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31 agosto 2012 - 13 Elul 5772
l'Unione informa
ucei 
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alef/tav

Jonathan Sacks, rabbino capo
del Commonwealth

 


La visione ebraica della storia non chiude mai gli occhi di fronte ai mali del mondo. Ma questo è solo l’inizio. Perché inizia con la schiavitù e finisce con la libertà. La storia ebraica è una storia di speranza. Ci dice che il mondo non deve essere necessariamente nel modo in cui effettivamente è. Ci dice che se lavoriamo tutti insieme, con tutti gli esseri umani, e con l’aiuto di D-o, possiamo rendere il mondo un po’ più bello, un po’ più giusto. Un po’ più umano.

Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer

La Palestina? Può essere in un modo o in un altro. La Palestina è così come tu sai, è come la vuoi vedere, è così come la puoi interpretare, è così come te la puoi permettere. (Janusz Korczak, kibbutz Ein Harod, Palestina, 1936) ,

davar
Qui Venezia - Porte aperte al witz
Grande attesa a Venezia per la tredicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica che proprio nella città lagunare, località capofila per l'Italia (nel 2011 l'onore era toccato a Siena), vivrà i suoi momenti più significativi e intensi. L'avvio delle manifestazioni si avrà alle 11 con un triplice appuntamento: la performance Tra calli e campielli a cura di alcuni narratori itineranti per le strade del Vecchio Ghetto, l'apertura del laboratorio per bambini Il riso di Mosè e i saluti delle autorità in Sala Montefiore. All'incontro prenderanno la parola tra gli altri il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il presidente della Comunità ebraica veneziana Amos Luzzatto. “Il segnale che intendiamo inviare al folto, curioso e appassionato pubblico che ogni anno partecipa all'iniziativa – spiega il presidente Gattegna – è il nostro essere orgogliosi di una cultura antica, che siamo felici di far conoscere. E che fare cultura è una necessità e uno stimolo positivo, specie nei momenti più difficili”.
Concluso il momento 'ufficiale' intervento di Dario Calimani sul tema Lo humour ebraico, rido ergo sum e visita alla mostra Jewish humour in photographs, litography and video realizzata in collaborazione con Ikona Gallery e a cura di Ziva Kraus e del Museo ebraico, per l'occasione arricchito dalla presenza di un antico parochet del XVII secolo e della prestigiosa Bibbia miniata trecentesca. Spazio poi, a partire dal primo pomeriggio, ad alcuni titoli cinematografici di successo che saranno proposti nel corso della rassegna It hurts to laugh-L'umorismo ai tempi di Mel Brooks e Gene Wilder. Ad essere proiettati classici come Per favore, non toccate le vecchiette, Scusi dov'è il West? e La pazza storia del mondo. Per gli appassionati di storielle ebraiche, alle 16 al Museo ebraico, in agenda l'incontro Tra umorismo e ironia con Umberto Fortis e Alessandro Zanon. Conclusione in musica alle 21 con Shalom Bàit. La pace in famiglia. Scene d'interni di una famiglia ebraica, performance al Campo di Ghetto Nuovo ideata e con regia di Alexandra Wilson e con direzione musicale e clarinetto di Dan Rapoport. Nel corso della giornata porte aperte per tre delle cinque sinagoghe cittadine: la Levantina, la Tedesca e la Canton. Tra le varie opzioni offerte la possibilità di pranzare a menù fisso presso il ristorante kasher Hostaria del Ghetto e di usufruire di alcuni stand gastronomici allestiti dalla scuola di cucina ebraica La cucina del Ghetto, dalla stessa Hostaria del Ghetto e dalla sezione locale dell'Associazione Donne Ebree d'Italia. Per i più mattinieri alle 9.30 visita guidata gratuita all'antico cimitero del Lido in compagnia del comandante Aldo Izzo. Il ritrovo è alla fermata del ferry boat S. Nicolò.

Qui Milano - La cultura ebraica si racconta alla città
Milano, Museo del Novecento. Un luogo simbolo dell'identità e della cultura del capoluogo lombardo, come sottolinea Stefano Boeri, assessore alla Cultura del Comune. "Di questa identità  la Comunità ebraica è una parte fondamentale". Così Boeri ha presentato alla stampa la rassegna milanese della Giornata europea della cultura ebraica. Al suo fianco per la Comunità, il presidente Walker Meghnagi, l'assessore alla cultura Daniele Cohen e l'addetto ai rapporti con la cittadinanza Daniele Nahum. In sala anche Roberto Jarach, vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
"Ci teniamo a invitare tutti i milanesi a partecipare, vogliamo raccontare loro la nostra cultura" il messaggio di Meghnagi. A illustrare i momenti salienti del programma l'assessore Cohen "Racconteremo i segreti dell'umorismo ebraico cercando di evitare i luoghi comuni. Per questo vedrete qualcosa di molto diverso da una semplice serie di barzellette".
"La Giornata della Cultura è un momento simbolo della volontà della Comunità ebraica di aprirsi alla città e al dialogo con le sue diverse anime" la conclusione di Nahum.
Prima di dare appuntamento al pubblico domenica 2 settembre alla Sinagoga centrale e poi la sera allo spazio Oberdan, un pensiero è stato rivolto al cardinale Carlo Maria Martini, per tanti anni arcivescovo di Milano oggi in critiche condizioni di salute. "Un uomo fondamentale della vita e della cultura della nostra città, quella religiosa ma anche quella laica" l'omaggio di Boeri.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

La sfida di Lech Lechà: cultura, memoria, valori
L'obiettivo è chiaro già a partire dal titolo della manifestazione: Lech Lechà, vai verso te stesso. Conto alla rovescia per l'inaugurazione di un nuovo grande appuntamento ebraico dedicato al Meridione d'Italia, recente teatro di un significativo risveglio in questa direttrice e adesso pronto a raccogliere una nuova appassionante sfida di cultura e incontro. Una settimana di eventi, dieci località coinvolte, diciannove conferenze, oltre 40 relatori tra scrittori, magistrati, politici, docenti universitari e giornalisti. Organizzato dalla Comunità ebraica di Napoli con il patrocinio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e promosso dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, Lech Lechà si candida ad aprire ancora una volta porte di conoscenza in una terra che da sempre “ha una spina dorsale ebraica”, come osserva il musicista Francesco Lotoro, protagonista dell'attuale fermento ebraico meridionale e principale animatore del festival di cui è direttore artistico. Il via domenica 2 settembre in concomitanza con le celebrazioni della tredicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Suddivisi in dieci filoni tematici che abbracciano vari aspetti di questa identità, dalla storia alla letteratura, dallo studio dei testi alla gastronomia – senza ovviamente dimenticare lo humour, argomento centrale della Giornata 2012 – gli incontri di Lech Lechà accompagneranno senza sosta il pubblico fino alla vigilia dello Shabbat, il giorno di riposo settimanale. “Lo sforzo di Francesco Lotoro e di sua moglie Grazia è stato straordinario. Grazie al loro impegno, alla preziosa consulenza del rav Scialom Bahbout e al coinvolgimento entusiastico delle istituzioni – spiega il presidente della Comunità ebraica partenopea Pier Luigi Campagnano – Lech Lechà è un appuntamento al quale ci stiamo avvicinando tutti quanti con grandi emozioni e aspettative. La Puglia è una terra che ha un significato particolare per gli ebrei italiani e ciò è sempre più agli occhi di tutti come già ribadito ad esempio durante il festival Negba organizzato in questi luoghi appena tre anni fa. Lech Lechà si propone di dare continuità a quella sfida con l'ambizione di diventare un punto di riferimento costante nel tempo”. Cuore della rassegna la città di Trani, località capofila della cultura ebraica italiana nel 2009 e luogo simbolo della 'rinascita' con le sale dell'antichissima sinagoga Scolanova nuovamente popolate di vita e tradizione nel solco di un impegno per la promozione dell'ebraismo e del dialogo interreligioso portato avanti dagli ebrei pugliesi che, afferma il rav Bahbout, rabbino capo di Napoli e del Meridione, è tale da poter cambiare la carta geografica dell'Italia ebraica. “Lech Lechà – afferma Lotoro – è un viaggio verso le proprie radici ebraiche che qui in Puglia tornano a ricrescere dopo cinque secoli di silenzio nel palcoscenico interculturale di Trani. Un viaggio dello spirito e della mente attraverso i tesori visibili e nascosti non soltanto dell’ebraismo ma delle altre culture sociali e religiose del bacino mediterraneo. Un viaggio verso sud, nello spirito del patriarca Abramo che, uscendo da Ur–Kasdim e arrivato in Terra d’Israele continuò il suo viaggio verso sud, verso un Mar Mediterraneo culla della cultura occidentale e rebus irrisolto di una coesistenza pacifica con il mondo ebraico. Oggi, come al momento della nascita, Giacobbe–Israèl ha nuovamente riafferrato il calcagno del fratello Esaù–Edom, progenitore delle genti italiche secondo la tradizione ebraica. Il Rinascimento ebraico della Puglia è iniziato”.

a.s twitter @asmulevichmoked
 

Relax e crescita al campeggio del DEC
Due settimane all’insegna del relax, ma anche dello studio e della crescita al campeggio per famiglie del Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Decine di campeggiatori si sono ritrovati a godere delle tante attività ludiche offerte dai monti di Lavarone (Trentino), dalle escursioni, alle passeggiate a cavallo e al tiro con l’arco. Con un grande successo anche delle proposte culturali ebraiche, animate dalla presenza di tanti rabbanim. Varie le lezioni e conferenze quotidiane, per ragazzi e per adulti, proposte tra gli altri da rav Roberto Della Rocca, dal maskil Gadi Piperno, e poi ancora da Aharon Locci, Alfonso Sassun, e infine dal professor Alfredo Mordekhai Rabello su vari aspetti dell’etica ebraica. Ogni sera poi il rav Gianfranco Di Segni ha proposto una lezione sulla pagina di  Talmud del giorno seguendo il programma del Daf Yomi, il ciclo di studi di Ghemara che propone l'approfondimento di una pagina al giorno fino a completarla (un ciclo dura circa sette anni). E durante gli Shabbatot, il rav Vittorio Della Rocca, e il rav Elia Richetti, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, hanno deliziato i partecipanti con le loro performance di hazanut, sfoderando il miglior repertorio che i riti tradizionali delle varie Comunità ebraiche italiane hanno da offrire.
“Abbiamo avuto una buona partecipazione, specialmente nella prima settimana – ha raccontato Gadi Piperno del Dec – E, soprattutto,  nel campeggio si è creata un’atmosfera di grande unità e spirito di aggregazione. Una nota particolarmente positiva è venuta dalle attività proposte per i bambini, grazie al lavoro dei madrichim che hanno ricevuto un apprezzamento unanime”.
 

pilpul
Battute e vignette in mostra
Anna Segre“Qui ci vuole Tewje il Lattaio!” è stata per decenni una frase ricorrente nella redazione di Ha Keillah: a suscitarla poteva essere una dichiarazione antisemita di qualche politico, una legge o una proposta di legge discutibile in Italia o in Israele, un evento paradossale nell’ambito dell’ebraismo torinese o italiano; parole e fatti che apparivano talmente assurdi da meritare una risata anziché lunghi e articolati discorsi, oppure così gravi da suscitare un’indignazione immediata che solo una battuta adeguatamente cattiva avrebbe potuto esprimere. Ecco che allora – come in film e fumetti si invoca Superman o Zorro perché intervengano a mettere le cose a posto – i nostri pensieri si rivolgevano non tanto al protagonista del libro di Shalom Alechem quanto all’autore dei brevi pezzi che comparivano con la sua firma sul bimestrale torinese. Come Zorro e Superman, anche Tewje il Lattaio aveva un suo alter ego che il giornale ha tenuto segreto per decenni: l’avvocato Guido Fubini (1924-2010), giurista, scrittore, per anni consigliere dell’UCEI e direttore della Rassegna Mensile di Israel, redattore di Ha Keillah fin dalla nascita del giornale nel 1975. In apparenza Guido – borghese colto e raffinato, non troppo osservante, paladino della laicità in tutti i campi – aveva ben poco in comune con l’ingenuo e devoto lattaio di Shalom Alechem e con la sua saggezza popolare. Eppure nonostante questo – o forse proprio per questo – lo pseudonimo non poteva essere più appropriato, tanto che nessuno di noi si è mai domandato come e perché lo avesse scelto, tanto ci sembrava naturalmente adatto. I due Tewje (quello di Shalom Alechem e quello di Guido Fubini) hanno in comune la capacità di illuminare con una battuta la realtà che ci circonda, rivelandone paradossi e contraddizioni. La breve mostra che Ha Keillah esporrà domenica a Torino presso il suo stand in piazzetta Primo Levi, in cui i visitatori potranno leggere alcuni trafiletti di Tewje il Lattaio, sarà dunque un’occasione per ricordare Guido Fubini nella Giornata Europea della Cultura Ebraica dedicata all’umorismo. Insieme ai pezzi di Tewje la mostra esporrà le vignette di David Terracini, che da due anni a questa parte svolgono su Ha Keillah una funzione per certi versi analoga - anche se con modalità e stile completamente diversi - come analoghi, nonostante il trascorrere degli anni, sono gli argomenti trattati: Italia, Israele, vita e cultura ebraica, comunità. “Qui ci vorrebbe una vignetta!” è la frase ricorrente oggi in redazione; perché pur con il passare del tempo continuiamo ad essere convinti che a volte anche su temi estremamente seri possa essere utile, se non addirittura salutare, provare a riderci sopra.

Anna Segre, insegnante

notizieflash   rassegna stampa
Agostino Piazzesi (1925-2012)   Leggi la rassegna

Si sono svolti a Passignano i funerali di Agostino Piazzesi, autore durante il nazifascismo di un'eroica operazione di salvataggio di 25 ebrei confinati dalle truppe di occupazione nel castello Guglielmi sull'Isola Maggiore del lago Trasimeno. “Uomini come lui – afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici – rimarranno impressi nei nostri cuori di generazione in generazione. La Memoria secondo la tradizione ebraica è un precetto. La memoria dei Giusti è un dovere civico”.


 
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