Qui Torino – Don Cirillo e il nipotino

Un tempo segnato da decisioni drammatiche, l’eroismo di chi scelse di esporre a rischio la propria vita pur di salvarne un’altra. È questo il contesto che fa da sfondo a Don Cirillo e il nipotino (ed. Fusta), volume in cui Giulio Segre racconta l’incredibile vicenda che lo vide protagonista durante il nazifascismo. Accolto da un giovane sacerdote valdostano che lo classifica alla gente di Courmayer come suo nipotino, sopravvive alle persecuzioni ttraversando una vasta gamma di emozioni: paura, angoscia per la sorte dei suoi cari, gratitudine per l’uomo che si è preso cura di lui. Col tempo quelle che dovevano essere testimonianze private destinate esclusivamente ai giovani di casa Segre per lasciar loro una memoria di quei giorni diventano l’asse portante di un libro che, dopo il successo della prima edizione, è prossimamente atteso da una nuova ristampa. A presentare l’opera sono Alberto Cavaglion e Alberto Gedda. Tra gli ospiti che partecipano all’evento Beppe Segre, fratello dell’autore e presidente della Comunità ebraica di Torino. Ricorrente un pensiero di gratitudine per l’eroico parroco di provincia, scomparso nel 1986 all’età di 84 anni. “Don Cirillo Perron – osserva Beppe – mise in pratica il precetto biblico ‘Non assistere inerte al pericolo del tuo compagno’. Senza l’aiuto di Giusti come lui non saremmo in vita. Sia benedetto il suo ricordo”. Singolare e molto apprezzata la scelta dell’autore di corredare graficamente le parole con soldatini di piombo immortalati nei diversi momenti e nelle diverse pose che fanno parte della sua celebre collezione. Nel libro ha voce anche il nipote Tommaso, primo destinatario di queste pagine. “Caro nonno Baffo – scrive – ti ringrazio ancora tanto delle memorie che ci hai trasmesso. Penso possano servire a noi giovani di oggi ad apprezzare di più i nostri tempi, lontani dai bombardamenti e dagli anni di guerra e di carestia, che tu invece da bambino hai subito. Ti penso con affetto, magari questa mia lettera ti ha commosso un pochino, ma io ti vedo che ti lisci i baffoni e mi strizzi l’occhio, come se fossi vicino a te”.

(19 maggio 2013)