Qui Torino – Una giornata di riflessione
I numerosi partecipanti all’incontro per la Giornata di riflessione ebraico-cristiana organizzato dalla Comunità ebraica di Torino in collaborazione con la Commissione Diocesana per l’ecumenismo e il dialogo con le altre religioni, con la Commissione Evangelica per l’Ecumenismo e con l’Amicizia ebraico-cristiana, hanno potuto ascoltare al centro sociale gli interventi del rabbino capo Ariel Di Porto su “La nona parola: Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo” e il discorso dell’arcivescovo della città, Cesare Nosiglia, introdotti dal presidente Beppe Segre.
Segre ha ricordato in apertura che non è stata ieri la prima occasione in cui l’arcivescovo “è stato in questa stessa sala a studiare insieme, e a portare parole di amicizia e fraternità” e alla presenza anche dei rappresentanti delle istituzioni organizzatrici Don Andrea Pacini, Eugenia Ferreri e Pastore Francesco Mosca, che hanno rivolto ai partecipanti un breve saluto ha sottolineato che ci sono stati nell’anno passato “momenti comuni di riflessione, in occasioni di solidarietà alle popolazioni, che, in tante parti del mondo, a causa della loro fede sono esiliate, convertite a forza, attaccate e brutalmente uccise”, auspicando che “le religioni possano emergere come strutture di pace e di comprensione reciproca, affinché tutti gli esseri umani si riconoscano come fratelli”. Il tema di quest’anno, l’analisi della Nona Parola, comandamento generalmente tradotto come “Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo” ha in realtà una formulazione è più articolata. Il presidente ha continuato spiegando così che “Il testo originale ebraico in Esodo 20:16 è לֹא־תַעֲנֶה בְרֵעֲךָ עֵד שָׁקֶר (lo-taanèh vereachà ed shàqer): Non risponderai al tuo prossimo [come] testimone falso, mentre in Deuteronomio 5:20 è וְלֹא־תַעֲנֶה בְרֵעֲךָ עֵד שָׁוְא(lo-taanèh vereachà ed shav): Non risponderai al tuo prossimo [come] testimone vuoto”, ovvero “non rendere una testimonianza senza contenuto. Le due formulazioni, così come avviene a proposito del precetto sabbatico, dove una volta è utilizzata la parola Ricorda e una volta la parola Osserva, si integrano e si completano.”
L’arcivescovo Nosiglia ha aperto il suo intervento esprimendo alla comunità ebraica a nome della comunità cattolica della città “la più sincera e piena solidarietà e viva partecipazione al lutto che ha colpito la comunità ebraica di Parigi” e sottolineando come la violenza omicida abbia colpito ancora una volta una comunità ebraica, seminando terrore e morte in nome di un odio fanatico e fondamentalista che imperversa ormai in tanta parte del mondo. In occasione di quello che è anche stato il primo incontro con rav Ariel Di Porto, recentemente insediatosi come nuovo rabbino capo della città, l’arcivescovo ha sottolineato con forza come “Di fronte alle violenze attuate in nome della religione, dobbiamo ribadire che l’autenticità dell’esperienza religiosa, pur declinata in forme diverse, trova nella pace, nella giustizia, nel rispetto della persona umana la sua verifica fondamentale”.
Il rabbino capo della Comunità ha approfondito l’argomento iniziando però con la citazione di un proverbio yiddish, che recita: “Una mezza verità è una bugia intera”. Dopo aver ricordato che i comandamenti contenuti nelle due tavole possono essere letti anche orizzontalmente, e che quindi il nono comandamento può essere accostato al quarto, “Ricorda il giorno del Sabato per santificarlo” e che esiste un parallelismo fra le dieci espressioni attraverso le quali Dio creò il mondo ed i dieci comandamenti, cosicché al nono comandamento corrisponde l’espressione “Facciamo l‟uomo a nostra immagine e somiglianza”, il rav ha spiegato che “il nono comandamento, non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo, riunisce i peccati riferiti all’ambito della parola. In tale comandamento pertanto vengono riuniti tutti i divieti di maldicenza (leshon ha-rà), di pettegolezzo (rekhilut) di far vergognare il prossimo in pubblico (halbanat penè chaverò barabbim).” Ha poi concluso la sua lezione ricordando le Massime dei Padri (1, 18) secondo cui “la verità, assieme alla giustizia e alla pace, è uno dei tre pilastri su cui si regge il mondo, pertanto chi mente è come se sottraesse al mondo un pilastro, e chi persegue la verità sostiene un pilastro del mondo”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(15 gennaio 2015)