Qui Roma – Donne, identità, diritti
È un ebraismo vivo che cerca costantemente risposte ai problemi della società quello che emerge dalle parole del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, protagonista nell’ambito del quinto convegno Donne e religioni, dedicato quest’anno al tema “Sottomissione o libero arbitrio? La condizione femminile come indicatore di progresso e crescita culturale e sociale”, organizzato dalla associazione culturale Sound’s good, in collaborazione con la rivista Confronti, e con il patrocinio, tra gli altri, della Camera dei deputati, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dell’Associazione Donne Ebree d’Italia-Wizo.
Dal futuro delle comunità ebraiche d’Europa dopo gli ultimi tragici fatti di sangue all’appello del gran rabbino di Francia Haim Korsia affinché anche gli ebrei italiani “preghino per la patria”, e ancora con un suo approfondimento sul ruolo centrale che la donna ha nella tradizione ebraica, il rav Di Segni – ha osservato il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale – “rappresenta una voce presente e attiva all’interno del dibattito, una voce che affronta i problemi che riguardano la società”.
Molti i temi toccati durante la prima sessione, svoltasi presso la biblioteca della Camera e inaugurata da una introduzione dell’organizzatrice, la professoressa Marisa Patulli Trythall.
Nel primo panel, presieduto dalla filosofa Angela Ales Bello, a confronto la docente di storia del vicino oriente Maria Giovanna Biga, la docente di diritto romano e dell’oriente mediterraneo Cristina Simonetti, la presidente dell’Accademia di Studi Interreligiosi Chiara Ferrero ed Elena Lobina Cocco, del gruppo donne della comunità di base di S. Paolo. Punto di partenza la definizione del giornalista e saggista francese Eric Zemmour: “Spiriti raffinati e delicati da mantenere in condizione secondaria, sottomessa”.
Titolo del secondo panel, presieduto dalla professoressa Patulli Trythall, l’imperativo “Non si deve rinunciare a raccontare storie belle”, che ha visto l’intervento, tra gli altri, dell’antropologa Alessandra Ciattini.
A portare un saluto le deputate Pia Locatelli e Paola Binetti, e Suor Eugenia Bonetti, presidente di Slaves No More e responsabile dell’Ufficio Tratta Donne e Minori dell’USMI.
Il punto di vista giuridico ha avuto grande spazio anche negli interventi di Chiara Ferrero, che ha offerto una panoramica su quanto avveniva in Mesopotamia nell’antichità, e di Lobina Cocco, che si è soffermata sul dibattito in merito alla legalizzazione della prostituzione. Nel mondo antico è stato accompagnato il pubblico anche dalle parole di Maria Giovanna Biga, che ha analizzato il ruolo di mogli, madri e figlie nella società patriarcale siriana e mesopotamica degli ultimi millenni a.e.v. Un confronto interreligioso è stato invece proposto da Chiara Ferrero, che ha focalizzato il suo intervento sul ruolo della donna nell’amministrazione del culto nelle religioni monoteiste, e da Ales Bello, che ha condiviso tra l’altro alcune notazioni sulla storia del femminismo. Non sono poi mancati gli spunti dai punti di vista filosofico e antropologico, grazie ad Alessandra Ciattini che ha descritto il rapporto tra natura e cultura e come esso abbia influenzato la concezione dell’inferiorità della donna. A concludere la mattinata una poesia di Vittoria Colonna, letta e analizzata da Serena Sapegno.
Il convegno andrà avanti nel pomeriggio, con un PRIMO panel intitolato “Solo la sofferenza rende la vita sopportabile” e un secondo “Da oggetto del desiderio a strumento di piacere”, nel corso del quale interverrà fra gli altri anche Ilana Bahbout, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che parlerà di “Identità femminile tra Eva e Lilith”.
Francesca Matalon
(4 giugno 2015)