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19 marzo 2012 - 26 Adar 5772
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Rav Laras Giuseppe Laras, presidente emerito dell'Assemblea rabbinica italiana

Di fronte a un delitto così efferato, vile e crudele come quello odierno di Tolosa ai danni di bambini inermi e di altre persone della locale Scuola Ebraica, si resta senza parole con sentimenti di sdegno, sbigottimento e dolore. Questa carica di odio inesausta, e che appare inesauribile, contro le figlie e i figli del Popolo Ebraico può indurre in noi un senso di impotenza e di disperazione. Dobbiamo sempre, però, reagire con tutte le nostre forze contro tali delitti che offendono l'umanità e la dignità degli esseri umani. L'attentato contro una Scuola, ovvero contro allievi e maestri, assume inoltre un drammatico significato simbolico, in quanto vuole profanare e distruggere, oltre al presente, il futuro, l'idea e la possibilità stessa dell'educazione e della speranza. Ci stringiamo vicini alle famiglie delle vittime con sentimenti di presenza e di partecipazione.

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
Alcune riflessioni di questi giorni sembrano ancorate a un pezzo della nostra storia in cui la sinistra era la sinistra e la destra era la destra. Quantunque, anche allora, come i più vecchi di noi ricordano, si verificavano mescolanze inaspettate, ricordate i nazi maoisti, uno dei cui fondatori dirige oggi il giornale neonazista Rinascita? Eppure, oggi basta andare sul web per trovare commistioni di ogni tipo fra la cosiddetta destra estrema e la cosiddetta sinistra estrema. I siti negazionisti e neonazisti hanno un coté filopalestinese acceso quanto quello dei più estremisti dei centri sociali. Ieri, il negazionista Moffa ha sostenuto in un convegno che Enrico Mattei è stato assassinato dagli israeliani. Il convegno era organizzato dall'Associazione culturale bolognese Eur-eka, il cui sito ha link a siti no-global e filoiraniani, con etichette che dicono Giù le mani dall'Iran. Beato chi che riesce ancora a distinguere la destra dalla sinistra!

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"Fraternamente vicini agli ebrei di Francia"
Renzo GattegnaIn merito al gravissimo attentato alla scuola ebraica di Tolosa il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

"Le notizie che giungono da Tolosa ci fanno rivivere i peggiori incubi. C’è sgomento e orrore nell’apprendere che la scuola ebraica di quella città è stata colpita da un’azione terroristica e che con armi da fuoco sono stati uccisi e gravemente feriti bambini, genitori e docenti. Se questo è potuto accadere con tanta facilità e con tanta efferatezza, significa che oramai tutta l’Europa è minacciata da gruppi e da individui che iniziano a colpire e ad uccidere gli appartenenti a minoranze, ma che evidentemente stanno progettando la distruzione della libertà, della democrazia e della pacifica convivenza in tutto il nostro continente.
Le Comunità ebraiche italiane sono fraternamente vicine e condividono il dolore delle famiglie e delle Comunità francesi, nella certezza che la stragrande maggioranza della società e dell’opinione pubblica dei nostri Paesi condivida questi sentimenti. Per il momento non si conoscono gli autori dei crimini né sono apparse rivendicazioni, ma è urgente che venga fatta luce sull’identità e sui programmi di tutti coloro che, seminando odio e compiendo gravissimi crimini nel totale disprezzo della vita umana, si pongono al di fuori di qualsiasi consesso civile".

In queste ore la Giunta della Comunità ebraica di Roma ha indetto una riunione straordinaria alla presenza tra gli altri del presidente UCEI Renzo Gattegna. Secondo Riccardo Pacifici, leader degli ebrei capitolini, è adesso necessario un 'ulteriore ragionamento' insieme alle autorita e alle forze dell'ordine sulle misure che possono essere adottate a tutela delle istituzioni ebraiche. "C'e' un clima non buono", osserva Pacifici, legato al fatto che "in momenti di destabilizzazione e di crisi economica, laddove c'è la capacità della rete islamica fondamentalista e tanti fattori come gruppi di estrema destra che si stanno riorganizzando, quelli ebraici sono obiettivi facili che accomunano diverse ideologie in questo momento contro le nostre istituzioni"


Qui Firenze - Conquistare le risorse, attirare il futuro
Il corso di formazione del Dec tira le somme
FIRENZE 2Ritmi serrati nel confronto e apertura di prospettive nuove e complesse nell'ultima tornata del Corso di formazione organizzato dal dipartimento Educazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che si conclude in queste ore a Firenze.
Dopo una prima giornata dedicata alla formazione molto concentrata sull'organizzazione comunitaria e arricchita di approfondimenti sociologici, demografici e storici con i contributi di Georges Bensoussan, Sergio Della Pergola e Saul Meghnagi è stata oggi la volta di un'analisi approfondita del problema della gestione delle risorse su cui può contare l'ebraismo italiano.
Il vicepresidente UCEI Anselmo Calò ha tracciato un quadro delle risorse esistenti particolarmente concentrato sull'andamento della raccolta Otto per mille. Numerose le domande dei partecipanti, Presidenti, Consiglieri e amministratori di Comunità, rabbini, attivisti delle organizzazioni giovanili ebraiche.
FIRENZE 2La situazione, estremamente complessa, lascia intendere che la limitata capacità di raccolta delle risorse dell'ebraismo italiano rischia di minacciare il futuro delle Comunità e di limitare i servizi e le attività che queste sono in grado di offrire. Ma il confronto, sempre molto vivo, si è intrecciato con i temi toccati nella giornata precedente di lavori (le dinamiche demografiche globali, i fenomeni di antisemitismo, il rapporto con Israele), perché il problema delle risorse e soprattutto una capacità di raccolta diversificata a seconda delle varie realtà ebraiche locali, corre il rischio di condizionare fortemente il futuro dell'ebraismo italiano.
Nella sua ultima tornata il corso di formazione ha continuato anche a costituire uno straordinario laboratorio di lavoro e di progettazione per le istituzioni degli ebrei italiani. In parallelo, sempre a Firenze, si è tenuto il corso di aggiornamento degli insegnanti delle scuole ebraiche italiane. Fra i molti temi evocati il rapporto fra didattica e tecnologia: spunti dal modello pedagogico ebraico, l'alfabetizzazione tecnologica, le risorse web, i portali per la didattica delle varie discipline, l'antisemitismo e antisionismo ieri e oggi, dall’Europa ai Paesi arabi, ebraismo, società e avanguardia: attualità, sfide e nuovi orizzonti, nuovi spazi di apprendimento online.

Qui Milano - Gli strumenti della Memoria
MilanoPrima di iniziare, un minuto di silenzio per le vittime dell'attentato alla scuola ebraica di Tolosa. Si parla di Memoria al seminario rivolto agli insegnanti delle scuole “La singolarità di Auschwitz: problemi e derive dell’insegnamento della Shoah” organizzato dall’associazione Figli della Shoah e dal Mémorial de la Shoah di Parigi e promosso dal Comune di Milano, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e Ufficio Scolastico per la Lombardia. Una memoria che dovrebbe servire come arma contro questi atti violenti di intolleranza e di odio, una memoria che dovrebbe combattere l’ignoranza che ne è la causa profonda, una memoria che tuttavia, evidentemente, stenta a radicarsi nella mente dei cittadini. “L’Italia fa poche analisi, fatica a fare i conti con il proprio passato e anche quando li fa è troppo indulgente. Anche il Giorno della Memoria risulta ancora qualcosa di un po’ posticcio, è come se ci fosse un buco nel senso civico degli ’italiani”, ha affermato il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, presente questa mattina in qualità di presidente della Fondazione Memoriale della Shoah. È dunque necessario prendersi un momento di studio e di riflessione su questi temi, che nel corso della giornata di oggi verranno affrontati da Michele Sarfatti, Presidente della Fondazione CDEC, George Bensoussan, storico francese, direttore della Revue d’Histoire de la Shoah e responsabile editoriale del Mémorial de la Shoah, Iannis Roder, responsabile della formazione degli insegnanti del Mémorial de la Shoah, Laura Fontana, responsabile per l’Italia del Mémorial de la Shoah. “I momenti di studio sono più importanti di quelli celebrativi, nei quali tutto sembra già visto e sentito, e dovrebbero essere più frequenti e coinvolgere maggiormente i giovani, che possono servirsi in modo proficuo dello strumento internet”, ha sottolineato il consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Raffaele Turiel. E il rischio della banalizzazione e dell’assuefazione a questi temi, non solo nelle celebrazioni ma soprattutto all’interno della didattica, è particolarmente delicato e sentito non soltanto dalle autorità presenti per i saluti, ma anche dai testimoni stessi della Shoah. Goti Bauer, sopravvissuta ai campi di sterminio, ha osservato: “Questa situazione mi fa particolarmente soffrire, soprattutto vista la fatica che faccio per raccontare questi fatti. Però l’alta affluenza a questo seminario è per me di conforto: l’interesse per questi argomenti è ancora vivo e mi fa sperare. Cosa succederà quando scomparirà anche l’ultimo testimone? Ci saranno questi professori e i loro allievi, pronti ad affrontare coloro che ancora cercheranno di minimizzare, per la loro ignoranza, la portata degli avvenimenti della Shoah”. E forse, se saranno bravi, un giorno non ci sarà più bisogno di cominciare con un minuto di silenzio.    

Francesca Matalon

pilpul
In cornice - Ebrei qualsiasi
daniele liberanomeStamani a Tolosa sono stati uccisi alcuni bambini e un papà. Il nostro divieto di fare immagini, ci deve venire qui in aiuto per ricordarli nel modo giusto: focalizziamoci poco sui loro volti, sfumiamoli, e pensiamo al fatto che erano bimbi e un papà ebrei qualsiasi, come potrei essere io – e voi - con i miei – e i vostri – figli.

Daniele Liberanome, critico d'arte

notizie flash   rassegna stampa
Tel Aviv apre le porte all'arte
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"2012 Anno dell'Arte". E' questo slogan ad annunciare il grande incontro internazionale nel segno dell'arte in programma da mercoledì a sabato a Tel Aviv. Happening, installazioni, spettacoli, conferenze, visite gratuite e una maratona di 24 ore nelle sale museali: l'obiettivo è quello di fare di Tel Aviv "the place to be" per chi si occupa a più livelli di cultura e promozione culturale.
 
 

Asma Assad, Rosa del deserto
infangata dalle maIl
Andrea Malaguti, Stampa























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