Torino Film Festival – Premio Interfedi
La lunga strada per l’integrazione
“Sono davvero contento e onorato da questo premio, dedicato proprio a quei temi con cui ci siamo confrontati durante tutta la durata delle riprese. Non è stato facile, ma era davvero importante per tutti noi che il messaggio potesse essere compreso, e che la storia che abbiamo portato sugli schermi riuscisse a toccare il pubblico”. È con queste parole che alla Casa Valdese di Torino, l’attore francese Karim Leklou ha ricevuto, in rappresentanza del regista Raphael Jacoulot, il “Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità” 2015 per Coup de chaud. Dopo le parole introduttive del presidente della Comunità ebraica Dario Disegni e di Patrizia Mathieu, Presidente del Concistoro della Chiesa Valdese di Torino, è stata consegnata la targa a Karim Leklou, che ha avuto ieri sera il premio come miglior attore dalla giuria composta da Valerio Mastrandrea, Marco Cazzato, Josephine Decker, Jan-Ole Gerster, Corin Hardy, mentre il film ha ricevuto il premio del pubblico.
Il film vincitore, che da tre anni viene scelto da una apposita giuria fra i tantissimi proiettati durante il Torino Film Festival, deve saper essere uno strumento di comunicazione e trasmissione di valori. Istituito per iniziativa della Chiesa Valdese e della Comunità Ebraica di Torino con il patrocinio del Comitato Interfedi della città, che riunisce i rappresentanti delle tante comunità presenti sul territorio, il premio vuole richiamare l’attenzione su pellicole che promuovono il rispetto delle minoranze, il riconoscimento dei loro diritti, l’integrazione e il superamento delle discriminazioni e che al contempo sappiano affermare il valore di laicità, cultura della tolleranza, rispetto dell’autonomia, della libertà e della responsabilità individuali. La giuria del Premio interfedi per la 33esima edizione del Torino Film Festival, composta da Ada Treves, in rappresentanza della Comunità Ebraica, Marco Fraschia per la Chiesa Valdese e dal critico cinematografico Beppe Valperga per Comitato Interfedi, ha attribuito così il premio a Coup de chaud di Raphael Jacoulot perché “con occhio lucido e distaccato racconta le difficoltà di integrazione e la fragilità dei rapporti interpersonali all’interno di una piccola comunità rurale. La storia di un’estate anomala in cui la natura stessa è protagonista e fa emergere tensioni e conflitti in una vicenda dove menzogna, ipocrisia e pregiudizi convergono nella diffidenza verso un diverso, che non può essere altro che vittima o assassino.” Una menzione speciale invece è andata a Flotel Europa, di Vladimir Tomic, “Film importante e meritevole per la sua forza e per come costringe a soffermarsi su cosa sia in realtà – in un particolare contesto ed epoca – la vita di migranti e profughi una volta raggiunto un paese sicuro. L’impossibilità di integrarsi vivendo in una nave ormeggiata e la realtà di una vita trascorsa ad attendere qualcosa che potrebbe non arrivare mai sono i temi di un documentario disperato che è anche sguardo sul passato e percorso di iniziazione”. La parole conclusive, del pastore Paolo Ribet, hanno riportato ancora una volta l’attenzione di tutti sull’importanza dei valori della solidarietà e dell’accoglienza, e sul possibile ruolo del cinema come occasione di dialogo, discussione, riflessione e avvicinamento di culture diverse. Perché in un momento in cui il fondamentalismo religioso desta sempre più preoccupazione e l’intolleranza sembra avanzare ogni occasione di dialogo, discussione, riflessione e avvicinamento di culture diverse è preziosa.
(29 novembre 2015)