Qui Milano – Expo, l’attesa è finita

“Con Expo, Milano sarà dal 1 maggio al centro del mondo”, scrive nel suo editoriale su Pagine Ebraiche Ruggero Gabbai, presidente della Commissione consigliare Expo 2015. Saranno infatti milioni i visitatori provenienti da tutto il mondo che nei sei mesi dell’Esposizione universale (Primo maggio – 31 ottobre) si riverseranno nel capoluogo milanese. Un’occasione per la città e per l’Italia di raccontarsi ma anche per riflettere sul nostro domani, grazie al tema scelto per questa edizione di Expo: il diritto al cibo ovvero “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. E del domani, di futuro parla il dossier di questo mese di Pagine Ebraiche dedicato a Expo (per leggerlo, clicca qui), tracciando alcuni spunti di riflessione sulle problematiche dell’alimentazione e sulle sfide, declinate anche in chiave ebraica, riguardo questo tema. Di cibo e di regole ebraiche parla ad esempio Jacqueline Fellus, assessore alla Casherut dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che torna sui progressi del progetto K.it, il marchio di garanzia della certificazione casher promosso dall’UCEI. Della sua esperienza con le regole della casherut e con i sapori di Israele parla invece il celebre chef Carlo Cracco.
La grande attesa, che il prossimo 1 maggio finirà, per molti è quella di poter finalmente visitare il villaggio di Expo, dove sono stati costruiti oltre 140 Padiglioni che rappresentano organizzazioni internazionali ma soprattutto paesi di tutto il mondo, con architetture avveniristiche. Tra questi anche Israele che si candida ad essere uno dei protagonisti dell’Esposizione universale, come spiega nel dossier l’architetto David Knafo, ideatore del Padiglione israeliano. Ogni paese vuole presentare le sue eccellenze, sia dal punto di vista culinario sia dal punto di vista della filosofia alimentare, della produzione del cibo e delle tecniche sostenibili per farlo. E su questi temi Israele ha molto da raccontare e insegnare.
Arriva invece dal passato la storia di un altro dei paesi che parteciperanno ad Expo, la Svizzera: nel dossier infatti si racconta come la piccola democrazia alpina riuscì a rimanere tale durante la Seconda Guerra Mondiale, raggiungendo con uno sforzo nazionale l’indipendenza alimentare. Il tutto grazie alle fondamentali intuizioni di Friedrich Traugott Wahlen, agronomo le cui idee cambiarono i destini di una nazione.
“’Famose du vermishels’, non si sarà detto così, ma il senso era quello: tra gli ebrei francesi del XI secolo gli spaghetti andavano forte”, scrive invece Alessandro Marzo Magno, autore di Il Genio del Gusto (Garzanti), nel raccontare il curioso intreccio tra gli spaghetti e la tradizione ebraica.

(29 aprile 2015)