Napoli e rav Piperno
Rav Umberto Piperno a Napoli. “La Comunità ebraica di Napoli ha una nuova guida spirituale: è Umberto Piperno il nuovo rabbino capo di via Cappella Vecchia, la storica sinagoga a due passi da piazza dei Martiri”, scrive Giuseppe Crimaldi sul Mattino di Napoli che, assieme al Corriere del Mezzogiorno e Repubblica, racconta la visita di lunedì di rav Piperno alla Comunità partenopea, alla presenza del presidente della Comunità Pierluigi Campagnano, accompagnato dal vicepresidente Sandro Temin e dall’assessore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Crimaldi ricorda il predecessore di rav Piperno, rav Scialom Bahbout – ora rabbino capo di Venezia – sottolineando come questi abbia lasciato “un’impronta indelebile in Campania come nel resto delle regioni meridionali”.
La gabbia notturna di Protestantesimo. “Niente economisti, politici, giornalisti: Protestantesimo è il regno dei teologi” spiega Elisabetta Ambrosi sul Fatto Quotidiano, raccontando la rubrica curata dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, realizzata in convenzione con la Rai, e attualmente diretta da Marco Davite. Una rubrica “di rabbini, che raccontano come nell’ebraismo non si possa mai istituire un procedimento senza testimoni – descrive la giornalista – di medici, come l’oncologo a cui si chiede se sia giusto dire sempre la verità a un malato grave o terminale, di psicoanalisti, come la junghiana Giovanna Gay, che spiega il potere liberatorio della verità in terapia”. Il programma, afferma la giornalista, “cerca di rompere la malsana idea, diffusa soprattutto in Italia, che l’etica sia monopolio del cattolicesimo” e poi si chiede con rammarico perché venga mandato in onda “neanche in seconda, in terza serata, nonostante l’ascolto di voci di altre religioni”. “Chi potrò liberare Protestantesimo dalla sua gabbia notturna? – la chiosa di Ambrosi – Forse, solo papa Francesco”.
Palestina Stato osservatore della Corte Penale Internazionale. Ieri è arrivato il sì dell’Onu al riconoscimento della Palestina come stato osservatore della Corte Penale Internazionale. La decisione, accolta come un successo dall’Autorità nazionale palestinese, è stata presa nel corso della riunione annuale dei 122 Paesi membri. “Una delle ipotesi circolate è che l’Anp voglia portare Israele davanti alla Cpi per crimini di guerra. Ma non è chiaro se potrà farlo, poiché l’organo giudiziario del tribunale non li ha riconosciuti come Stato” (Il Giornale).
Israele verso le elezioni. Le notizie arrivate dall’Onu non hanno fatto piacere ai vertici politici israeliani e altrettanto indigesta l’accusa arrivata da Amnesty International contro l’esercito israeliano, che l’organizzazione sostiene abbia “commesso crimini di guerra durante l’operazione ‘Margine protettivo ‘della scorsa estate a Gaza” (Il Fatto Quotidiano). Il rapporto di Amnesty è stato definito come infondato da Israele che intanto si prepara alle elezioni del prossimo 17 marzo: L’ostacolo maggiore a un quarto mandato di Benjamin Netanyahu, scrive l’Osservatore Romano, viene dalla possibile formazione di un blocco tra i centristi Yair Lapid e Tzipi Livni al fianco dei laburisti guidati da Isaac Herzog.
Il rapporto shock sui metodi Cia. Abusi sessuali, finte esecuzioni e bugie: brutalità inutili, così l’inchiesta del Senato americano definisce i metodi usati dai servizi segreti della Cia nei suoi interrogatori. Un rapporto che inchioda l’agenzia alle sue responsabilità con il presidente Usa Obama a denunciare che “non siamo stati all’altezza dei nostri valori. E la tortura non ha neanche contribuito a renderci più sicuri contro il terrorismo” (Repubblica). Sia La Stampa che Repubblica danno spazio alle riflessioni sul caso Cia a Michael Walzer, professore emerito di Princeton nonché autore del trattato “Guerre giuste e ingiuste”.
Accoltella ventiduenne israeliano a New York. “Un uomo di colore ha accoltellato uno studente ebreo chassidico in una sinagoga di Brooklyn, ed è stato ucciso dalla polizia. Il ferito, 22 anni, è in condizioni stabili”, la breve dedicata dal Resto del Carlino all’aggressione di ieri notte a un giovane israeliano. Le autorità hanno chiarito che si è trattato di un crimine d’odio e non di terrorismo mentre il sindaco di New York De Blasio ha affermato che le misure di sicurezza saranno rafforzate nei pressi delle istituzioni e comunità ebraiche.
Il ripulisti di Orfini sul Pd romano. Continuano a uscire rivelazioni riguardo all’inchiesta Mafia Capitale e il commissario Pd Matteo Orfini, dalle pagine del Corriere della Sera, fa sapere che è pronto un piano per ripulire il partito (alcuni nomi importanti del Pd romano sono infatti legati all’inchiesta) sin dalle fondamenta. Poi una stoccata alla controparte politica: “II centrodestra non fa nulla, – dice Orfini – nonostante sia il principale protagonista di “Mafia capitale”. La Lega di Salvini a Roma è rappresentata da ex uomini chiave di Alemanno”.
Portugal Telecom, Telecom Italia e l’uomo d’affari franco-israeliano. Uragano Drahi, lo battezza il Foglio, raccontando l’ultima mossa di Patrick Drahi, nome noto della finanza internazionale che in Francia ha recentemente acquistato il quotidiano Libération. A far parlare, l’acquisizione da parte di Drahi, doppio passaporto francese e israeliano, per 7,4 miliardi di euro di Portugal Telecom, di proprietà della “brasiliana Oi, in predicato di unirsi con l’italiana Tim Brasil”, come racconta Repubblica.
Capitale blindata, arrivano gli inglesi. Oggi a Roma arriveranno da Manchester i tifosi del City e le autorità si preparano per evitare eventuali scontri tra tifoseria inglese e italiana. Scontri di cui la Capitale è già stata teatro in passato, come scrive Repubblica, che parla di “Assalti neofascisti e violenza negli stadi” e ricorda l’episodio in cui un gruppo di tifosi della Lazio aggredì alcuni tifosi del Tottenham, squadra notoriamente seguita da molti ebrei londinesi. Secondo le ricostruzioni, l’assalto fu compiuto per motivi antisemiti.
Daniel Reichel
(10 dicembre 2014)