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20 luglio 2012 - 1 Av 5772
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav
Alfonso Arbib,
rabbino capo
di Milano


"Da quando comincia Av si diminuisce la gioia". I giorni che vanno da Rosh Chòdesh Av (oggi) al 9 sono giorni di lutto in ricordo della distruzione del Bet Hamikdàsh. Si tratta di un lutto che ricorda una tragedia nazionale del popolo ebraico, l'esilio e la Diaspora ma questa tragedia tradizionale, secondo la tradizione ebraica, è anche il riflesso di un problema spirituale. La distruzione esterna è un momento di "hester panìm", nascondimento del volto, di allontanamento di Dio dal popolo conseguente a un allontanamento del popolo da Dio. Un grande Maestro Rav Shlomo Wolbe dice che le feste e le ricorrenze ebraiche sono tappe del nostro avvicinamento a Dio. Il 9 di Av è una ricorrenza di allontanamento, è un momento in cui dobbiamo prendere atto di un allontanamento, renderci conto di un problema. Senza questa presa di coscienza l'avvicinamento è impossibile.

Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer
Domenica 22 luglio l’Istituto Storico Ebraico e il Comune di Varsavia organizzano, per la prima volta, una Marcia della Memoria nel settantesimo anniversario dell’inizio delle deportazioni degli ebrei dalla capitale polacca. La marcia terminerà con un grande concerto in piazza Eroi del Ghetto, a cui parteciperanno i migliori gruppi musicali del paese che si ispirino alla tradizione ebraica. Da una settimana il maggiore quotidiano polacco, “Gazeta Wyborcza”, di centrosinistra, dedica due o più dei paginoni centrali alla storia degli ebrei di Varsavia. Il servizio televisivo a circuito chiuso della metropolitana invita i cittadini a partecipare all’evento. Manipolazione? Operazione mediatica? Ricerca di facile successo da parte di per ora anonimi personaggi? In ogni caso, pur senza fare paragoni inadeguati, mi aspetto di vedere anche a Roma le pagine centrali dei quotidiani e le pubblicità nelle stazioni della metro invitare i miei concittadini a commemorare in massa la deportazione del 16 ottobre.

davar
Redazione aperta - Roberto Jarach: "Informazione e qualità"
“Offrire un contenuto di valori e di presenza sul territorio, mettendo a disposizione, se chiamati, la propria esperienza di comunità e di minoranza: questo penso debba caratterizzare la nostra proiezione verso la società”. Il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach è intervenuto al laboratorio giornalistico di Redazione aperta in occasione della conferenza stampa di presentazione della Giornata Europea della Cultura Ebraica a Venezia, città prescelta come prossima località capofila per l'Italia. Le sfide della comunicazione dell’ebraismo italiano nei confronti della società al centro del confronto. Tanti gli spunti di riflessione: dal ruolo della Giornata della Cultura ai rapporti con le comunità ebraiche europee e mondiali. Particolare poi l’attenzione al tema che rappresenta il filo conduttore della quarta edizione del laboratorio: la raccolta dell’Otto per Mille e l’informazione. “Da questo punto di vista penso che Pagine Ebraiche possa dare un contributo importante. Non credo invece all’idea dell’utilità di una campagna pubblicitaria” ha sottolineato Jarach.
La giornata è stata anche occasione per un incontro con la Comunità ebraica di Venezia: ad accogliere i partecipanti a Redazione aperta tra gli altri il presidente Amos Luzzatto, il vicepresidente Corrado Calimani e il rabbino capo Benyamin Gili.

L'Italia ebraica ricorda le vittime del terrore in Bulgaria

Numerose le cerimonie di commemorazione per le vittime dell'attentato in Bulgaria in svolgimento in queste ore nelle sinagoghe e nelle Comunità ebraiche di tutta Italia. Da Roma a Milano, da Firenze a Torino, al fianco degli ebrei italiani in queste ore di grande dolore, sofferenza e vicinanza allo Stato di Israele e alla sua gente i massimi rappresentanti delle istituzioni e tanti cittadini comuni.

Qui Torino - Un Limud contro l'odio

Ieri sera la Comunità di Torino ha commemorato le vittime dell’attentato in Bulgaria, e ha pregato per la guarigione dei feriti, con un limud che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco Piero Fassino e del presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, Rav Elia Richetti. Rav Eliahu Birnbaum, rabbino capo di Torino, si è rammaricato di dover dare il benvenuto agli ospiti in un momento così triste; ancora una volta si è avverato il detto dei maestri secondo cui da quando inizia il mese di Av diminuisce la gioia; ieri si è aggiunto un nuovo capitolo nella storia delle sofferenze del popolo d’Israele; l’attentato – ha osservato Rav Birnbaum – è stato una tragedia non solo per il popolo ebraico, ma anche per la Bulgaria, paese in cui, grazie alla solidarietà della popolazione, nemmeno un ebreo è stato ucciso nella Shoah e terra di pace, dove diverse religioni convivono in armonia. Tuttavia – ha concluso il rav – dobbiamo continuare la nostra vita ebraica in Europa senza paura e dobbiamo saper trovare l’orgoglio di essere ebrei anche nei momenti difficili. Concetto ribadito anche da Rav Richetti: la risposta al terrorismo sta nel rafforzare la nostra consapevolezza ebraica. Noi ci siamo e ci saremo. Rav Richetti ha poi concluso augurando che Av diventi il mese della consolazione. Emanuel Segre Amar, vicepresidente della comunità, ha osservato che tra le vittime si può includere anche il kamikaze, ucciso da un’ideologia che ama la morte e non la vita. Il sindaco Fassino ha poi espresso alla comunità il cordoglio e la vicinanza di tutta la città per un crimine che non può avere nessuna giustificazione. Occorre rifiutare con fermezza ogni forma di antisemitismo, antisionismo, razzismo, intolleranza, violenza, parole diverse, ma che hanno tutte in comune il non riconoscimento dell’altro; occorre invece - ha concluso il sindaco - il rispetto dell’identità di ciascuno, perché ciascuno la possa vivere nella gioia.


Informazione - Rossella firma sul Jewish Chronicle

jcUna firma della nostra redazione, quella della collega Rossella Tercatin, appare oggi nell'ampio servio che il prestigioso settimanale londinese Jewish Chronicle le affida riguardo alle polemiche che hanno seguito la modifica del giudizio storico dello Yad Vashem riguardo al ruolo del papa Pio XII durante la Shoah.
All'argomento sono dedicati molti servizi nel numero di agosto del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione. Sul giornale esprimono le proprio perplessità lo storico Michele Sarfatti e l'ambasciatore Sergio Minerbi, mentre l'ambasciatore di Israele presso la Santa Sede Mordechai Lewy, che lascia Roma in questi giorni per aver concluso il suo mandato, traccia in un'intervista lo stato delle relazioni ebraico-cristiane.
La scelta del Jewish Chronicle, oltre che un segnale significativo nel processo di collbaorazione fra le testate giornalistiche ebraiche professionali, costituisce anche un riconoscimento importante della professionalità di chi ha compiuto il praticantato giornalistico e oggi lavora nella redazione del Portale dell'ebraismo italiano.
Mazal Tov a Rossella per questa gioia che vogliamo condividere con tutti i lettori.


pilpul
Uno strano sintomo
Anna SegreMi dispiace di ritornare sempre sugli stessi argomenti, e per di più in un momento in cui la tristezza per l’attentato di mercoledì (e anche un po’ di rabbia nel vedere come sui mass media italiani la notizia sia messa in secondo piano rispetto alle solite discussioni sullo spread o sulla politica nostrana) fa passare la voglia di pensare alle questioni interne delle comunità e dell’UCEI. Però proprio non ho potuto fare a meno di sorprendermi per l’eccezionale sproporzione nella giunta dell’Unione: una donna su nove (potremmo dire una su otto, contando che un rabbino in un contesto ortodosso non poteva che essere un uomo, ma potremmo dire addirittura una su undici, se contassimo i due invitati permanenti). Leggiamo che la proposta della composizione della giunta è “emersa dalle mediazioni fra tutte le componenti presenti in Consiglio”. Evidentemente le donne non sono considerate una componente a sé, e forse è giusto che sia così, anche se nel mondo ebraico di oggi esistono problemi specifici legati al ruolo della donna, in Israele ma anche in Italia (non a caso è stato proprio questo l’argomento del Moked primaverile), che una giunta con qualche donna in più avrebbe potuto sicuramente affrontare con più cognizione di causa. Non credo, comunque, che la soluzione starebbe nelle “quote rosa” obbligate. Il punto è un altro: la sproporzione, secondo me, va letta come il sintomo di qualcosa che non funziona. Perché l’ebraismo italiano elegge o nomina un certo numero di donne (circa un terzo) tra i propri rappresentanti ma poi, nel momento in cui deve scegliere otto persone per la stanza dei bottoni, tende automaticamente ad espellerle? Mi pare una tendenza strana, su cui vale la pena di riflettere.

Anna Segre, insegnante

notizieflash   rassegna stampa
Champions League - Nell'urna
l'Hapoel pesca azeri e georgiani
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Sorteggiati gli accoppiamenti per il terzo turno preliminare della Champions League 2012-2013. Qualora riuscisse a prevalere sullo Zilina, vincitrice nella gara di andata in Slovacchia col punteggio di uno a zero, l'Hapoel Kiryat Shmona, squadra campione di Israele in carica, andrà ad affrontare la vincente della doppia sfida tra gli azeri del Neftci e i georgiani dello Zestafoni.
 
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