Qui Milano – Guardare Israele da sinistra
La sinistra italiana, nel suo complesso, deve aprire un nuovo capitolo nei suoi rapporti con Israele. Superare una visione del conflitto tra israeliani e palestinesi schiacciata sull’idea che i primi rappresentino, in un ipotetico film western, i cowboy cattivi e i secondi gli indiani buoni. Riallacciarsi alle radici comuni e prendere spunto da Israele su alcune questioni, ad esempio sul rispetto dei diritti civili per le coppie di fatto. Questi alcuni dei temi dibattuti ieri a Milano nel corso della presentazione al teatro Franco Parenti del libro di Fabio Nicolucci, Sinistra e Israele (Salerno editore). Un momento di riflessione organizzato dal responsabile Cultura del Pd di Milano e Provincia Daniel Nahum, a cui hanno partecipato – oltre all’autore – l’ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon e il sottosegretario alle Riforme Costituzionali Ivan Scalfarotto. A moderare l’incontro Marta Ottaviani, giornalista de La Stampa e Avvenire. In apertura, invece, i saluti della direttrice del Parenti Andrée Ruth Shammah e Stefano Jesurum, consigliere della Comunità ebraica di Milano e in rappresentanza del gruppo Sinistra per Israele, a cui si sono affiancati quelli di Alessandro Alfieri, segretario Pd Lombardia e di Pietro Bussolati, segretario PD di Milano.
Nel corso della serata, l’ambasciatore Gilon ha ricordato la tragica scomparsa di Yitzhak Rabin, assassinato il 4 novembre del 1995 e a cui Nicolucci ha voluto dedicare il suo libro. “Un uomo che si dedicò a difendere Israele e al contempo a lottare per la pace”, ha sottolineato l’ambasciatore, che aveva conosciuto Rabin personalmente essendo entrando nel suo entourage politico poco prima del suo assassinio. Gilon ha poi ripercorso la storia di Israele, ricordando i tanti legami che la sinistra italiana può ritrovare nel paese dei kibbutzim e in cui il socialismo giocò un ruolo importante. Legami del passato ma anche del presente, afferma il sottosegretario Scalfarotto, il quale ha ricordato quanto Israele sia all’avanguardia rispetto alla tutela dei diritti civili delle minoranze. “Da omosessuale – ha affermato Scalfarotto – so di poter andare a Tel Aviv liberamente e non è una cosa scontata”. “Dobbiamo guardare a Israele come un luogo di sintesi con il Medio Oriente, e non come una trincea dell’Occidente”, ha poi commentato il sottosegretario, sostenendo, in merito al conflitto con i palestinesi “ da entrambe le parti c’è chi cerca di ostacolare la pace e costoro devono essere superati”.
Criticare Israele è possibile come è possibile farlo per qualsiasi altro stato, ha affermato Daniele Nahum ma bisogna tenere a mente che “è l’unica democrazia del Medio Oriente”. Non solo, secondo Nahum, è un esempio positivo per l’Italia nei richiamati diritti civili per le coppie di fatto o come modello di integrazione di culture differenti o ancora come possibilità economica per i giovani. Nahum ha poi ribadito la necessità di eliminare dal dibattito pubblico l’idea che il sionismo sia qualcosa di negativo, o addirittura un insulto. “La sinistra italiana dovrebbe iniziare a dirsi al contempo filoisraeliana, sionista e filopalestinese”, spiegava Nahum. Una sintesi su cui è d’accordo l’autore del libro Sinistra e Israele, Nicolucci che ha ricordato come dietro l’antisionismo si nasconda il nuovo antisemitismo e come non si possa parteggiare per l’oscurantismo propugnato dagli islamisti di Hamas. Un movimento che nega i valori stessi per cui la sinistra ha sempre combattuto, ha sottolineato Nicolucci.
Daniel Reichel
(4 novembre 2014)