Informazione – Numero zero
Le prime pagine di Europa Ebraica
Vasta e dalle tante sfaccettature quanti sono i diversi Paesi che la compongono, l’Europa ebraica è la tematica al centro della nuova testata su cui sta lavorando la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con l’European Jewish Found.
Il primo numero, ancora un esperimento, o per usare il gergo degli addetti ai lavori, un numero zero, è attualmente in distribuzione insieme a tutte le edizioni, stampate e elettroniche del numero di novembre di Pagine Ebraiche. Il numero zero di Europa Ebraica, il primo tentativo di dedicare un notiziario specifico al mondo ebraico europeo, ha così avuto il privilegio di andare in stampa e di raggiungere decine di migliaia di lettori, mentre di solito le versioni sperimentali dei giornali ben difficilmente possono raggiungere per motivi di costi la rotativa, in questo caso è stato possibile farlo a costo zero alloggiando la nuova testata all’interno della foliazione ordinaria del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, del giornale di cronache comunitarie Italia Ebraica e del giornale dei bambini DafDaf.
La nuova testata, come anche tutte le altre, ha una sua identità specifica e una grafica nuova, estremamente semplice e rigorosa, ispirata alla tendenza predominante di alcuni giornali quotidiani del Nordeuropa. Grande spazio ai bianchi e alla leggibilità, concentrazione sulla forza di poche immagini ben evidenziate, titolazione energica, massima cura per la semplicità di lettura, a cominciare da un diktat rigoroso per evitare testi troppo lunghi e i giro pagina che rischiano di disorientare i lettori meno sperimentati.
Europa Ebraica “nasce come primo esperimento di un progetto comune fra redazione giornalistica UCEI e European Jewish Fund, e offre al lettore la possibilità di riflettere su quale sia il modo migliore di parlare di Europa ebraica”, spiega il direttore della redazione Guido Vitale. Per questo la testata aspira a rendere conto di alcuni tra gli aspetti che caratterizzano la vita ebraica nel Vecchio continente: le sue istituzioni, la sfida di tenere alti i valori di democrazia e Memoria, il complesso rapporto con Israele e la preoccupazione di riuscire a difendere le sue ragioni, il dovere di contrastare una nuova ondata di antisemitismo, ma anche il ruolo fondamentale di garante di valori e cultura che la minoranza ebraica continua a ricoprire.
E addentrandosi nei contenuti di questo numero zero di Europa Ebraica è già possibile ritrovare tutti questi spunti di riflessione.
La prima pagina è dedicata alla valorizzazione e alla conservazione dei beni culturali ebraici, un tema che allo European Jewish Fund sta notevolmente a cuore, come dimostra l’iniziativa del Beit Project, in corso quest’anno in Spagna e da esso finanziato. Il progetto pone la sua enfasi nella salvaguardia e nell’utilizzo di luoghi che si trovano negli spazi pubblici di molte città europee, sotto gli occhi di tutti, ma che rimangono completamente ignoti ad abitanti e turisti come siti ebraici. In primo piano inoltre la lunga storia della Haggadah di Sarajevo, prezioso codice miniato trecentesco sfuggito alla cacciata degli ebrei dalla Spagna, all’invasione nazista e al lungo e feroce assedio alla capitale bosniaca dei primi anni Novanta, ora travolto dal fallimento del Museo nazionale di Sarajevo e dalla drammatica crisi che sta devastando le istituzioni culturali del Paese. Entrando nel cuore del giornale è poi possibile andare alla scoperta di due importanti appuntamenti internazionali che caratterizzeranno il mese di novembre. Si terrà a Milano tra il 21 e il 23 del mese il quinto Meeting of Presidents organizzato dallo European Council of Jewish Communities dalla American Jewish Joint Distribution Committee, che riunirà nel capoluogo lombardo i leader di tutte le Comunità ebraiche europee per tre giorni di dibattito e di confronto, con l’occasione di creare una rete di conoscenze e supporto reciproco. Di particolare interesse il sondaggio Young European Online Survey a cura del JDC International Centre for Community Development in collaborazione con l’ECJC, che analizza la mobilità all’interno dell’Unione Europea dei giovani ebrei e verrà presentato durante il Meeting. A Berlino si terrà invece la OSCE Conference on Anti-Semitism, che riunirà il 12 e 13 novembre nella capitale tedesca rappresentanti governativi e leader politici dei 57 stati membri della Organization for Security and Co-operation in Europe oltre che più di 150 rappresentanti della società civile per un confronto sulle sfide della lotta all’antisemitismo a dieci anni dall’ultima conferenza e dalla Dichiarazione di Berlino che ne fu l’esito. Dulcis in fundo la storia di Moishe House, l’organizzazione internazionale che offre abitazioni a giovani ebrei con un format innovativo di coinvolgimento nella vita comunitaria, e di Jeremy Borovitz, direttore culturale dell’organizzazione, che ha intrapreso un lungo viaggio in Russia allo scopo di costruire Sukkot nelle Moishe House del paese. Appuntamento, dopo aver messo a punto i tanti interrogativi che accompagnano le nuove esperienze, ai prossimi numeri di Europa Ebraica, per nuove storie e nuove sfide.
Francesca Matalon
(3 novembre 2014)