pregiudizio…
Michele Serra, autore di molti bei libri tra cui “Gli Sdraiati “, e della pungente rubrica “L’amaca” su Repubblica del 18 ottobre, torna a rimestare nel conflitto israelo-palestinese, ponendo sullo stesso piano vittime e aggressori e riconducendo a un sedicente fanatismo religioso i motivi di ciò che non è altro che terrorismo antiebraico. Questa volta, per farlo Serra si inerpica, con abborracciata disinvoltura, sui sentieri della storia ebraica, discettando sulla figura biblica di Giuseppe e sulla sua sepoltura. Come se l’inequivocabile evocazione storica del Colosseo, monumento e simbolo della Roma antica, potesse essere destituita, dopo che, dal diciassettesimo secolo, assunse il carattere di luogo sacro in memoria dei molti martiri cristiani ivi condannati al supplizio. Sebbene sia vero che la maggior parte delle vittime ebree degli atti terroristici palestinesi di questi ultimi giorni in Israele, uomini, donne, bambini, indossavano divise militari o un copricapo religioso (la kippà per i maschi e turbanti per le donne), solo perché più facilmente identificabili come bersagli, Serra dovrebbe sapere che lo Stato di Israele è popolato per la sua maggioranza da “laici” e da “miscredenti”, ce ne sono anche tra i cosiddetti “coloni”. Si tratta poi di capire cosa significhi “laicità” (si può essere credenti e laici, come osservanti e non credenti) di cui Serra auspica un’ epidemia salvifica. La storia di Israele è da sempre una storia complessa e la distinzione tra ciò che è “laico” e ciò che è “sacro” , sfugge a quelle convenzionali schematizzazioni preconfezionate evocate surrettiziamente dal nostro graffiante opinionista, in questo caso, un po’ troppo ‘sdraiato’ e spiaggiato sulla sua “amaca” del pregiudizio e del luogo comune.
Roberto Della Rocca, rabbino
(20 ottobre 2015)