Al Sisi: “Tra Egitto e Israele c’è la pace,
ora includiamo altri paesi arabi”

Schermata 2015-09-27 alle 14.18.38Risolvere la questione palestinese potrebbe “cambiare il volto della regione e portare un enorme miglioramento della situazione. Sono ottimista e io dico che c’è una grande opportunità”. Da New York, in attesa dell’apertura domani della conferenza annuale dell’Assemblea delle Nazioni Unite, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi parla del futuro del Medio Oriente e dei rapporti con Israele, guardando alla situazione palestinese come possibile chiave per cambiare il volto dell’area. In un’intervista rilasciata nelle scorse ore all’Associated Press, Al Sisi ha auspicato che la quarantennale pace siglata tra l’Egitto e Israele possa essere estesa in futuro anche ad altri paesi arabi. Speranza, quest’ultima, condivisa dal Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha fatto sapere, tramite il suo entourage, di aver apprezzato le parole del presidente egiziano. Netanyahu ha anche rilanciato l’invito al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas di tornare al tavolo dei negoziati. A riguardo, nelle ultime ore sono uscite delle indiscrezioni legate a un presunto intervento degli Stati Uniti per posticipare l’incontro tra Abbas e Netanyahu.
Secondo le dichiarazioni rilasciate al quotidiano Haaretz da fonti palestinesi, il segretario di Stato John Kerry avrebbe chiesto al leader dell’Anp di aspettare prima di riaprire la strada diplomatica con Gerusalemme, almeno fino alla conclusione dell’Assemblea Generale dell’Onu di New York di questa settimana. Lunedì Abbas ha incontrato a Parigi quattro ambasciatori israeliani, nessuno dei quali attualmente in carica, riporta Haaretz. In quest’occasione ha dichiarato di aver espresso il desiderio di incontrare Netanyahu, che nelle scorse settimane aveva rilanciato la possibilità di riaprire i negoziati. Prima però di sedersi al tavolo con il governo israeliano, il leader palestinese avrebbe chiesto consiglio alla Casa Bianca, da cui sarebbe arrivato il messaggio di sospendere ogni iniziativa fino all’incontro delle Nazioni Unite. Una ricostruzione contestata da ufficiali degli Stati Uniti che parlano di distorsioni da parte palestinese per imputare a Washington la scelta di Abbas di non tornare al tavolo con Gerusalemme.
Ieri il leader palestinese ha incontrato il segretario Kerry, che gli avrebbe chiesto di evitare di lanciare l’annunciata “bomba” durante il suo discorso di mercoledì all’Onu. Secondo gli analisti, Abbas potrebbe voler dichiarare pubblicamente la sospensione degli accordi di Oslo.

(27 settembre 2015)