Torino – La burocrazia non ferma il treno
Già ieri Fabio Levi, curatore della mostra “I mondi di Primo Levi – Una strenua chiarezza” insieme a Peppino Ortoleva, e presidente del centro studi che l’ha promossa, aveva avanzato una richiesta: “Non alziamo i toni, non montiamo polemiche, sarebbe fare torto alla mostra. Sarebbe fare un torto a Primo Levi, e sarebbe fare un torto anche al nostro lavoro. Davvero, il vagone non è la cosa più importante della mostra. È un simbolo importante, non solo visivamente, ma la nostra intenzione non è mai stata di parlare di Auschwitz. Non solo. Dentro la Corte Medievale di Palazzo Madama abbiamo voluto mettere tanto di più, per ricordare, per raccontare, per pensare”.
Più tardi è arrivata la dichiarazione del ministro stesso dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che ha chiarito come il significato simbolico e morale della presenza in piazza Castello del “vagone di Primo” sia superiore a qualsiasi valutazione burocratica.
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(23 gennaio 2015)