Qui Roma – In memoria del Morè Nello
Ricorre oggi il quindicesimo anniversario dalla scomparsa di rav Nello Yehudà Pavoncello, che tutti chiamavamo Morè Nello. “Non sono un rav – diceva – sono un morè”. Alcuni mesi fa, a Gerusalemme, stavo aspettando un amico in un bar di Rehov Hapalmach. Nell’attesa, mi misi aguardare dei libri usati che una simpatica signora, piuttosto in là con gli anni, aveva ordinatamente appoggiato sugli scalini di una gradinata vicino al bar. Girare per negozi e bancarelle di libri usati è il mio passatempo preferito, in ogni città in cui mi trovi, per cui iniziai a esaminare i libri con molto interesse, commentandoli con mio figlio che mi stava accanto. La signora, sentendo una lingua straniera, ci chiese di dove venissimo, e io le risposi (in ebraico): “Italia, Roma”. Al che lei immediatamente disse: “Nello Pavoncello!”. Rimasi stupito. Che una signora di circa 90 anni, a sentire nominare la città di Roma, mi dicesse il nome e cognome del Morè Nello, era veramente una bella sorpresa. Le chiesi come mai lo conoscesse e mi disse che da giovane bibliotecaria era stata a Roma per visitare la biblioteca del Vaticano, e fu guidata, per l’appunto, dal Morè Nello, “una persona deliziosa e preparata”, che poi molto gentilmente le fece da anfitrione per tutta la città.
Rimasi talmente affascinato da questo episodio che più tardi, come mi aveva invitato a fare, andai a trovare la signora a casa sua, lì vicino, per vedere altri libri che mi potessero interessare, e in effetti ne trovai e acquistai diversi (il catalogo si trova su www.abebooks.it/ems-books-jerusalem/52980459/sf – chi è interessato può chiedermi la sua e-mail personale).
Il Morè Nello ha realmente impersonato l’ebraismo romano della seconda metà del secolo scorso ed è stato la memoria storica degli usi della Comunità ebraica di Roma. Non a caso è stato citato nel recente Convegno sulla tefillà organizzato dal Collegio rabbinico italiano e dall’Assemblea rabbinica italiana, quando discutendo di un certo uso riguardo alle preghiere di rito romano è stata riportata una testimonianza a suo nome.
Yehi zikhronò livrakhà, che il suo ricordo sia di benedizione.
rav Gianfranco Di Segni, Collegio Rabbinico Italiano
(26 giugno 2014)