Progetti – Un giorno di studio per studiare sempre Yom HaTorah torna domenica 10 marzo 2013

Appuntamento con lo studio, genitori e figli insieme, con la seconda edizione dello Yom HaTorah. La grande occasione di incontro e di conoscenza ritorna il 10 marzo attraverso l’Italia ebraica e chiama persone diverse, ma tutte consapevoli dell’importanza fondamentale dello studio per la sopravvivenza del popolo ebraico. Riaffermiamo il principio di studiare anche in onore dei nostri maestri, in questo caso il rav Raffaele Grassini, che il suo ricordo ci sia di benedizione, esempio luminoso della generazione di rabbanim che ha segnato il nostro percorso di ebrei contemporanei. Riproponiamo un tema forte: “Non tentare di indovinare il futuro e non praticare magia”. Lo facciamo per ricordare a noi stessi di essere i primi artefici, con l’aiuto di Hashem, del nostro futuro e per riaffermare che lo studio, al di là di questa gioiosa occasione, deve essere il nostro appuntamento di ogni giorno con l’identità. Tanti, ancora, gli impegni in calendario. Rafforzare il Collegio rabbinico italiano attraverso una profonda riorganizzazione, mediante l’istituzione di stabili cattedre di insegnamento che permetteranno di seguire al meglio chi studia e la nascita di un polo di formazione settentrionale sull’asse Milano-Torino. Rilanciare il progetto di una politica nazionale per la kasherut, che porti alla tutela della produzione italiana, alla creazione di un ufficio centrale e di un marchio autorevole. Impegni da perseguire con realismo. Senza mai rinunciare ai nostri sogni. Fra i tanti anche il progetto di avviare nuove alleanze sulla kasherut con altre certificazioni religiose. E non solo per cercare nuove opportunità di crescita, ma anche per mettere in comune esperienze e sensibilità diverse nel nome della pace e della convivenza. Forse solo un’utopia destinata a inciampare nella realtà, ma in ogni caso un orizzonte a cui dobbiamo guardare con coraggio, forti di quella solida, preziosa identità che abbiamo preso in consegna dalle generazioni che ci hanno preceduto e che abbiamo la responsabilità di trasmettere con forza e amore a quelle che verranno.Appuntamento con lo studio, genitori e figli insieme, con la seconda edizione dello Yom HaTorah. La grande occasione di incontro e di conoscenza ritorna il 10 marzo attraverso l’Italia ebraica e chiama persone diverse, ma tutte consapevoli dell’importanza fondamentale dello studio per la sopravvivenza del popolo ebraico. Riaffermiamo il principio di studiare anche in onore dei nostri maestri, in questo caso il rav Raffaele Grassini, che il suo ricordo ci sia di benedizione, esempio luminoso della generazione di rabbanim che ha segnato il nostro percorso di ebrei contemporanei. Riproponiamo un tema forte: “Non tentare di indovinare il futuro e non praticare magia”. Lo facciamo per ricordare a noi stessi di essere i primi artefici, con l’aiuto di Hashem, del nostro futuro e per riaffermare che lo studio, al di là di questa gioiosa occasione, deve essere il nostro appuntamento di ogni giorno con l’identità. Tanti, ancora, gli impegni in calendario. Rafforzare il Collegio rabbinico italiano attraverso una profonda riorganizzazione, mediante l’istituzione di stabili cattedre di insegnamento che permetteranno di seguire al meglio chi studia e la nascita di un polo di formazione settentrionale sull’asse Milano-Torino. Rilanciare il progetto di una politica nazionale per la kasherut, che porti alla tutela della produzione italiana, alla creazione di un ufficio centrale e di un marchio autorevole. Impegni da perseguire con realismo. Senza mai rinunciare ai nostri sogni. Fra i tanti anche il progetto di avviare nuove alleanze sulla kasherut con altre certificazioni religiose. E non solo per cercare nuove opportunità di crescita, ma anche per mettere in comune esperienze e sensibilità diverse nel nome della pace e della convivenza. Forse solo un’utopia destinata a inciampare nella realtà, ma in ogni caso un orizzonte a cui dobbiamo guardare con coraggio, forti di quella solida, preziosa identità che abbiamo preso in consegna dalle generazioni che ci hanno preceduto e che abbiamo la responsabilità di trasmettere con forza e amore a quelle che verranno.

Settimio Pavoncello, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Pagine Ebraiche, gennaio 2013