Qui Roma – Le pellicole più preziose, scene di vita famigliare prima della Shoah

della seta2C’era una volta una scatola che conteneva delle bobine. La famiglia Della Seta la teneva con cura e la portava con sé durante ogni trasloco. “Sapevo che erano vecchi video del matrimonio dei miei nonni. Ma era impossibile vederli. Solo adesso posso affermare con certezza che sono cimeli fondamentali per la storia dell’ebraismo italiano” a parlare Claudio Della Seta, caporedattore del tg5. Come anticipato da Pagine Ebraiche 24 la scorsa settimana, domenica 5 ottobre alle 16.15 presso l’Istituto per il restauro e la conservazione del patrimonio libraio e archivistico (via Milano 76) di Roma verranno presentati per la prima volta i filmati, datati 1923, delle famiglie Di Segni e Della Seta. Ci troviamo di fronte ad un unicum: sono infatti, al momento, le sole riprese che testimoniano la vita ebraica italiana antecedente alla Shoah e probabilmente i primi family movies italiani (questo perché la pellicola usata è quella professionale di 35mm, i video amatoriali apparvero solo negli anni a seguire). “Dopo aver visto per anni le immagini in negativo, grazie alla dott.essa Maria Cristina Misiti dell’ICRCPAL e Mario Musumeci del Centro sperimentale di Cinematografia, mi sono ritrovato faccia a faccia con i miei nonni. Una conquista per tutti; questo è infatti il progetto pilota della nuova iniziativa dell’ICPAL riguardante il restauro cinematografico” spiega Della Seta.
della seta3Si muovono sullo schermo la nonna Iole Campagnano e il nonno Silvio Della Seta che, vestiti da sposi, hanno appena compiuto il grande passo. Sullo sfondo i bisnonni Samuele Della Seta e Giulia Di Segni, che verranno catturati durante la retata del 16 ottobre 1943 e non torneranno più. “I miei nonni riuscirono a salvarsi grazie all’amicizia con i Marinelli, proprietari del famoso negozio di tessuti in Piazza del Viminale, che, numerosissimi, ospitarono nelle diverse case la famiglia” ricorda Claudio Della Seta. Nelle scene del matrimonio spicca anche il bisnonno Giuseppe Campagnano, nonno Beppe, ebreo molto osservante che vent’anni dopo, rifugiato in un convento durante l’occupazione nazista, setacciava le strade di Roma con fare instancabile per portare aiuto ai propri correligionari e per mettere al riparo gli arredi della sinagoga, della quale era il guardarobiere. Ma le immagini non finiscono: scene conviviali e di vacanze, tipiche degli intimi filmini di famiglia: dal mare di Anzio, alla neve fino al ghiotto scambio di pastarelle. Proprio grazie al mare di Anzio si è riusciti ad avere qualche informazione in più. Un giornale dentro la scena ha permesso la ricostruzione: “Era il Messaggero del 1 settembre del 1923 e titolava ‘Le truppe italiane sbarcano a Corfù’, questa è stata l’ennesima conferma del tesoro che scorreva davanti ai nostri occhi”. Claudio Della Seta è entusiasta: “Settimana dopo settimana l’importanza di queste pellicole è cresciuta a dismisura. E, grazie alla collaborazione di tecnici e storici, la mia famiglia continuerà a vivere sullo schermo nella spensieratezza del 1923”. Durante la cerimonia di domenica, le bobine originali verranno consegnate al Centro di documentazione ebraica contemporanea ed è appena stata confermata della presenza di un ambasciatore dello Yad Vashem che riceverà in dono delle copie. Altre copie verranno devolute al futuro Museo della Shoah di Roma e al Museo della Comunità ebraica di Roma. Dopo anni di ricerche, lo Yad Vashem potrà dunque proiettare le immagini anche di ebrei italiani prima della Shoah. “Questo è un documento eccezionale- spiega lo storico Marcello Pezzetti- il sogno di ogni museo. Sono emozionato all’idea di poter vedere la vita ebraica in movimento. Quella vita che verrà spazzata via dalla Shoah. Questo non è un pezzo di storia ebraica, è un pezzo di storia italiana. Una scoperta fondamentale per gli italiani. Il patrimonio di una memoria collettiva”. Si aggiunge la voce di Michele Sarfatti, direttore del Cdec: “La definirei una fondamentale testimonianza di vita piena e ricca. La successione di immagini liete prima della Shoah. L’enorme lavoro fatto è stato possibile grazie alla consapevolezza di Claudio Della Seta di contribuire all’esperienza storica. Consegnare alla memoria pubblica momenti intimi della propria famiglia non recide il legame con essa ma li fa diventare un tassello della storia del mondo”. Unanime poi l’appello agli ebrei italiani: “Aprite i cassetti, i bauli. Rovistate in soffitta e in cantina. Forse apparirà un nuovo tassello per ampliare il mosaico”.

Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked

(3 ottobre 2014)