Doppio attentato a Copenhagen, nella notte colpita una sinagoga
Nella notte un uomo ha aperto il fuoco nei pressi della sinagoga Krystalgalde, uccidendo un civile e ferendo due poliziotti. La vittima, un giovane ebreo, stava prestando servizio di sicurezza volontario davanti alla sinagoga, al cui interno si stava celebrando un Bar Mitzvah. L’aggressione, come riporta il Corriere della Sera, si è verificata a poche ore dall’attentato al jazz club in cui si stava tenendo un convegno sulla libertà di espressione. Qui un uomo ha aperto il fuoco, esplodendo quaranta colpi, uccidendo un passante, colpito all’esterno dell’edificio, e ferendo tre agenti di guardia. “Maschio, 25-30 anni, circa un metro e 85, corporatura atletica, di aspetto arabo ma con una pelle più chiara del solito, capelli neri lisci”, la descrizione dell’attentatore rilasciata dai testimoni alle autorità. E questa mattina presto la polizia di Copenaghen ha ucciso un uomo che aveva aperto il fuoco contro alcuni agenti. Si sta indagando se si tratti dell’attentatore responsabile di almeno uno dei due attacchi avvenuti nella capitale danese.
Copenaghen come Parigi. Un attacco come quello di Charlie Hebdo, titolano diversi quotidiani italiani (Fatto Quotidiano, La Stampa, Repubblica) nel ricostruire l’attentato al Krudttøenden, il locale di Copenaghen dove si stava svolgendo un dibattito su Islam e libertà di espressione dedicato proprio alla rivista satirica francese. Bersaglio del terrorista era probabilmente Lars Vilks (sul Mattino un suo ritratto), vignettista svedese che aveva disegnato alcune caricature di Maometto in passato. Su La Stampa, Maurizio Molinari, analizza invece il radicamento in Danimarca di gruppi integralisti islamici legati all’Isis, in particolare il gruppo Millatu Ibrahim, considerato il più pericoloso del continente.
Gentiloni minacciato dall’Isis. Mentre il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ribadisce che l’Italia è “in prima linea nella lotta contro il terrorismo” e il nostro paese è pronto a combattere in Libia nel quadro di una missione Onu, la radio del Califfato minaccia il capo della Farnesina: “II ministro degli Esteri dell’Italia crociata reagisce all’avanzata dei mujahiddin in Libia, (l’Italia) ora sarebbe pronta a unirsi alla forza guidata dalle Nazioni atee ( l’Onu ) per combattere lo Stato islamico”, dichiara Radio Mosul, voce dell’Isis (Repubblica). “Giovedì prossimo Gentiloni potrebbe riferire in Parlamento la linea del governo sulla Libia. Tema già all’ordine di vari consigli di Affari Esteri d’Europa dove si è discusso di come rafforzare l’attività dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Mediterraneo, Bernardino Leon, finora senza successo” (Corriere). Il primo ministro Matteo Renzi si dice pronto a guidare un operazione militare in Libia e “chiede il via libera del Palazzo di Vetro innanzitutto a quello che il premier definisce «un mandato diplomatico». Significa prendere la leadership dei negoziati con le diverse tribù e fazioni libiche” (Repubblica). A confermare le intenzioni del governo di intervenire in Libia, anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Sarebbero 5mila i soldati italiani da impiegare contro il terrorismo sul fronte libico (Il Messaggero).
Negazionismo. Sul Sole 24 Ore una riflessione sulla legge approvata mercoledì scorso in tema di contrasto al negazionismo a firma di Carlo Melzi D’Eril e Giulio Enea Vigevani. La posizione espressa nell’articolo è contraria all’introduzione dell’aggravante per coloro che negano la Shoah. “In primo luogo, affidare al diritto, specie a quello penale, il ruolo di custode della verità storica, della versione “ufficiale” del passato, significa consentire un’incursione dei pubblici poteri negli spazi riservati alle scienze e alla ricerca storica – scrivono i due autori -Inoltre, l’introduzione di tale aggravante contrasterebbe con il principio secondo cui in uno Sta to l berale non esistono verità assolute. La verità – relativa, parziale, effimera, convenzionale – deve nascere dalla discussione e non dalla decisione politica o giudiziaria, anche con riguardo alle tragedie della storia”. Susanna Nirenstein, invece, su Repubblica racconta le responsabilità italiane nella Shoah attraverso il nuovo libro dello storico Simon Levis Sullam I carnefici italiani.
Daniel Reichel
(15 febbraio 2015)