Voci a confronto

Si avvicina l’anniversario della morte di Muammar Gheddafi, ucciso il 20 ottobre 2011, e molti giornali ne approfittano per tracciare un bilancio delle vicende libiche e delle primavere arabe in generale. Da segnalare lo speciale proposto dal Corriere della Sera “Cosa resta delle primavere arabe?”. Con articoli firmati da Franco Venturini, dallo scrittore egiziano Alla Al-Aswani, e dalla scrittrice libanese Joumana Haddad, vengono ripercorsi gli accadimenti dei paesi toccati dalle rivolte e i temi più complessi che non hanno ancora trovato una soluzione: l’estremismo religioso che ha preso il sopravvento dopo la caduta delle dittature, la violenza, il mancato rispetto dei diritti umani, in particolare nei confronti delle donne, a dispetto degli ideali di libertà e democrazia che sembravano ispirare le rivolte. Scrive Joumana Haddad “Non posso non preoccuparmi del destino della regione, e specialmente delle donne della regione, se quello che viene dopo equivale a una nuova dittatura, ovvero unregime fondamentalista arretrato che si fonda, tra varie atrocità, su un rincaro di misoginia, violenza, patriarcato, segregazione, intolleranza neiconfronti delle donne”. Su Repubblica, Andrei Iljashenko analizza l’approccio di Mosca alle dinamiche delle primavere.
Sempre sul Corriere della Sera, il corrispondente in Israele Francesco Battistini si occupa dell’ex presidente Moshe Katsav, che in prigione, che in prigione è vittima di bullismo da parte di un detenuto a cui, quando era in carica, negò la grazia.
Su Repubblica, lo scrittore israeliano Etgar Keret racconta il suo ritorno a Varsavia, città dove sua madre nacque e conobbe i tormenti del ghetto instaurato dai nazisti. Keret trascorrerà alcuni giorni in una casa di 122 centimetri ideata per lui dall’architetto Jacub Szczesny, ispirato dai suoi racconti minimalisti.