisi nelle strutture del centro sportivo Moon River in zona Marconi. Un numero oltre le più rosee previsioni, spiegano i dirigenti accompagnatori al seguito delle varie compagini, che lascia ben sperare per un proseguo di stagione foriero di soddisfazioni. In serata primi allenamenti per la squadra di futsal, guidata anche quest’anno dall’ex calciatore professionista Filippo Feliziani. Composta in
buona parte da atleti protagonisti ai recenti Giochi Europei viennesi, la squadra è chiamata tra le tante sfide future a una possibile partecipazione al torneo panamericano in programma a dicembre in Brasile. Un’occasione affascinante e prestigiosa sulla quale la dirigenza Maccabi, rappresentata ieri da alcune delle sue anime romane – Stefano Di Porto, Roberto Di Porto e Fabrizio Della Rocca  – sta intensificando il lavoro. “È un sogno dei nostri ragazzi e un obiettivo concreto della dirigenza” spiega il presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello, che vede nel torneo carioca un fondamentale preambolo alle Maccabiadi del 2013. In attesa di notizie positive su questo fronte, per rinverdire il palmares e celebrare uno dei risultati più importanti recentemente conseguiti, è stata consegnata da Tichauer, in città per il grande think tank sui Centri ebraici appena conclusosi al Centro Pitigliani, la coppa del campionato provinciale organizzato dalla CSI e vinta l’anno scorso proprio dai ragazzi allenati da Feliziani. Ad alzare il trofeo il capitano Massimo Fiorentino, jolly offensivo riciclatosi pivot dopo un passato da estremo difensore professionista nel calcio a undici. Poi, conclusosi questo momento di euforia, tutti sul campo per gli esercizi aerobici e per i primi calci al pallone.


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pilpul
Il Mikvé di Ortigia
Francesco LucreziDi grande successo e di elevato interesse (ennesimo segno di quell’importante fenomeno umano e culturale che è il risveglio ebraico nell’Italia meridionale, incoraggiato con intelligenza, coraggio e lungimiranza dal Dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) si sono rivelate le manifestazioni organizzate lo scorso 4 settembre a Siracusa, nella splendida isola di Ortigia, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Nello stesso edificio che ospita, nei sotterranei, l’antico Mikvé, il bagno rituale adoperato in passato dagli ebrei locali (e recentemente riaperto all’utilizzazione liturgica), un pubblico attento e partecipe si è interrogato (insieme ai rabbini Stefano Di Mauro e Gadi Piperno e a diverse personalità della cultura, di varia competenza e orientamento ideale) sul passato, il presente e il futuro dell’ebraismo in Sicilia, in Italia e nel mondo.
L’ebraismo che risorge o ritorna, in Sicilia e altrove, trova, intorno a sé, un mondo completamente diverso da quello che aveva fatto da alveo e da cornice alla sua precedente presenza. Un mondo, forse, meno freddo e ostile, nel quale i rapporti tra ebrei e gentili appaiono spesso improntati a rispetto, apertura, amicizia. Ma anche un mondo che, accogliendo l’ebraismo nell’abbraccio avvolgente della modernità, rischia di insidiare, di erodere quella identità ebraica che la civiltà del ghetto e dell’esclusione contribuiva, malgrado tutto, a perpetuare.
Qual è il senso profondo, ci si è chiesto a Siracusa, del rapporto tra ebraismo e modernità? In che misura il pensiero moderno è tributario della millenaria sapienza ebraica, che, uscita, con l’ haskalà, l’illuminismo ebraico del XVIII e XIX secolo, dal chiuso delle sinagoghe e delle yeshivòt, l’ha fecondata in mille modi, su tutti i terreni dell’umana scienza e fantasia? E in che misura gli artisti, i filosofi, gli scienziati, gli scrittori ebrei dell’Ottocento e del Novecento, che hanno creato la civiltà moderna, devono o possono essere presi in considerazione per il loro essere ebrei? Se è difficile definire tale appartenenza sul piano dell’osservanza religiosa (dalla quale quasi tutti, sia pure secondo percorsi diversi, si sono allontanati, per lo meno sul piano del rispetto formale), fino a che punto è lecito, è giusto far discendere l’identità ebraica unicamente da una derivazione familiare? O forse tale identità va ricercata nelle domande poste, nelle risposte date o negate, nelle tematiche prescelte e nelle forme del linguaggio artistico o scientifico (sia pure da riconoscere sul piano impervio e desolato della destrutturazione del senso e della perdita del messaggio, nello spazio del silenzio e dell’assenza, di quella che Stéphane Mosès definì la mera “contemplazione delle macerie”)? Esiste, in definitiva, un “pensiero ebraico”? E che vuol dire tale espressione?
Sono domande, evidentemente, sulle quali ci si potrà interrogare in eterno. Eppure, se una sensazione di fondo è parsa emergere dal dibattito siracusano, è quella secondo cui le Sacre Scritture, quantunque abbandonate, quando non rinnegate, da molti figli del popolo ebraico, tornano, ai nostri giorni, a irradiare una magnetica forza di richiamo; a rivelarsi, per vie traverse, matrice arcana e segreta delle più diverse e lontane creazioni dell’arte, della narrativa, della scienza e della filosofia del Novecento e del nuovo millennio. Come il Mikvé di Ortigia, che, nuovamente riempito, dopo secoli, di acqua sorgente, sembrava comunque ispirare, dalla sua silenziosa oscurità, il 4 settembre, le inquiete interrogazioni che andavano intrecciandosi al piano sovrastante.

Francesco Lucrezi, storico

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notizieflash   rassegna stampa
JCall sull'istanza nazionale
della Palestina all'Onu
  Leggi la rassegna

L'organizzaziobne JCall ha emesso la seguente nota:
Il 20 settembre prossimo, i palestinesi chiederanno alle Nazioni Unite che la Palestina venga riconosciuta come Stato membro. Con l’avvicinarsi di questa scadenza, JCall, che fa appello a un negoziato di pace tra israeliani e palestinesi secondo il principio di “Due Popoli, due Stati”, sottolinea i seguenti punti: È proprio il diritto inalienabile dei popoli...
 

La visita del primo ministro turco Erdogan in Egitto, prima tappa di un viaggio che lo porterà anche a Tunisi ed a Tripoli, è sicuramente l’argomento principale per i quotidiani di oggi. Acuta l’osservazione di Lucia Annunziata che, su La Stampa, scrive che Erdogan ha saputo cogliere il momento difficile degli USA nel mondo arabo per sostituire l’influenza americana con quella turca.  »

Emanuel Segre Amar











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