Qui Milano – I passi per la convivenza civile
Lavorare per estirpare i fondamentalismi, garantire la sicurezza dei cittadini tutelando d’altra parte le libertà individuali e in particolare quella religiosa. Di questi temi si è discusso al forum “Libertà religiosa: educazione, sicurezza e sviluppo”, organizzato a Palazzo Reale, a Milano, dall’associazione di cultura ebraica Hans Jonas assieme alla Co.re.is. (Comunità Religiosa Islamica) e con il patrocinio del Comune di Milano. Un momento di riflessione a cui hanno partecipato rappresentati del mondo ebraico, cristiano e islamico, per dare un segnale di come la strada per la convivenza civile passi dal dialogo tra le diverse minoranze e rispondere a chi, come i terroristi che hanno colpito Parigi, vuole rompere il tessuto sociale delle democrazie occidentali. “La convivenza, il dialogo e la sicurezza sono elementi fondamentali della nostra vita quotidiana – ha dichiarato in apertura il copresidente della Comunità ebraica di Milano Milano Hasbani, ricordando l’aggressione subita da un iscritto giovedì scorso – Noi non vogliamo vivere blindati e come Comunità abbiamo deciso di guardare avanti senza paura”.
Sul tema dell’intreccio tra laicità e religione si è soffermato invece il segretario generale del European Council of Jewish Communities Simone Mortara, presente in rappresentanza dell’Associazione Hans Jonas: “in una società laica lo sguardo verso le religioni, verso le minoranze, verso l’altro, non deve essere di tolleranza ma di rispetto”. E perché ci sia rispetto è necessario che tutte le parti in gioco siano affidabili, un elemento che secondo Daniele Nahum, responsabile cultura del Pd milanese, non era presente nel dialogo avuto a Milano sulla moschea: “se si invita alla festa di fine ramadan un imam che incita i bambini al martirio, non puoi definirti un interlocutore credibile”, ha sottolineato Nahum, invitando la politica ad agire perché vi sia un confronto sulla questione. Sempre sul fronte della convivenza civile, Nahum ha poi proposto che il Comune di Milano costituisca una commissione per combattere antisemitismo e islamofobia e progetti di educazione diretti alle scuole per conoscere le diverse minoranze presenti nel tessuto cittadino. Tra gli interventi, Yahya Pallavicini del Coreis – che ha diffuso un comunicato in favore della campagna “Not in my name”, ovvero di quella parte del mondo islamico che sta facendo sentire la propria voce contro il fanatismo dell’Isis – che ha sottolineato come “la dimensione dell’occidente dev’essere non solo solidarietà ma di continua costruzione” di una rete capace di superare gli attacchi di chi vuole seminare il terrore.
Tanti i relatori che si sono avvicendati nel corso dell’evento, tra cui Paolo Branca, dell’Università Cattolica, il direttore del Cipmo Janiki Cingoli, Silvio Ferrari, docente dell’Università di Milano e Luca Volontè, di Novae Terrae.
Daniel Reichel
(19 novembre 2015)