Periscopio – Felicità

francesco-lucrezi_nlMi colpì, sulla Newsletter dello scorso 16 agosto, un breve intervento di Laura Salmon, che offriva ai lettori la seguente considerazione: “Uno dei traguardi psicologici più difficili dell’esistenza umana è accettare la priorità della serenità sulla ‘felicità’. Quando s’invecchia pare sempre più chiaro in cosa consista la differenza e quanto vantaggioso sia comprenderlo, ma spiegarlo resta comunque difficile”. E’ una frase molto vera, che pare racchiudere in sé il segreto non solo della serenità, ma anche della felicità. E’ sereno – e, forse, felice – chi sa capire, come recita il Qohelet, che “ogni cosa ha il suo tempo”, e sa cogliere il momento in cui deve terminare l’età della passione, del batticuore, dell’avventura, per lasciare posto al tempo della riflessione, della saggezza, del silenzio. E’ sereno l’uomo saggio, che conosce lo scorrere del tempo, il senso del limite, della caducità, della finitezza. L’uomo che comprende di non essere il centro del creato, ma una creatura tra le altre.
Eppure, diciamo la verità, esiste mai un momento in cui l’uomo può veramente dire addio, per sempre, alla felicità, all’ebbrezza, al sogno? Può esistere una vecchiaia completamente svuotata del profumo, dei colori, della musica della giovinezza?
La Salmon cita anche la seguente frase di Liana Millu: “Esiste una sola serenità, mentre vi possono essere numerose felicità. E anche infelici felicità. Perché la serenità è qualità propria delle cose e dello spirito, cioè dipendente direttamente da noi, mentre la felicità è in dipendenza quasi sempre dagli altri”. Una frase che ricorda il famoso incipit di Anna Karenina: “tutte le famiglie felici si somigliano, mentre le famiglie infelici lo sono ciascuna a modo proprio”.
Diciamo che, forse, l’uomo sereno è colui che sa trovare soprattutto in sé stesso la propria ragion d’essere ed energia vitale. Ma l’uomo che non abbia più bisogno degli altri, e quindi della felicità, probabilmente ha già cessato di vivere, anche se non se ne rende conto.

Francesco Lucrezi, storico

(25 settembre 2013)