Un anno importante
Esattamente un anno fa, su queste colonne, commentavamo l’ultima delle rutilanti visite del colonnello Gheddafi a Roma. Cavalli berberi, amazzoni, caroselli dei carabinieri. Una rappresentazione plastica di un potere che si credeva inamovibile, poggiato com’era sui pozzi di petrolio e sulla repressione poliziesca.
Oggi, a solo dodici mesi di distanza, il Maghreb che abbiamo di fronte pare irriconoscibile: Mubarak alla sbarra, la Tunisia de-tirannizzata, Gheddafi caduto e molti altri paesi in costante vibrazione democratica. Per non parlare dell’agghiacciante repressione che Assad sta perpetrando in Siria. È ancora presto per trarre giudizi definitivi su ciò che è accaduto, ma alcuni elementi vanno sottolineati. In primo luogo i popoli nordafricani hanno travolto regimi decennali in pochissimo tempo e solo grazie alla pressante richiesta di diritti sociali e civili; l’intervento militare soft in Libia ha per ora prodotto risultati insperati e positivi, senza causare i danni collaterali e la voragine economica delle guerre di Bush; questa modalità di intervento internazionale può rivelarsi innovativa: un’aurea mediocritas tra la guerra e la pace? Vedremo. Per adesso possiamo dire che il 5771 è stato un anno importante.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas