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15 giugno 2012 - 25 Sivan 5772
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav
rav arbib Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano 


Nella parashà di questa settimana l'intero popolo ebraico viene punito per il peccato degli esploratori. Da questa punizione viene escluso Calev perché "aveva uno spirito diverso". A che cosa si riferisce la Torà? Calev è l'unico degli esploratori che afferma che si può entrare in Terra d'Israele e conquistare la terra. Calev però non contesta le affermazioni degli altri (cioè che è una terra abitata da giganti, impossibile da conquistare e che divora i suoi abitanti) ma propone una visione diversa. La terra era stata conquistata perché Dio l'ha promesso. Calev, davanti a una visione pseudo-realista degli esploratori, propone un'altra visione della realtà, quella della emunà (fede, fiducia, capacità di andare al di là della realtà contingente). La visione "non realista" di Calev si rivelerà molto più reale di quella degli esploratori. Calev entrerà in Eretz Israel ed erediterà la terra. Il messaggio della Torà è che non si può concepire il popolo ebraico e la sua storia prescindendo dalla emunà.

Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer
Secondo alcuni, la Shoah è un avvenimento così terribile ed enorme da non poter venir paragonato a nessun altro. Solo accostarla ad altri genocidi equivarrebbe a un tentato revisionismo. Ma non è proprio nel paragone e nel confronto che emergono le (terrificanti, stavolta) peculiarità di personaggi ed eventi? La mancanza di inserimento nel discorso storico non rischia di fare della Shoah un evento nella sua unicità incomprensibile, e perciò – astratto e, infine, privo di significato e rilevanza per il giorno odierno? Il filosofo e rabbino Emil Fackenheim, uno dei massimi teologi del dopo-Shoah, scriveva nel suo libro “La presenza di Dio nella storia”: “L’Olocausto non è un crimine più grande o più tragico di tutti gli altri, è semplicemente diverso da tutti gli altri”. 

davar
Terremoto - Un appello all’Europa ebraica per la solidarietà
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha diffuso un comunicato alle principali organizzazioni ebraiche europee e internazionali per sollecitare la loro generosità in soccorso delle aree colpite dal terremoto e dei beni culturali ebraici danneggiati. “La comunità italiana sta cercando di stilare una stima dei danni causati dal sisma e di fare una previsione su quanto costerà la ricostruzione. Un lavoro difficile a causa delle nuove scosse che continuano a susseguirsi e che potrebbero durare a lungo in futuro - si legge nel comunicato a firma di Giorgio Mortara, consigliere UCEI delegato al coordinamento delle iniziative di solidarietà - Per questo la popolazione è vulnerabile e l’UCEI ha provveduto a dedicare fondi dedicati alla gente colpita dalla catastrofe. Tuttavia c’è la necessità di un appello per l’assistenza al patrimonio di beni culturali ebraici danneggiato e che potrebbe essere distrutto se non prontamente restaurato”. Per questa ragione le Comunità ebraiche colpite, Mantova, Modena, Ferrara e Parma stanno provvedendo a creare una raccolta dedicata al restauro dei propri beni culturali danneggiati e a stilare un elenco dei danni.

Per il testo completo del comunicato clicca qui 


Chi desidera partecipare alla raccolta fondi per le popolazioni colpite dal terremoto potrà farlo versando il proprio contributo conto corrente bancario intestato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, IBAN IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia; oppure sul conto corrente postale intestato all’unione comunita ebraiche italiane numero 45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.


Qui Barcellona - Al via il summit dei leader comunitari
Scambiare esperienze e punti di vista. Condividere problemi e soluzioni. I leader delle Comunità ebraiche di tutta Europa si ritrovano questo finesettimana a Barcellona per la quarta edizione della Meetings of Presidents, una tre giorni di confronto organizzata dall’European Council of Jewish Communities e dall’American Joint Distribution Committee. Fitto il programma della conferenza che prevede sessioni sulle questioni di maggiore attualità nella vita ebraica europea, dalle sfide demografiche che molte Comunità si trovano ad affrontare a causa del calo di iscritti, ai temi della solidarietà e del fund raising in tempi di crisi economica, e poi il ruolo delle donne e della leadership femminile nella società ebraica, l’innovazione, i rapporti con le autorità civili, l’educazione, i giovani. “È un momento di incontro che non vuole essere politico, ma soprattutto tecnico e operativo - spiega Simone Mortara, delegato dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nell’ECJC e membro del Consiglio esecutivo - In tutta Europa ci troviamo a fronteggiare problemi simili. Penso valga la pena ascoltare come ciascuna Comunità li affronta”. Non solo Mortara a rappresentare l’Italia a Barcellona. A intervenire nei vari workshop saranno anche il consigliere UCEI Claudia De Benedetti, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e Melissa Sonnino, coordinatrice della ECJI, A Jewish Contribution to an Inclusive Europe. Mentre Cobi Benatoff, neoeletto consigliere UCEI, già presidente dell’ECJC, parteciperà al European Jewish Leadership Awards 2012 insieme al presidente del Congresso ebraico Moshe Kantor e del direttore del JDC in Europa e America Latina Alberto Senderey.
Nel corso della conferenza prevista anche la firma della Dichiarazione di Barcellona, per promuovere trasparenza e democrazia nel governo e nella gestione delle Comunità ebraiche.

rt - twitter@rtercatinmoked

Premio Adei Wizo - Si impone Vladimir Vertlib 
È Stazioni Intermedie di Vladimir Vertlib (ed. Giuntina) l'opera vincitrice del XII Premio Letterario Adei Wizo Adelina Della Pergola. A decretare il successo la giuria popolare composta da circa 250 lettrici da tutta Italia. Battute, nell'ordine, Il bambino del giovedì di Alison Pick (ed. Frassinelli) e Racconti intorno alla felicità ebraica di Anatolij Krym (ed. Spirali). Il Premio Ragazzi, attribuito da una giuria formata da studenti di otto istituti medi superiori del territorio nazionale, è andato invece a Per mare e per terra di Mitchell J. Kaplan (ed. Neri Pozza), che ha preceduto Un caso di ordinario coraggio di Pascale Roze (ed. Guarda). Come opera prima è stata infine scelta Generazioni 1881-1907 di Gabriel Rubini (World Hub Press).
Nato nel 2000 come momento di divulgazione culturale del mondo ebraico al grande pubblico, il concorso – intitolato alla memoria della sua ideatrice Adelina Della Pergola – vivrà adesso la sua fase conclusiva con la cerimonia di assegnazione dei premi e con il tradizionale incontro tra autori, giurate e lettori in programma lunedì 12 novembre al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.

Qui Casale - L'indagine musicale continua
“Un cammeo sonoro”. Questa la definizione utilizzata dal compositore Giulio Castagnoli per annunciare il recente concerto della pianista Sabrina Lanzi alla sinagoga di Casale Monferrato. Una premessa di cui il pubblico ha potuto riscontrare la veridicità, in particolare nell’accostamento tra i sei piccoli pezzi pianistici di Schoenberg e gli altrettanto sintetici Lieder ohne Worte di Mendelssohn che ha dato un quadro quasi miniaturistico dell’arte pianistica. Per usare sempre le parole di Castagnoli, curatore della rassegna Da Salomone Rossi a Schoenberg promossa dalla Comunità ebraica monferrina, “sembra che questi compositori abbiano voluto cimentarsi con l’idea che meno è meglio”. Difficile capire se è un tratto distintivo di compositori di origine ebraica. L'impressione che si ricava però da questa rassegna è che la riflessione interiore sia un tratto dell'ebraismo capace di riflettersi sulla musica.

Domenica 17 giugno l'indagine continua con un concerto dall’organico allargato. Si tratta del Trio Archè formato da Francesco Cipolletta (pianoforte), Dario Destefano (Violoncello) e Massimo Marin (violino). L’ensemble sarà impegnato in un programma che ha il pregio di portare alla ribalta due dei più importanti compositori italiani del '900: Edgardo Del Valle de Paz e Mario Castelnuovo Tedesco. Il filo che li lega non è soltanto quello dell’ebraismo, ma anche un contatto diretto con il territorio monferrino. Edgardo Del Valle de Paz appartenne a una comunità di particolare rilievo, quella di Livorno. Fondò e diresse per oltre un quarto di secolo la rivista fiorentina La Nuova Musica che annoverò tra i collaboratori musicologi come Giannotto Bastianelli e Guido Maria Gatti, compositori come Ildebrando Pizzetti, e, fra i letterati, il poeta Diego Garoglio, il quale da Casale Monferrato si spostò a Firenze, dove ebbe per allievi i celeberrimi Papini e Prezzolini. Del Valle de Paz su testo di Garoglio pubblicò alcune delle sue più belle composizioni dal gusto simbolista e quasi liberty: fecondo compositore, fu anche professore di pianoforte principale al Conservatorio di Firenze, dove ebbe per allievo uno dei più importanti autori del XX secolo, Mario Castelnuovo-Tedesco. Quest'ultimo, emigrato in California a causa delle leggi razziali del 1938, strinse colà amicizia con il grande Andrès Segovia, che lo stimolò a scrivere quelle che divennero alcune delle pagine più importanti della letteratura per il suo strumento, la chitarra. La musica di Del Valle de Paz, è stata in parte alluvionata alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Così come le pagine non chitarristiche di Castelnuovo Tedesco, la musica di Del Valle de Paz è purtroppo immeritatamente divenuta di raro ascolto.
Terzo autore sarà ancora Mendelssohn, di cui potremo ascoltare il trio n2 in Do minore. L'ebraismo in Mendelssohn è ancora molto dibattuto anche se la famiglia di Felix si convertì alla religione luterana. La sua musica da camera, di cui il Trio in do minore è uno dei più fulgidi esempi, costituisce il punto di equilibrio tra forma classica e nuova espressività romantica: nell’ultimo tempo l’autore cita la melodia di un corale tratto dal cinquecentesco Salterio Ginevrino, Vor deinem Thron tret ich hiermit. Il primo tema del finale fu ripreso, come omaggio, da Johannes Brahms, allora allievo di Schumann, per lo Scherzo della sua Sonata op.5 per pianoforte.

Giulio Castagnoli

Qui Londra - Voci da Roma al Jewish Choral Festival
Londra capitale dello sport in vista delle imminenti Olimpiadi che vi si terranno nel mese di luglio, ma anche capitale della cultura per le mille iniziative che si terranno in questo periodo, più o meno connesse al grande evento sportivo. Fra di esse segnaliamo l'International Jewish Choral Festival organizzato dal Zemel Choir di Londra, la compagnia corale ebraica della Gran Bretagna (120 gli elementi che la compongono), che ha voluto agganciare questo evento alle Olimpiadi attraverso Olimpiadi della Cultura con l'esibizione di cori provenienti da Italia, Francia e Austria. Quattro giorni di attività che culmineranno in un concerto di gala alla Sinagoga West London, il 17 giugno, uno dei luoghi più belli e centrali di Londra. Il concerto prevede musiche mai sentite prima in Inghilterra, così come melodie molto conosciute nella liturgia ebraica. Un evento unico nella storia della musica ebraica cui parteciperà l'italiano Coro ha Kol, diretto dal Maestro Andrea Orlando e formato da un gruppo di coristi composto dalle sezioni di soprani, contralti, tenori e bassi.
“È un progetto totalmente autofinanziato dal nostro coro e un grande impegno che ci rende orgogliosi” sottolinea Riccardo Di Castro, presidente dell'associazione. “A Londra – prosegue – rappresenteremo la nostra tradizione musicale. Questa esibizione, dopo quella israeliana, è molto importante perché è la prima volta che un coro italiano è invitato a un festival di questo prestigio”.
Il Coro ha Kol eseguirà brani che attraversano un arco temporale molto ampio, un repertorio che va dal Rinascimento ai nostri giorni, da Salomone Rossi a brani della tradizione liturgica ebraica romana e, più in generale, italiana. La preparazione a questo grande evento dura da quattro mesi e subito dopo si ripartirà per preparare le nuove performance legate alla Giornata della Cultura Ebraica del prossimo settembre e alla realizzazione di un cd dell'Haggadah di Pesach. Senza dimenticare il sogno nel cassetto: dare vita a una sezione speciale di voci bianche, aspirazione condivisa nei progetti anche dalla Comunità ebraica di Roma. 

Lucilla Efrati - twitter @lefratimoked

pilpul
Lavorare tutti insieme
Anna SegreQualche settimana fa, un po’ sconfortata all’idea di non votare per l’UCEI per la prima volta dopo decenni, auspicavo di non sentire parlare più di elezioni fino alla prossima modifica dello Statuto. Per la verità credevo di aver detto una cosa evidentemente paradossale, come quando noi insegnanti minacciamo di gettare i compiti in classe dalla finestra se vediamo certi errori, o cose simili. Invece è proprio andata così: salvo un trafiletto con i nomi degli eletti e un altro che racconta cosa hanno detto i quotidiani romani (non esattamente una fonte di prima mano per sapere cosa succede in ambito ebraico), sulla newsletter non è uscito quasi nulla. Nelle settimane precedenti è stato dato puntualmente conto dei dibattiti nelle singole Comunità ma non c’è stato (a differenza di molte altre occasioni, in cui la newsletter ha offerto la possibilità di interessanti scambi di opinioni su vari argomenti), un vero e proprio confronto tra proposte diverse e idee diverse di come debba essere l’Unione (cioè l’ebraismo italiano) del futuro. Eppure le differenze di opinione in campo ebraico non mancano di sicuro (per fortuna). Immagino che il dibattito, pre e post elettorale, si sia sviluppato essenzialmente all’interno delle singole Comunità: ciascuno ha presentato i propri programmi e le proprie idee davanti ai propri potenziali elettori, ed ora sente di dover rispondere essenzialmente a chi lo ha eletto o nominato, cioè agli iscritti o al Consiglio della propria Comunità. Ѐ logico, ma d’ora in poi i nuovi consiglieri dovranno lavorare tutti insieme. Prima o poi qualche idea e qualche opinione dovranno scambiarsela per forza. Magari - perché no? - anche per mezzo di questa newsletter.

Anna Segre, insegnante

notizieflash   rassegna stampa
Qui Trani - Storia di un'identità antica   Leggi la rassegna

«Gli ebrei a Trani e in Puglia nel Medioevo ed oltre» è il titolo della conferenza che si è svolta a Molfetta relatore il professor Emanuele Gianolio, storico tranese autore del testo «Gli ebrei a Trani in Puglia nel Medioevo». Nonostante il vasto arco di tempo che ricopre la storia del popolo ebraico, il professor Gianolio si è soffermato sui momenti più significativi, sin dall’epoca degli antichi romani fino al Settecento.
 
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