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29 marzo 2012 - 6 Nisan 5772
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elia richetti Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
 


Quasi sempre la Parashà di Tzaw si legge nel sabato che precede Pésach. Benché nella Parashà non vi sia alcun accenno a Pésach, un collegamento esiste. La Parashà tratta delle regole per l'iniziazione dei Kohanìm al loro servizio. Si tratta dell'inizio di una nuova realtà, inizio accompagnato da norme minuziose.per dare alla cosa il giusto rilievo. Pésach è l'inizio, la nascita stessa di un popolo libero di essere in legame solo con D.o. Anche questo inizio è circondato da regole minuziosissime, ed a Pésach sono collegate anche molte altre regole, come l'Omer, la challà, eccetera. Tutte queste regole sono collegate all'idea dell'inizio di qualcosa: l'Omer è l'inizio dell'uso dei cereali nuovi, la challà è "la prima parte" dell'impasto...Forse possiamo ricavarne un concetto. Di fronte ad ogni cosa nuova siamo portati ad affrontarla sull'onda dell'entusiasmo, della spontaneità. Ciò non è negativo in sé, a patto però che ci sia la consapevolezza del valore che la novità comporta. Questa consapevolezza è data dall'adesione a regole che ne facciano comprendere l'importanza. L'entusiasmo per i regali che D.o ci fa deve essere sempre collegato con la continua consapevolezza del loro valore.


Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Così dice l'art. 1 della Costituzione. Trovatasi di fronte a una difficile congiuntura economica – in parte condivisa con altri paesi dell'Unione Europea, in parte derivante da proprie vetuste tare – la democrazia italiana ha scelto la via abbastanza anomala, anche se non nuova nel paese, del governo "dei tecnici", presieduto da Mario Monti. In altre democrazie, nei momenti di emergenza, i partiti politici – forza mediatrice essenziale nel funzionamento di una democrazia – solitamente rinunciano a una parte delle proprie esigenze programmatiche e si mobilitano in un governo di unità nazionale. Le difficili e spesso impopolari decisioni necessarie a sanare la situazione d'emergenza vengono prese di comune accordo, e la responsabilità politica dei risultati, buoni o cattivi, viene quindi esplicitamente condivisa. In Italia i partiti hanno mantenuto la propria facoltà legislativa ma hanno scelto di delegare quella esecutiva. I partiti italiani, dunque, si dissociano dalla responsabilità diretta di un eventuale fallimento delle riforme, e soprattutto prendono distanza dal prezzo che le diverse parti sociali dovranno, ognuna, pagare in nome del salvataggio economico del paese. Il governo "tecnico" Monti, in un modo o nell'altro, giungerà al termine del proprio mandato. E allora i partiti politici torneranno a chiedere la fiducia degli elettori – quegli elettori per i quali non hanno voluto esporsi in prima persona nel momento della maggiore necessità. Resta un quesito: vorranno gli elettori rinnovare la fiducia a quegli stessi partiti?

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davar
Qui Roma - Primo Levi, tre generazioni a confronto
C'è il Primo Levi testimone, il Primo Levi scrittore, il Primo Levi partigiano. Molte declinazioni della biografia del grande intellettuale ebreo torinese tengono banco in queste ore nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei Ministri dove, davanti a una platea di intellettuali, accademici e studenti, è in corso di svolgimento la terza giornata del simposio organizzato dal Master internazionale in didattica della Shoah di Roma Tre in collaborazione con l'Associazione Europa Ricerca onlus e con molti autorevoli patrocini tra le istituzioni ebraiche e nella sfera pubblica, nel venticinquesimo anniversario della morte dell'autore di Se questo è un uomo. Ad aprire i lavori l'intervento di David Meghnagi, direttore del Master e curatore del programma assieme alla professoressa Giovanna Grenga, che si sofferma sul grande entusiasmo e sulla ricchezza di contributi che hanno caratterizzate le prime due giornate. “L'aver messo assieme tre diverse generazioni a confronto – spiega – è uno degli aspetti più entusiasmanti e significativi di questa esperienza”. Il professor Meghnagi annuncia poi la nascita, all'interno di Roma Tre, di un centro di ricerca, didattica e formazione dedicato allo scrittore. Un'iniziativa che, illustra, “vedrà il coinvolgimento degli altri atenei che hanno aderito a questo simposio. Insieme, piuttosto che ciascuno per conto suo, possiamo infatti dare più forza a questo progetto”. Testimonianze, prima dell'apertura della quinta sessione di studio, giungono poi dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e da Anna Nardini, consigliere del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah. “Primo Levi – ricorda il ministro Profumo – ci ha lasciato 25 anni fa in modo tragico, senza che noi potessimo cancellarne la memoria. Il suo insegnamento in prosa e in poesia resterà per sempre a illuminare l'amore per il prossimo contro la degradazione umana, il sentimento della dignità offesa contro la barbarie”. Da Levi, sottolinea poi il presidente Gattegna, “ci arriva un contributo fondamentale per raccontare la vergognosa verità di quel periodo storico, una verità che in pochi in Italia erano in grado di accettare”. E con Levi, ancora, è possibile aprire una finestra su una galassia di vicende e di esperienze ancora poco approfondite: la partecipazione degli ebrei italiani alla Resistenza, “un aspetto della nostra storia che merita di essere conosciuto”. Primo Levi era un uomo libero, afferma infine la dottoressa Nardini, “e ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per i sopravvissuti alla Shoah, che dai suoi scritti attingono per tenere accesa la luce della testimonianza”. Moderati dal presidente emerito della Camera Luciano Violante, che si dice ammirato per la straordinaria forza fisica e interiore dimostrata “da questo piccolo grande uomo”, prendono quindi la parola i relatori. Molte e commosse le voci, che raccontano Primo Levi da più angolature e con affreschi spesso inediti. Tra i principali protagonisti lo storico Alberto Cavaglion, fresco curatore di un'edizione commentata di Se questo è un uomo pubblicata da Einaudi e in distribuzione proprio in questi giorni nelle librerie. Al cuore del suo intervento le fonti letterarie dell'opera, l'analisi dei numerosi riferimenti alla classicità. È questo un mondo che emerge pagina dopo pagina, spiega Cavaglion, “e che attinge con evidenza dalla molta letteratura studiata ai tempi del liceo” mostrando come forte sarà nella sua prosa e nel suo pensiero, anche declinato ebraicamente, il nesso con gli anni trascorsi sui banchi di scuola. Di grande originalità anche gli interventi di Fabio Levi, che parla del suo quasi omonimo come di “un intellettuale del presente”, dimensione cui arriva attraverso penetranti critiche e denunce su numerosi argomenti di dibattito pubblico, Micaela Procaccia, che analizza il rapporto dell'autore con il Piemonte non solo come orizzonte geografico ma anche come “modo di essere”, e Robertino Zanoni, che racconta la singolare esperienza di un Giorno della Memoria nel solco delle pagine di Primo Levi in un corso per matricole di Chimica all'università Sapienza.
Al termine della pausa pranzo, i lavori riprenderanno nel primo pomeriggio con la sesta sessione di approfondimento. Moderati da Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, interverranno tra gli altri Marco Belpoliti (Primo Levi tra tragedia e commedia), Liliana Picciotto (Primo Levi storico), Frediano Sessi (Primo Levi e la scelta della Resistenza), Brunello Mantelli (Primo Levi: la scelta della Resistenza e i percorsi della memoria) e Miriam Meghnagi (Letture scelte da Primo Levi e Paul Celan). Il convegno si avvierà quindi alla conclusione, domani mattina dalle ora 9 e nella stessa sede, con l'ultimo momento di incontro e riflessione moderato da Rino Caputo, preside della Facoltà di Lettere dell'Università Tor Vergata.

a.s. twitter @asmulevichmoked

Melamed - A Bologna con DafDaf per progettare il futuro
Qui si viene per progettare il futuro. La Bologna Children’s Book Fair non è un giocattolino: si tratta della più grande fiera internazionale del libro per ragazzi. Una vera macchina da guerra, fatta di 20 mila metri quadrati, riempiti all’inverosimile dagli stand degli oltre 1200 espositori, provenienti da una settantina di paesi, e a visitare la fiera sono solo i professionisti. Come spiega Roberta Chinni, project manager della grande manifestazione culturale, “La Fiera condensa in sé un momento ben preciso, che è quello della progettazione: qui si incontrano gli illustratori con gli autori e con gli editori. Qui ci sono gli agenti letterari, che sono presenti per poter approfittare appieno di quello che è un luogo privilegiato per gli scambi del mercato di copyright per ragazzi, anche grazie ad un centro apposito che garantisce loro tutta l’assistenza professionale necessaria. Alla Bologna Children’s Book Fair non si viene per comprare libri, la presenza del pubblico non è possibile perché tutte le energie dei professionisti presenti devono essere rivolte al futuro, a quelli che saranno i libri di domani”. Portare DafDaf, il giornale ebraico dei bambini, Italia Ebraica e Pagine Ebraiche alla Fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna dunque non è il semplice spedire qualche pacco di giornali: per poter accedere alla fiera bisogna inventarsi qualcosa di più. L’anno scorso DafDaf era già stato invitato a presentare i primi numeri usciti, ma quest’anno serviva un salto di qualità, bisognava offrire qualcosa di più: proporre un incontro interessante era il primo passo necessario per farsi invitare dagli organizzatori della fiera, condizione necessaria per poter distribuire il giornale. Per fortuna i collaboratori non mancano, ed ecco allora nascere l’idea di una tavola rotonda per discutere di come e cosa la cultura ebraica possa offrire alla società. Il titolo dell’incontro era Leggere per crescere - Cultura ebraica e società plurale, con interventi di Sarah Kaminski, traduttrice e docente di ebraico moderno, dell’Università di Torino, Odelia Liberanome, coordinatrice del Centro pedagogico dell'UCEI e Paola Milani, docente di pedagogia all’Università di Padova. La redazione, poi, ha raccontato qualcosa del rapporto con i molti collaboratori di DafDaf, e il tutto è stato moderato da Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’UCEI. Un po’ una scommessa, mettere insieme persone molto diverse e proporre un argomento non proprio ovvio, ma alla fine, oltre all’interesse del pubblico presente, è stato bello vedere come le persone invitate a parlare siano riuscite a trovare argomenti comuni, tanto da decidere di continuare la giornata insieme, chiacchierando, raccontandosi e visitando la fiera, iniziando con una visita guidata (da Luisa Valenti, l’illustratrice che firma le copertine di DafDaf) della bellissima mostra degli illustratori e di Como as cerejas – Come le ciliegie – la mostra curata dal Portogallo, paese ospite di quest’anno.
La sensazione, alla BCBF, è comunque sempre la stessa, per tutti: molto stimolante,  interessantissima… troppa! Bisognerebbe avere tanto tempo, per visitarla davvero. Come ha giustamente detto una delle illustratrici di DafDaf, invitata alla presentazione: “È la stessa cosa tutti gli anni ma ormai ho imparato, devo restare almeno tre giorni, così il primo posso passare a salutare tutte le persone che conosco, il secondo inizio ad orientarmi e il terzo, finalmente, riesco a vedere le cose interessanti che mi sono segnata prima di arrivare”.
Al pomeriggio lo staff di DafDaf e gli ospiti si sono spostati in città, al Museo Ebraico dove, grazie all’aiuto organizzativo della curatrice Vincenza Maugeri e all’ospitalità del professor Franco Bonilauri, direttore del museo che ha anche moderato l’incontro, DafDaf ha organizzato il secondo appuntamento della giornata: Ebraismo e società plurale: itinerari di conoscenza - Scuola, libri, musica e tradizioni. Gli stessi ospiti del mattino hanno avuto così occasione di approfondire i temi già trattati e di proporre nuovi spunti, circondati dai bellissimi pannelli della mostra su Laura Orvieto che ha aperto da poco e sarà visitabile fino al 22 aprile.
Appena finito l’incontro, dalla Fiera arriva la conferma di quello che si sperava: le copie di Pagine ebraiche sono esaurite, inserite nelle cartelle  di materiale consegnate ai giornalisti che da tutto il mondo arrivano a Bologna e si registrano alla sala stampa. In serata nuovi incontri e nuovi progetti  alla libreria Giannino Stoppani, seguito dall’inaugurazione di una mostra sugli albi illustrati progettata dall’associazione culturale Hamelin, la stessa che organizza BilBOlBul, la grande rassegna internazionale del fumetto, dove il prossimo anno la redazione di Daf Daf conta di essere presente in forze.

Ada Treves - twitter @atrevesmoked

Qui Gerusalemme - Tsad Kadima, un altro passo avanti
Si e svolta al Teatro di Gerusalemme l'annuale serata di gala di Tsad Kadima, una festosa occasione per più di 370 ragazzi cerebrolesi educati da Tsad Kadima in Israele. Al centro dell'evento il concerto di Mati Caspi e Shelomo Gronich "Dietro i Suoni", un classico della musica israeliana; ospite d'onore, a sorpresa, l'artista dell'armonica Lee Cooper che si esibito in un pezzo di musica jazz. Scopo della serata, raccogliere fondi per finanziare i progetti dell’associazione e in particolare in favore delle attivita di educazione complementare, quali gli appartamenti di istruzione e il campeggio estivo. Tra i presenti i dirigenti delle principali rappresentanze italiane in Israele, del Consolato di Gerusalemme e molti amici. Immancabili ospiti l'ambasciatore italiano in Israele Luigi Mattiolo con la signora Stefania che seguono sempre con grande interesse gli eventi di Tsad Kadima. Ma il vero protagonista della serata è stato il presentatore Jonathan Cohen, il primo cerebroleso ufficiale dell'esercito a tutti gli effetti. Jonathan a giorni salirà di grado e diventerà capitano continuando il suo compito militare, coperto da segreto ma definito di grande importanza. Il giovane si è svelato al grande pubblico alcuni giorni fa nel corso di un brillante intervento durante un programma televisivo, accompagnato da Alessandro Viterbo (nell'immagine a sinistra insieme all'ambasciatore Luigi Mattiolo e sua moglie), presidente del comitato organizzatore.  Come in televisione anche nel corso della serata Jonathan ha ribadito il suo modo di vedere le cose: "Non soffro di cerebrolesione, ma vivo con la mia cerebrolesione!", mettendo in evidenza il compito fondamentale che i programmi di Tsad Kadima"svolgono in questo senso.

Qui Vercelli - Quell’antico Sefer Torah da salvaguardare
Il restauro di un antico Sefer Torah proveniente dalla sinagoga di Biella, ai piedi dei monti piemontesi ‐ conservato ora a Roma, è un’operazione molto delicata, che solo le mani di un esperto sofer è in grado di fare. E solo se il Sefer Torah è kasher potrà essere utilizzato per le attività religiose. La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus si è trovata in questi mesi ad affrontare due problemi in contemporanea, quello di restituire a una piccola Comunità la possibilità di avere almeno un Sefer idoneo per uso cultuale e quello di trovare un sofer che potesse offrire la propria abilità per questo lavoro. Risolti i due primi problemi è rimasto un terzo, quello economico, al giorno d’oggi non facilmente risolvibile. La Fondazione, in accordo con la Comunità locale, ha dunque sottoposto i vari Sefarim ad una verifica da parte del Presidente dell’Assemblea Rabbinica coadiuvato da uno dei migliori soferim in Italia. Insieme hanno scelto quello più adatto al restauro. Il Sefer scelto è di grafia askenazita, scritto nel XIV° secolo; se fosse ripristinato al suo uso originario, sarebbe il più antico Sefer Torah in utilizzo in Italia. Tesoro dall'inestimabile valore culturale, il lavoro necessario per il suo restauro è notevole: comprende la pulitura delle pergamene dalla polvere accumulata, il restauro delle pergamene lacere, la cucitura delle pergamene scucite, il riempimento delle lettere che presentano cancellature o fenditure dell’inchiostro anche minime (ha‐nirà le‐ain), il controllo di tutti i rattoppi (matlitim) effettuati nel corso degli anni e la sostituzione di quelli che non si ritengono soddisfacenti e infine il restauro di tutti i fori di tarli con pasta di pergamena e riempimento delle lettere spezzate. Ora sarebbe tutto pronto per iniziare il lavoro. La Fondazione ha richiesto ad alcune fondazioni bancarie il necessario supporto economico, che non è ancora arrivato. È però evidente che, in una più ampia ed onnicomprensiva accezione di bene culturale, il restauro di una pergamena antica sia importante per le Fondazioni locali (fino ad oggi attente e generose verso il nostro patrimonio artistico), ma che in questo caso particolare queste non at‐ Celebrando i patrioti consapevoli che fecero l’Italia tribuiscano lo stesso valore e la stessa importanza che il restauro di un Sefer Torah può avere per il mondo ebraico: senza un Sefer Torah kasher a questa comunità manca una parte fondamentale che le permetta una regolare esistenza, non potendo offrire il servizio e il supporto religioso ai propri iscritti. La Fondazione si mette sempre a disposizione delle singole Comunità ebraiche per incentivare e canalizzare le sponsorizzazioni, ma si augura che anche privati, che siano essi imprese o persone fisiche, possano contribuire per restauri e valorizzazioni del nostro patrimonio artistico, usufruendo delle detrazioni fiscali per chi promuove iniziative in campo artistico e culturale. In questo caso c’è un antico Sefer Torah che chiede di tornare sulla Tevah.

Diletta Cesana, Italia Ebraica , aprile 2012

Per maggiori informazioni www.beniculturaliebraici.it o scrivete a fondazione@ucei.it

pilpul
Ricordare, immaginare
Scrive Shimon Peres: “La gente preferisce ricordare piuttosto che immaginare. La memoria ha a che fare con cose familiari, mentre l’immaginazione chiama in causa l’ignoto.”  Potrà sembrare assurdo, ma il Presidente dello Stato d’Israele inizia così la prefazione di un libro in cui si spiega il successo d’Israele. Non è quindi la memoria la chiave del successo d’Israele, quanto la sua capacità di saper proiettare la propria visione nel futuro. È solamente attraverso la prospettiva del domani che si possono realizzare cose grandiose. Non bisogna  quindi dimenticare la propria storia, tutt’altro, ma per saperne scrivere una nuova e più bella non basta conoscere il passato, bisogna avere anche il coraggio di cambiarlo.

Daniel Funaro, studente

notizieflash   rassegna stampa
Boom del cioccolato in Israele   Leggi la rassegna

Israele conta per circa l’1,5 per cento nella domanda mondiale di cioccolato, ma il suo mercato nazionale è in crescita costante negli ultimi anni, aiutata dalla crescita economica del paese: le previsioni parlano di un aumento del 5-10 per cento in termini di valore assoluto soltanto per il 2012, dopo che negli ultimi cinque anni il settore è cresciuto complessivamente di poco meno del 40 per cento. La crescita del mercato del cioccolato in Israele sta facendo aumentare gli investimenti delle maggiori multinazionali del settore, la svizzera Nestlé e la statunitense Kraft Foods che sperano di inserirsi nel mercato mediorientale.

 
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