Raccontare la verità
“La nona Parola è legata di per sé all’ambito giudiziario e fa riferimento al ruolo del testimone in tribunale. Ma si estende anche alla dimensione sociale sottolineando che l’autenticità e la sincerità sono fondamentali nell’incontro con l’altro”. È quanto afferma il presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana rav Giuseppe Momigliano per introdurre la 19esima Giornata di riflessione ebraico-cristiana, sviluppata oggi nel segno del nono comandamento (l’ottavo secondo il computo cristiano) “Non farai falsa testimonianza” .
Numerosi gli appuntamenti in tutta Italia: a Roma, tra i vari eventi, una conversazione all’Università Pontificia vede oggi protagonisti il rabbino capo Riccardo Di Segni, il rettore della Pontificia Enrico Dal Covolo, l’incaricato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo Marco Gnavi e il docente di Patrologia Innocenzo Gargano. L’incontro si aprirà alle 17.30 e sarà allietato dall’accompagnamento musicale di Progetto Davka.
In occasione della Giornata ha inoltre diffusione un libretto frutto dello sforzo di esponenti di entrambe le comunità religiose. In apertura una riflessione congiunta del rav Momigliano, che è anche rabbino capo della Comunità ebraica di Genova, e del presidente della commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo Mansueto Bianchi. “L’augurio – scrivono i due – è che cristiani ed ebrei possano continuare a riconoscersi reciprocamente come ‘il prossimo’ da accogliere nella verità, da accompagnare nel cammino, da sostenere nell’amore. Un augurio che diventa preghiera comune all’Eterno, fonte di vita e di verità per tutti”.
Il fascicolo, si ricorda, viene dato alle stampe in concomitanza con due appuntamenti particolarmente significativi: uno si è appena concluso, ovvero il convegno che l’ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana ha celebrato a Salerno, nello scorso mese di novembre, riflettendo “sulle prospettive di reincontro tra ebrei e cristiani”; l’altro appuntamento caratterizza invece l’anno 2015 sua interezza, ovvero il 50esimo anniversario della firma del documento conciliare Nostra Aetate, “che il Concilio Vaticano II ha voluto come indicazione di cammino per nuove e positive relazioni tra la Chiesa e il popolo ebraico”.
(15 gennaio 2015)