Ratzinger in Israele. Gattegna: “Rilanciare il dialogo”

“Il viaggio del papa è un evento cercato e voluto sia da parte ebraica sia da parte cattolica che segnala una forte volontà di dialogo e d’amicizia”. Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, commenta così la visita in Israele del Pontefice. Il presidente Ucei è impegnato a partecipare agli eventi che scandiscono, con forte simbologia, la presenza di Benedetto XVI: l’incontro nella residenza di Simon Peres, l’omaggio alle vittime della Shoah a Yad Vashem e infine un importante meeting interreligioso.
“Quello del Pontefice è un viaggio importante – dice il presidente Gattegna – che non avrebbe però senso se non si proponesse di rilanciare il dialogo e la comprensione reciproca. Non si deve infatti dimenticare che questa visita è stata auspicata proprio nei momenti in cui si registravano tensioni e incomprensioni tra le parti. E che la decisione del papa è stata recepita e interpretata come il segnale di una volontà d’amicizia”.
Dopo un periodo alquanto burrascoso sembra dunque prospettarsi l’avvio di una nuova fase positiva nelle relazioni fra ebrei e cristiani destinata a culminare, in autunno, con l’annunciata visita di Benedetto XVI alla sinagoga di Roma. “In una società moderna – dice Renzo Gattegna – il ruolo di tutte le religioni dev’essere quello di perseguire la pacifica convivenza e la fratellanza tra gli uomini”. “A questo scopo – continua – vanno consolidati il rispetto dei diritti fondamentali per tutti e si devono valorizzare le differenze. Solo così possiamo sperare di costruire un futuro migliore basato sul rispetto di tutte le culture”. “Possono sembrare frasi retoriche – conclude il presidente Gattegna – Ma un evento importante come il viaggio del Papa alimenta la speranza di poter davvero alimentare una svolta capace di risolvere problemi antichi e di consolidare la pace”.
Intanto le prime battute del viaggio papale trovano un importante riscontro nei media
israeliani. I principali quotidiani riportano infatti con evidenza le affermazioni di
Benedetto XVI riguardo il legame “indissolubile” fra cristianesimo ed ebraismo, ribadito
in Giordania da papa. In particolare, Maariv e Haaretz trovano significativo che la prima
tappa del Pontefice sia stata il Monte Nebo dove, secondo la tradizione ebraica, Mosé
ascese al cielo mentre conduceva il popolo ebraico dal Sinai verso la Terra Promessa. La frase del papa è la notizia del giorno sull’edizione on line del Jerusalem Post, mentre
Haaretz, sottolinea come il pontefice abbia espresso con forza “il desiderio di superare
tutti gli ostacoli” che ancora si frappongono al dialogo e alla riconciliazione fra
cristiani ed ebrei.
Yediot Ahronot si sofferma sul significato della visita del Pontefice a Yad Vashem, “un
evento – scrive – di cui non è possibile esagerare l’importanza”. Il rabbino capo di Tel
Aviv Meir Israel Lau (che è anche presidente di Yad Vashem) dice di attendersi che nell’occasione il Papa “rafforzi il ponte (verso l’ebraismo) costruito dal suo predecessore”. La biografia di Benedetto XVI contribuisce, secondo il giornale, a gettare “un’ombra cupa” sulla visita. Non a caso alcuni sopravvissuti alla Shoah, sottolinea Yediot Ahronot, hanno respinto l’invito ad accogliere il Papa.
La visita del Pontefice in Israele trova ampia risonanza. Il pellegrinaggio ha un seguito da oltre 800 giornalisti, italiani e stranieri. A Gerusalemme è stato allestito un grande centro stampa. La televisione israeliana di stato trasmette in diretta tutti gli eventi pubblici della visita.

Daniela Gross