Periscopio – Fantapolitica
Il 14 maggio del 2017 Marine Le Pen, leader del Front National, vince il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, e diventa l’ottavo Presidente della Repubblica. Uno dei più importanti Paesi europei diventa così, ufficialmente, istituzionalmente, razzista, e il morbo dilaga poi rapidamente nel resto del Continente. L’inquietante profezia è formulata in un editoriale – pubblicato su Le Monde a fine ottobre, e ripreso dal mensile cartaceo di dicembre di Pagine Ebraiche – di Roger Cukierman, Presidente del CRIF (l’Unione delle Comunità Ebraiche Francesi). Un esercizio di fantapolitica utile a mettere in guardia sui pericoli incombenti, e che mi ha fatto ricordare altri analoghi giochi di fantasia effettuati, sul piano artistico o scientifico, da autori di varia estrazione, tutti impegnati, in diverse forme, nel comune compito di ricordare al lettore quante diverse opzioni possano essere celate nel grembo della storia, rappresentando cosa potrebbe accadere o potrebbe essere accaduto, se le cose andassero o fossero andate in un modo diverso da come sono andate, o da come ci si attenderebbe che dovrebbero andare: che sarebbe accaduto se i Persiani avessero vinto la battaglia di Maratona (E. Meyer), se il filonazista Lindbergh fosse diventato Presidente degli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale (Ph. Roth), se in quella guerra avessero prevalso tedeschi e giapponesi (Ph. Dick, R. Harris), se gli imperi centrali avessero vinto il conflitto del ’14-’18 (G. Morselli), se Costantino avesse perso la battaglia di Ponte Milvio (Renouvier), ecc. ecc.? E come sarebbe il futuro, in un mondo nel quale venissero banditi i libri (Ph. Dick), o in un’Europa definitivamente razzista?
E, avendo ricordato tutte queste pagine di fantapolitica, ho deciso di fantasticare anch’io.
In un vicinissimo futuro, emerge sul web un predicatore carismatico, violento e visionario, che convince l’opinione pubblica che l’origine di tutti i mali risiede nella perversa volontà delle vecchie generazioni di perpetuare e imporre il proprio dominio sulle nuove, attraverso subdoli strumenti coercitivi, di tipo fisico e psicologico, quali la cultura, la scuola, la polizia ecc. L’oppressivo sistema fiscale non sarebbe funzionale ad altro che a mantenere in vita tale sinistro sistema di potere, e a protrarre all’infinito la soggezione dei giovani ai vecchi. In forza di uno straordinario successo popolare, il predicatore – di cui nessuno ha visto il volto, né conosce il nome – impone una riforma radicale riforma costituzionale, in senso totalmente presidenziale, con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e la concentrazione nelle sue mani di tutti i poteri. Nelle successive elezioni presidenziali, stravince lo stesso predicatore, che mantiene fede a tutte le proprie promesse: le tasse vengono abolite, le scuole chiuse, i libri bruciati, lo stato sciolto. La gente, finalmente libera, ebbra di felicità, saccheggia negozi e supermarket, riempiendosi le case di ogni ben di dio, mentre i vecchi politici, professori e giornalisti vengono picchiati o giustiziati.
Esaurite tutte le scorte, però, non c’è più niente da mangiare, e la gente, disperata, cerca il cibo nei rifiuti e nelle discariche, fino a darsi al cannibalismo. Rapidamente si diffonde la convinzione che la colpa di tutto è del predicatore-Presidente, tanto che un’immensa folla assalta il suo palazzo per linciarlo. Ma, entrati nel suo ufficio, si scopre che si trattava di un semplice programma di software. A crearlo, un ragazzino di dieci anni, esperto di informatica, che voleva solo giocare, e rimasto del tutto ignaro delle conseguenze della sua invenzione: concentrato nella sua playstation, non si era accorto di nulla.
Francesco Lucrezi, storico
(25 dicembre 2013)