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7 maggio 2012 - 14 Iyar 5772
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l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
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rav Jonathan saks

Adolfo
Locci
rabbino capo
di Padova



Rav Benedetto Carucci Viterbi ieri ha citato questa massima: Rabbi Chaninà ben Dosà: “In colui per il quale il timore del peccato viene prima della sapienza, la sapienza si mantiene; non si mantiene in chi dà la precedenza alla sapienza sul timore del peccato” (Avot 3, 11). Rabbì Yosef Chayym David Azulai (1724-1806) propone questa lettura: Il principio fondamentale dello studio è saper unire alla cognizione tecnica della norma (Halakhà), il sapore del motivo che essa contiene (Midrash), senza il quale non riusciremmo ad assaporare il gusto del timore di D-o...

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
Dove sono finiti i bei tempi, quando si pensava che il dialogo dovesse  avvenire fra opinioni diverse? Quando si pensava di potersi confrontare  su tutti i temi? L'invito rivolto a un nostro "antipatizzante" a  partecipare a un festival ebraico ha suscitato un vivace dibattito e  molte polemiche successive, fra quanti considerano che l'accoglienza al  noto antipatizzante non sia stata sufficientemente deferente e quanti  semplicemente gli contestano il diritto di parlare e di trovarsi là. L'episodio non è il primo, e se continua così noi ebrei ci troveremo non  dico a parlare solo fra noi, perché com'è noto abbiamo opinioni assai  diversificate, ma a chiuderci in una stanza e parlare rivolti allo specchio. E siccome le identità sono sempre multiple, e ancora più lo sono per noi ebrei, neanche questo basterà. Ma dov'è finito il gusto del confronto fra le idee? Mais où sont les neiges d'antan?  

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davar
Contando l'Omer - Non smettere di costruire
Lunedi 7 Maggio, 30° giorno dell’Omer, 4 settimane e due giorni

Una storia che viene dall’antichità getta un’ombra triste sull’Omer e ne giustifica le regole di lutto in vigore in questo periodo (no matrimoni, no taglio dei capelli ecc.): tra Pesach e Shavuot morirono 12.000 coppie di discepoli di rabbì Aqivà. E’interessante che a questa notizia, che poi avrà un impatto rituale non indifferente, il Talmud (TB Yevamot 62b) dedichi 5 righe una sola volta. Non solo, ma la notizia è incidentale e serve a sostenere un altro principio: chi ha fatto figli in giovane età non deve astenersi dal farli in tarda età, chi ha avuto discepoli in giovane età non deve smettere di averli in tarda età, come appunto successe a rabbì Aqivà che aveva tanti allievi, li perse tutti, e in tarda età creò un nuovo piccolo gruppo che portò avanti la sua dottrina. Sulla storia degli allievi che morirono c’è tutta una serie di domande senza risposte convincenti; ma la sua collocazione nel periodo dell’Omer, l’impatto che ha avuto e la modalità di trasmissione sembrano proporre questo messaggio: che proprio questo è il momento per pensare alla precarietà delle nostre costruzioni ma anche all’obbligo di non smettere di mai di costruire.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma - twitter @raviologist

Informazione - Pagine Ebraiche e Moked aprono al 2.0
Aria di novità tecnologiche spira sulla redazione del Portale dell’ebraismo italiano e di Pagine Ebraiche. E naturalmente sui suoi lettori. Che in queste settimane di primavera possono assistere a un gran fiorire di nuovi servizi. Per la celebrazione del 25 aprile, Moked.it ha lanciato una finestra live che, oltre a raccogliere il flusso dei tweet quotidiani, offre al lettore una possibilità mai offerta prima dai media ebraici: quella di seguire minuto per minuto gli eventi di interesse nelle Comunità italiane. Così è stato per esempio in occasione del confronto , tra il giornalista del Corriere della Sera Stefano Jesurum, il direttore del telegiornale La7 Enrico Mentana, l’editorialista del Corriere Sergio Romano e il presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani. Un dibattito spinoso e a tratti duro, quello moderato dal coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Guido Vitale, che ha radunato un pubblico molto folto nel cortile del castello estense alla Festa del Libro ebraico di Ferrara. I lettori di Moked.it hanno potuto seguire in diretta il botta e risposta dei protagonisti a manifestazione in corso, per poi leggerne una cronaca più dettagliata nel notiziario l’Unione Informa del giorno successivo.
Ma nei giorni in cui il Corriere della Sera lancia la sua applicazione di nuova generazione su tablet e smaphone, nonché il social reader su Facebook, sulla strada di alcuni dei più prestigiosi quotidiana del mondo, dal Washington Post al Guardian, anche l’app di Pagine Ebraiche diventa 2.0. I lettori possono infatti sfogliare il giornale di maggio in una nuova versione, elegante e funzionale, che combina lo sfogliatore elettronico, arricchito dai contenuti multimediali (gallerie di immagini e approfondimenti video) con un flusso di notizie aggiornate dalla redazione nell’arco di tutto il mese.
Ogni numero è poi corredato di un indice fotografico dei contenuti principali, per una panoramica complessiva da sfogliare in pochi secondi. Il tutto moltiplicato per tre, tre come i mensili che la redazione produce, Pagine Ebraiche, Italia Ebraica, voci dalle Comunità, e DafDaf, il giornale ebraico dei bambini, ciascuno con il proprio indice, il proprio archivio, il proprio flusso di notizie sempre rinnovato. Per chi invece ancora non fosse sbarcato nel mondo delle magiche tavolette che stanno rivoluzionando l’informazione, rimane sempre la possibilità di accedere ai contenuti dalla propria posizione Facebook, dove già da diversi mesi i giornali dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sono presenti con un social reader che mantiene tutto il meglio della carta stampata, ma anche tutti i vantaggi della lettura tramite social network, compresa la possibilità di condividere gli articoli e le pagine più interessanti sulla propria bacheca, taggandoli e commentandoli. Nell’impegno della redazione in versione 2.0, da segnalare anche lo straordinario numero di contatti che la pagina fan di Pagine Ebraiche ha ricevuto in occasione del compleanno del rav Elio Toaff: il post a lui dedicato ha raccolto in pochi attimi centinaia di "Mi piace", condivisioni e commenti.
La sfida new media è appena cominciata, la redazione rimane al lavoro per offrire ai suoi lettori un numero sempre maggiore di servizi e di canali. Perché cultura, memoria, solidarietà, siano sempre più a portata di click.

Israele - Netanyahu annuncia “Elezioni entro quattro mesi”
“L’instabilità politica conduce sempre al ricatto e al populismo che indeboliscono la difesa e l’economia e io non voglio contribuire a una campagna elettorale lunga un anno e mezzo che non farà altro che danneggiare il paese”. Così il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha motivato la sua decisione di convocare le elezioni per il 4 settembre 2012, invece di aspettare la naturale scadenza della legislatura a ottobre 2013. Netanyahu si è detto sicuro di ricevere “un mandato rinnovato” per formare “un governo che conti sulla maggioranza più larga possibile per garantire il futuro del popolo e della terra d’Israele per l’eternità”.
Attualmente il Likud, partito del premier, può contare su 27 dei 120 seggi della Knesset, e secondo i sondaggi oggi ne conquisterebbe tra i 30 e i 32. Alcuni analisti attribuiscono proprio all’altissimo consenso di cui gode Netanyahu, a fronte di un’opposizione molto frammentata, la ragione della scelta, ufficialmente arrivata per la spaccatura della coalizione di governo sul riforma della Tal Law, la legge che ha finora garantito l’esenzione degli ebrei haredim dal servizio militare. Al momento l’opposizione è divisa tra il Labour Party guidato da Shelly Yacimovich, cui i sondaggi attribuiscono tra i 10 e i 15 seggi, il neo eletto leader della formazione centrista Kadima Shaul Mofaz e il popolare volto televisivo Yair Lapid che ha da poco lasciato la sua professione di giornalista per fondare il partito Yesh Atid (C’è futuro).
“Fino a pochi anni fa la gente di questo paese non si sentiva sicura. Oggi le cose sono cambiate - ha aggiunto il premier Netanyahu rivendicando i suoi successi - Grazie al nostro impegno, la comunità internazionale si è schierata contro il programma nucleare iraniano e non cesserà di fare pressione finché Teheran non rinuncerà ai suoi piani. In futuro continueremo a cercare ogni occasione per promuovere la pace con i nostri vicini e difenderemo gli interessi vitali del nostro Paese, come abbiamo fatto fino a oggi” ha concluso.

Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked

Qui Roma - Il Coro Ventura rende omaggio a rav Toaff
Continuano gli omaggi al rabbino emerito di Roma rav Elio Toaff in occasione del suo 97esimo compleanno. Ieri pomeriggio nelle sale del Museo ebraico di Roma il Coro Ventura della Comunità ebraica di Livorno, sua città di origine, si è esibito in una performance di musica sinagogale labronica coinvolgendo lo stesso rav Toaff, che ha accompagnato con la sua voce ogni singolo pezzo proposto. Ad accogliere il Coro, diretto dal Maestro Paolo Filidei e introdotto dal chazan Daniele Bedarida, il vicepresidente della Comunità capitolina Giacomo Moscati e Claudio Procaccia direttore del Dipartimento Cultura. Al termine dell'esibizione Gadi Polacco, a nome dei presenti, ha consegnato al rav una foto, firmata da tutti i partecipanti, che lo ritrae tra gli altri assieme a suo padre rav Alfredo Sabato Toaff (z.l.) e al rav Bruno Polacco (z.l.) nel corso della cerimonia di inaugurazione del Tempio di Livorno di cui ricorre quest'anno il cinquantesimo anniversario.

Qui Casale - Roth, Singer e una replica fuori programma
Alla consueta presenza di un pubblico attento e partecipe si è concluso questa domenica il ciclo di tre incontri della Comunità ebraica di Casale Monferrato dal titolo Voci ebraiche nella letteratura americana. Sono stati infatti centinaia gli appassionati che hanno seguito per tre mesi il professor Gianni Abbate e la professoressa Cristina Iuli in un viaggio cominciato a marzo proprio con la domanda su come individuare gli stilemi di una cultura così peculiare nello straordinario melting pot statunitense. Si è proseguito poi analizzando testi di Henry Roth e Isaac Singer visti come rappresentanti di due filoni diversi di questa “cultura”. Infine l'ultimo appuntamento tenuto dal solo professor Abate dedicato al più famoso autore contemporaneo di origine ebraiche – Philip Roth – e a suoi due più celebri romanzi: Il lamento di Portnoy e Pastorale Americana. Abbate ha messo in evidenza l'evoluzione che accompagna questo prolifico autore fin dalla fine degli anni Cinquanta. “Avevo comprato il Mondo che faceva una brutta recensione dei suoi racconti e così andai subito dal libraio Romeo Giovannacci a comprarli” ricordava il professore, che ha spiegato come Roth affronti l'ebraismo più come una rivendicazione che non come Singer che ne fa la sua chiave di visione del mondo. In un certo senso è un aspetto molto più laico, ma c'è un'ossessione che accompagna tutta l'opera dell'autore di Pastorale Americana ed è quella dei rapporti interetnici, tra uomini e donne di diversa confessione. Il prossimo appuntamento con la stagione culturale della Comunità ebraica di Casale, domenica 13 maggio alle ore 17, è un fuori programma particolarmente atteso. Tutto nasce dallo straordinario successo ottenuto dalla proiezione de “L'ora del tempo sognato” il docu-film che ricostruisce le vicende di Gioconda Carmi e Giuseppina Gusmano Pretti: tra il 1942 e il 1943 riuscirono a salvare i ragazzi dell'orfanotrofio Enrichetta Sacerdote di Torino sfollati a Casale (Giuseppina che li protesse ospitandoli a casa sua è ora tra i Giusti tra le nazioni). In occasione del 25 aprile la pellicola realizzata da Massimo Biglia è stata mostrata in prima assoluta al Teatro Municipale, con una partecipazione talmente viva che molte persone non erano riuscite a trovare un posto tra i 500 offerti dal teatro. Ora sempre ad ingresso libero la replica in Comunità, che acquista un significato particolare visto che parte della vicenda si svolge proprio attorno alla Sinagoga di vicolo Salomone Olper.

Anche questa volta ingresso libero, ma i posti sono necessariamente limitati e l'entrata avverrà solo su prenotazione telefonando al 0142 71807.

Alberto Angelino

pilpul
In cornice - L'urlo
daniele liberanomePagare 120 milioni di dollari (92 milioni di euro) per un'opera d'arte, in tempi di crisi come questi, pare un insulto. Però si tratta dell'”Urlo” di Edvard Munch, conosciuto davvero da tutti, molto più di “Nudo, foglie verdi e busto” di Picasso che deteneva prima il record in asta (82 milioni di euro). A dimostrazione di tanta notorietà, ecco i nomi dei tre grandi collezionisti di cui si parla come possibili acquirenti e che provengono da tre mondi ben diversi: Paul Allen (americano – cofondatore della Microsoft), Leonard Blavtanik (magnate russo-americano, a capo di un impero basato sulla proprietà di ricchi giacimenti in Russia), la famiglia reale del Qatar (che spende in arte occidentale e islamica). L'Urlo – dipinta in 4 versioni di cui 3 si trovano in musei a Oslo – è diventata un'icona mondiale perché ha ha tutto quel che l'arte moderna e contemporanea deve avere, cioè la capacità di colpire a fondo, di lasciare sgomenti, non di farsi ammirare con distacco. In quell'urlo, riecheggiano le tragedie familiari di Munch (la più che prematura morte della madre e di una sorella, la pazzia di un'altra, la morte di un fratello appena sposatosi e presto anche quella del padre), e la paura - sua e di tutti - di fronte alle incertezze di un mondo privo di punti di riferimento; è quello che Munch aveva percepito attraversando un ponte a Oslo, e che ha espresso in modo più che toccante.
Munch divenne noto grazie ai suoi committenti ebrei tedeschi e in particolare Walter Rathenau – politico e industriale fondatore dell'AEG – che finì ammazzato per strada nel 1922 da gruppi di estrema destra. Quando i nazisti salirono al potere, l'arte di Munch e di tutti gli espressionisti, venne considerata spazzatura, talvolta bruciata in piazza e sempre messa al bando dalle gallerie ufficiali. Chi ne era proprietario era malvisto. Fu così che l'allora proprietario del nostro “Urlo”, Hugo Simon - banchiere ebreo di Berlino - dovette nel 1936 darlo in deposito al museo di Zurigo e poi nel 1937 venderlo a Stoccolma, insieme a una settantina di altri dipinti provenienti da musei tedeschi. E' allora che Thomas Olsen, il padre dell'attuale fortunato venditore dell'opera, ne entrò in possesso pagandolo due soldi. Certo quando i nazisti occuparono il paese e Munch si asserragliò a casa sua per impedire che portassero via le migliaia di opere che aveva nello studio, sempre Olsen, suo vicino di casa, ne nascose diverse nel suo fienile, dimostrando coraggio, e rendendo un gran servizio all'umanità. Ma ha proprio torto Rafael Cardoso, pronipote brasiliano di Hugo Simon, a dire che la vendita da Sotheby's non è regolare e che Olsen non è legittimo proprietario?

Daniele Liberanome, critico d'arte

Tea for Two - Fenomenologia di una star
rachel silveraLa stampa infierisce: "Madonna è finita!", il nuovo disco è un flop, la mitica giornalista di Vanity Fair Paola Jacobbi le consiglia di accettare gli anni che passano. Ci si chiede se la regina del pop stia per essere ghigliottinata metaforicamente e detronizzata letteralmente. Ma la sapete una cosa? Non credo ci sia da preoccuparsi. Il 29 maggio aprirà il tour a Tel Aviv e c'è addirittura chi ha detto a Netanyahu: "Se proprio bisogna entrare in guerra con l'Iran che sia dopo il concerto di Madonna!" Qualcuno ricorderà Umberto Eco che scriveva la fenomenologia di Mike Bongiorno, il re della tv. Vi rendete conto che digitando Madonna su google si trova la cantante, l'entertainer (sempre lei) e solo come terzo risultato la madre di Gesù? Converrete con me che è un fatto strabiliante e che forse è necessario enumerare brevemente i motivi del fenomeno Madonna, altrimenti conosciuta come Maria Louise Veronica Ciccone nata a Bay City mezzo secolo fa. 1) Madonna è performance, è la Marina Abramovic della musica. Ha deciso che avrebbe vissuto di arte e si è trasformata in una opera itinerante. Non fatevi ingannare, tutto quello che vedete è illusione, è ciò che vuole mostrarvi. 2) Non ha il fuoco sacro, non è una enfant prodige, non ha una estensione vocale particolare. Proprio questo le ha permesso di sopravvivere. La regina è arrivata in cima con le sue forze e senza doni della natura e per questo non permetterà a niente e nessuno di toglierle qualcosa. Non deve quindi convivere con il terrore come hanno fatto Michael Jackson o Whitney Huston. 3) Non può esistere una nuova Madonna. Lei ha avuto una storia con Basquiat, liti furiose con Sean Penn, è stata musa di Jean Paul Gaultier. Madonna è un trench di Burberry, Lady Gaga è H&M. E non per sminuire la donna che si vestì di carne ed esaltare la regina. Semplicemente è un evergreen. Sono pronta a scommettere che tra vent'anni tutti continueremo a cantare Like a virgin e non Paparazzi. 4) Madonna è generosa, basta vederla in tour. Dona tutta se stessa al pubblico. Balla, osa salti, crea coreografie spettacolari degne del teatro barocco. Il suo concerto non è una esibizione di classe, non la guardi gorgeggiare mentre siedi al tavolino con un bicchiere di vino, è aggregazione allo stato puro. Per una notte perdi l'identità per mescolarti in un unico vortice di braccia alzate e questo ci porta direttamente al quinto punto. 5) Madonna è di tutti. "I'm not a christian and I'm not a jew" cantava rappresentando un sincretismo tutto suo. Madonna è italiana, Madonna diventa ebrea, Madonna è Evita Peron, Madonna è una lady inglese e gira un film su Wallis Simpson. Crediamo sia di tutti, ma fondamentalmente non è di nessuno. 6) Non teme la bravura altrui. Ha recentemente lodato la virtuosa e dolce Adele, ha duettato con Justin Timberlake, ha preteso di essere accompagnata agli Oscar da Michael Jackson. Ovviamente gli artisti che ricevono le sue lodi non possono far a meno di provare una adulazione per la regina e aggiungersi al nugolo di servitori. 7) Girl power. Madonna è donna e non lo ha mai nascosto. Può aver giocato sulle ambiguità come tutti, ma resterà una icona trasformista che ha sempre mantenuto lo status di donna potente. Probabilmente è per questo che le sue relazioni sono sempre finite in pasto ai pescecani: Madonna è una Queen Elizabeth che ha sposato il popolo di fan che accalca gli stadi. Un disco può essere un flop, ma l'araba fenice risorgerà.

Rachel Silvera, studentessa - twitter@RachelSilvera2

notizie flash   rassegna stampa
Luoghi di Memoria,
incontro a Fossoli
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Ieri pomeriggio all’Ex Campo di Fossoli la coordinatrice della Memoria della Shoah per UCEI Sira Fatucci e lo scrittore Eraldo Affinati, moderati da Marzia Luppi, direttrice della Fondazione che gestisce il luogo di memoria, hanno presentato il libro “Parole Chiare. Luoghi della Memoria in Italia 1938 – 2010”, a pochi giorni dall’inaugurazione delle mostre di fotografie tratte da libro.

 
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