Memoria, una sfida che unisce
“Sentiamo parlare sempre più spesso della crisi dell’Europa. Una crisi che può migliorare solo attraverso iniziative che incentivino la collaborazione tra Paesi. In questo senso, il seminario che si apre oggi ha una forte valenza simbolica”.
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nell’aprire la giornata di formazione per insegnanti “Ripensare la storia dei Lager nazisti. Le politiche di persecuzione, il lavoro forzato, lo sterminio degli ebrei” organizzato da Laura Fontana, responsabile per l’Italia del Mémorial de la Shoah di Parigi e Grazia Di Veroli dell’Associazione nazionale ex deportati dei campi nazisti con il patrocinio di UCEI, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Regione Lazio, Comune di Roma.
“Dobbiamo proseguire lo studio alla scoperta delle caratteristiche del male. La Shoah è stato l’emblema della violazione dei diritti fondamentali, ci sono state persone che senza alcun avvertimento sono state prelevate e ridotte in cenere nel giro di poche ore, ed è stato un evento unico nella storia per la sua programmazione e le modalità adottate. Tuttavia – ha sottolineato il presidente UCEI – ancora oggi ogni giorno ci troviamo di fronte a paesi che violano i diritti fondamentali e persone che si permettono di decidere della vita o la morte di altri esseri umani senza che nessuno abbia il coraggio di intervenire”.
“Il seminario di oggi è quanto mai necessario – spiega la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello – perché incentrato sul futuro e sui giovani ed io sono grata per l’impegno e la sensibilità che i docenti presenti oggi dimostrano. A causa dell’attuale crisi sociale, le nuove generazioni rischiano di cadere negli errori del passato e in contemporanea i Testimoni delle atrocità nazifasciste ci stanno lasciando: proprio per questi motivi dobbiamo raccogliere il testimone e formare senza confini attraverso un’Europa unita”.
“La fondazione che ho l’onore di presiedere ha due ruoli: uno prettamente museale e uno divulgativo-scientifico. Domani alla Casina dei Vallati, sede temporanea del museo, presenteremo la nostra prima iniziativa” spiega il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia. Che poi aggiunge: “Negli anni siamo riusciti a raccogliere un patrimonio importante: abbiamo oltre 7000 libri e un’ampia videoteca e tantissimi oggetti donatici dalle famiglie. L’auspicio è quello di continuare a collaborare con le diverse istituzioni come fratelli maggiori e minori”.
A dare valore alla collaborazione tra Aned e il Memoriale parigino anche Anna Piperno, in rappresentanza del Miur: “Questo evento si accompagna alle iniziative dedicate agli insegnanti e docenti francofoni che il Ministero sta mettendo a punto. È infatti importante che tutte le istituzioni che si impegnano per la Memoria collaborino tra loro senza alcuna competizione: la sinergia di forze renderà tutto ancora più produttivo”.
“Questo seminario – fa eco Carla Di Veroli, responsabile delle politiche della Memoria per il Comune di Roma – sarà sicuramente utile per il viaggio organizzato dal Comune ad Auschwitz, che quest’anno cadrà il 9 novembre”.
Conclude i saluti istituzionali il presidente Aned Maurizio Ascoli: “La giornata di oggi si focalizzerà sullo studio del fenomeno dei lager, un’occasione importante visto il clima oscuro nel quale ci troviamo e gli ultimi episodi di antisemitismo. Il Talmud insegna che quando ci si trova nell’oscurità non bisogna imprecare contro il buio ma accendere la luce. Ecco, voi insegnanti, siete quel lume”.
Il seminario ha visto l’intervento di Dieter Pohl dell’Alpen-Adria Universität di Klagenfurt (“I campi di concentramento e la Shoah”), Laura Fontana (“La politica del lavoro forzato sotto il Terzo Reich”), Grazia Di Veroli (“L’esempio del campo di Mauthausen: Vernichtung durch Arbeit?”), Elisa Guida dell’Università della Tuscia (“L’Italia e i rimpatri. Libertà e indifferenza nella transizione alla democrazia”), moderata da Mario Avagliano.
Le conclusioni verranno affidate a Claudio Vercelli dell’Istituto Salvemini di Torino.
(15 ottobre 2015)