Le università americane:
no al boicottaggio di Israele

Non accennano a placarsi le polemiche sollevate dalla decisione dell’American Studies Association di aderire al boicottaggio di Israele, e continuano ad arrivare risposte pesanti, e molto chiare. Sono bastate tre righe, pubblicate dall’ufficio del Presidente della Harvard University sul proprio sito il venti dicembre, per eliminare qualsiasi dubbio sulla posizione della prestigiosa università, e di tutti coloro che credono nella libertà e nel valore dell’ingegno umano. “I boicottaggi accademici sono contrari alle libertà accademiche e ai valori necessari alla libera circolazione delle idee, che è la linfa vitale della comunità mondiale degli studiosi. La recente presa di posizione dell’American Studies Association, che si propone di boicottare le università israeliane è una minaccia diretta a questi ideali, ideali che le università e le associazioni di studiosi dovrebbero difendere con tutte le proprie forze.”
Per dire la verità non si tratta della più grande associazione di studiosi americana, ha quasi cinquemila iscritti e la votazione con cui l’American Studies Association ha deciso di appoggiare il boicottaggio si è svolta online. Alla sua chiusura, il 15 dicembre, la proporzione di coloro che hanno votato a favore del boicottaggio era circa doppia di coloro cha hanno votato contro, ben lontano dall’unanimità, ma il valore simbolico della decisione, comunicata ufficialmente il 16 dicembre, è altissimo. Il movimento di boicottaggio, noto come BDS (Boycotts, Divestment and Sanctions), aveva fino ad ora trovato poco appoggio in America, dove solo l’Association for Asian Studies si era espressa in suo favore.
Tra gli studiosi le reazioni sono state immediate e violentissime: “Lo sento quasi come un tradimento in famiglia – ha dichiarato il professor Manuel Trajtenberg – sarebbe comunque gravissimo, ma che succeda in America mi rattrista particolarmente”. Dopo il recente shock dovuto alla notizia che gli istituti di ricerca israeliani rischiavano di perdere centinaia di milioni di euro di investimenti per una scelta dell’unione europea, la realizzazione che il boicottaggio potrebbe prendere piede anche in America, tradizionalmente l’alleato su cui Israele ha sempre potuto contare, è stata particolarmente dolorosa.
Anche l’ambasciatore israeliano in America, Ron Dermer, ha sottolineato che “Piuttosto che appoggiare la libertà accademica e i diritti umani boicottando i paesi dove i professori vengono imprigionati per le loro idee, l’American Studies Association ha scelto di scegliere, per il suo primo boicottaggio, Israele, l’unica democrazia esistente in Medio Oriente, in cui gli accademici sono liberi di dire quello che vogliono, di scrivere quello che vogliono, e di fare ricerca su quello che vogliono”.

a.t. twitter @atrevesmoked

(29 dicembre 2013)