Da Gerusalemme all’Italia: cosa cambia dopo il voto

Prima PE aprile 2015 Elezioni in Israele, nella Comunità ebraica di Torino e di Milano. Il numero di aprile di Pagine Ebraiche è attualmente in distribuzione, dopo il frenetico lavoro della redazione e dei preziosi collaboratori, e offre ai suoi lettori notizie ed approfondimenti sul vento di cambiamento che ha portato migliaia di persone alle urne, ridisegnando un nuovo futuro per lo Stato ebraico e nella vita di due delle più grandi comunità ebraiche italiane. Un numero chiuso due giorni dopo le votazioni del Consiglio di Milano eppure ricco di riflessioni e informazioni.
Un mese di grandi arrivi e partenze. Un mese per iniziare nuove letture e ritrovarne di perdute: Pagine Ebraiche di aprile è proiettato verso il futuro. A partire dal bilancio di marzo, un mese contrassegnato da elezioni, urne e schede: dopo una campagna particolarmente animata, il 17 marzo Israele è andato a votare e ha confermato il premier Benjamin Netanyahu facendo guadagnare al suo partito, il Likud, 30 seggi e infliggendo una cocente sconfitta al laburista Buji, per mesi considerato l’homo novus.
Ma la situazione è davvero come sembra? A ragionare con i lettori è il demografo Sergio Della Pergola che pone sul tavolo cinque questioni fondamentali per governare lo Stato di Israele. Per prima cosa le decisioni da adottare rispetto all’Iran e alla Palestina, poi il rapporto con Obama, apparentemente compromesso, il continuo conflitto tra Stato ebraico e Stato democratico, l’unità e le tensioni di politica interna e le disuguaglianze sociali. Le ultime elezioni hanno inoltre messo in luce due personalità chiave: Moshe Kahlon, leader del neo-partito Kulanu che stato è l’ago della bilancia per la formazione della coalizione e Ayman Odeh, l’uomo che ha riunito i diversissimi tre partiti arabi strappando ben 13 seggi.
Tempi di elezioni anche per l’Italia ebraica che ha visto la nuova formazione del Consiglio della Comunità di Milano con un perfetto equilibrio tra le due liste WellCommunity e Lechaim (entrambe hanno guadagnato 8 consiglieri) e l’entrata in scena di Antonella Musatti, che si è presentata da sola ed è stata la seconda più votata dopo Raffaele Besso. Le elezioni raggiungono anche Torino dove il presidente Beppe Segre cede l’incarico a Dario Disegni, sostenuto sia dalla lista Anavim che da Beiachad e che si propone di guidare la comunità nel segno dell’unità. A ridisegnare il proprio Consiglio è infine l’Unione dei Giovani Ebrei d’Italia, la cui neo presidente Talia Bidussa si è già messa a lavoro intervenendo all’Assemblea del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e battendosi contro il pregiudizio anti-israeliano.
Si intitola “Leggere per crescere” il dossier di aprile, che ogni anno Pagine Ebraiche dedica alla letteratura per bambini e ragazzi in occasione della Bologna Childen’s Book Fair, la più importante fiera sulla letteratura per l’infanzia, dove il giornale, insieme a DafDaf, sarà distribuito in tutti i padiglioni. E nel programma della BCBF compaiono diversi incontri organizzati e promossi dalla redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: martedì 31, al Caffè degli Autori, Anna Castagnoli, Nadia Terranova, Paolo Cesari e Luisa Valenti si confronteranno sulla difficoltà di raccontare ai bambini “ciò che non si deve dire”, in una tavola rotonda promossa e coordinata dalla redazione di DafDaf. Nel programma “fuori salone” sono invece inseriti il laboratorio dedicato alla versione per bambini di “Portico d’Ottavia”, la suggestiva storia di un palazzo nel cuore del ghetto di Roma condotto dall’autrice, la storica Anna Foa, e con l’illustratore Matteo Berton, al Museo Ebraico della città, e la mostra su Rutu Modan, che aprirà negli stessi giorni sempre al MEB. Tra le pagine del dossier spunti per tante letture, fra grandi classici e alcune novità: dall’autobiografia di Leo Lionni “Tra i miei mondi” all’intramontabile “I ragazzi della via Pal”, raccontato da Franco Palmieri. Esistono libri per bambini anche piccoli che siano senza immagini? Ebbene sì, e la provocazione è firmata dall’americano B.J. Novak, autore di “The Book with No Pictures”, a riprova del valore della parola, fonte prima di intelligenza e di incanto. Si parla poi di Patrick Modiano, recente premio Nobel per la letteratura autore di “Caterina Certezza” illustrato da Sempé, e non mancano storie dedicate a identità e libertà, per leggere, per crescere.
Le pagine di economia si preparano ad accogliere l’Expo di Milano che aprirà i battenti il 1° maggio, offrendo ai lettori l’intervista a Giuseppe Sala, commissario unico dell’esposizione, che illustra le prossime sfide e le novità sul padiglione Israele.
Lontano da qualche anno dalla scena politica comunitaria torna a parlare Amos Luzzatto, intellettuale, attivista, medico ed indimenticabile voce dell’ebraismo italiano. L’ex presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si racconta a colloquio con il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale e parla di futuro e dialogo. Scrittore eclettico, Luzzatto cura il libro appena uscito “Cultura ed etica ebraica” di Dante Lattes (ed. Bonanno), nato dalla collaborazione con l’associazione Hans Jonas, di cui presentiamo uno stralcio in anteprima.
Ampliando l’orizzonte, tanti sono gli spunti che provengono dal mondo ebraico: dall’ampia intervista a Serge Rozen, neoeletto presidente dell’organo che riunisce le comunità ebraiche del Belgio, al nuovo ministro della Difesa brasiliano Richard Wagner fino all’incontro tra il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia e il sindaco di New York e alla lotta degli argentini per mantenere viva la memoria del magistrato Alberto Nisman, sulla cui morte non è ancora stata fatta chiarezza.
Le pagine di Cultura questo mese si aprono con la Biennale Democrazia di Torino, giunta alla quarta edizione, che è dedicata al tema Passaggi e viene presentata in una intervista al suo presidente Gustavo Zagrebelsky (già presidente della Corte Costituzionale). Ma le occasioni di incontro e arricchimento non finiscono qui: Francesco Bassano ci dà un assaggio del seminario di dolente attualità “Blasfemia, diritti e libertà” organizzato dalla Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII, mentre la città di Perugia si prepara ad accogliere il festival internazionale di giornalismo. Sbarca in laguna l’opera dell’artista israeliano Hanan Kaminski, vincitore del Pulcinella Award nella kermesse veneziana Cartoons on the Bay.
Adachiara Zevi si fa cicerone dentro il Negev Museum of Art presentandoci lo scultore israeliano Dani Karavan, mentre Valeria Termini rilegge il celebre scrittore Joseph Roth da un diverso punto di vista: quello dell’identità ebraica. Paola Pini ci fa immergere poi nell’atmosfera triestina evocata dal film “L’orologio di Monaco”, che ripercorre le strade di Giorgio Pressburger.
Grande spazio anche per le opinioni: Anna Segre commenta le elezioni comunitarie torinesi, Miky Steindler quelle israeliane, Anna Momigliano esprime i propri dubbi dopo la vittoria di Netanyahu, Andrea Yaakov Lattes ci racconta il voto da Israele, Claudio Vercelli ci spiega qualcosa in più sull’oro nero e il suo potere. A riflettere su Italia e diritti è il sociologo Enzo Campelli, mentre a dire che aria tira in Europa troviamo David Bidussa. La conservazione della Memoria fa un tecnologico salto in avanti al Cdec (il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano, come illustra Liliana Picciotto. Aviram Levy racconta quanto c’è di tecnologia israeliana nelle scommesse online e Claudia De Benedetti presenta Anna Portinaro, la regina degli appetitosi biscotti Krumiri. Anselmo Calò ritorna poi sull’eterno conflitto tra Diaspora e Aliyah. Diverse infine le voci dei rabbanim: rav Pierpaolo Pinhas Punturello riflette sul bar mitzvah di sua figlia e sul ruolo delle donne, rav Alberto Moshe Somekh si dedica ai frutti della Terra di Israele, rav Gianfranco Di Segni racconta la povertà di Hillel e il sofer Amedeo Spagnoletto, in occasione dell’imminente festività di Pesach, enumera i modi di dire nati nelle comunità ebraiche italiane.
Consueta conclusione con la pagina di Sport dedicata ai segreti dell’uomo che ha portato la Nba in Israele e finale dal sapore un po’ amaro: la storica fabbrica di azzime Streit’s Matzot di New York dopo anni di onorata carriera chiude i battenti.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(25 marzo 2015)