“Libertà, il bene più prezioso”

gattegnaAl suo fianco ha voluto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
Per testimoniare il comune impegno a tutela dei valori fondamentali. Per ribadire l’indissolubile legame di amicizia tra istituzioni ebraiche e istituzioni di governo.
“Chi ha paura non è libero” dice il ministro degli Interni Angelino Alfano nel suo nuovo libro, pubblicato da Mondadori. Una testimonianza preziosa, protagonista domani a Roma di una serata condotta da Bruno Vespa cui interverranno, oltre al presidente dell’Unione e al ministro, anche monsignor Rino Fisichella, l’imam Yahya Pallavicini, la giornalista Monica Maggioni. Appuntamento alla Biblioteca Angelica, a partire dalle 18.
“Non esistono luoghi a rischio zero, né all’interno dell’Italia, né purtroppo in altri luoghi del mondo, come dimostra la drammatica cronologia del terrore degli ultimi 15 anni”, ha affermato ieri Alfano nel corso di una visita istituzionale. Tenendo alta la soglia della sicurezza è però fondamentale proseguire nella vita di ogni giorno, senza mutare le proprie abitudini e i propri comportamenti. “Chi ha paura non è libero” lancia un chiaro messaggio in questo senso, efficacemente riassunto nel titolo.
La libertà non è un bene astratto, e neanche una garanzia di per sé. Ma qualcosa che dobbiamo costantemente tutelare e difendere attraverso l’impegno attivo, ricorda Alfano nel libro.
Di conseguenza l’obiettivo comune – sconfiggere il terrore – sempre imporre la necessità oggi come non mai “di una risposta energica, efficace e coesa, di una lotta fianco a fianco perché prevalgano da ultimo le ragioni della libertà e della sicurezza dei nostri popoli”.
libroUna delle ragioni per cui ci troviamo ad affrontare tante difficoltà, sostiene ancora il ministro, è che, per troppo tempo, molte persone in Europa hanno avuto un atteggiamento indifferente.
Eppure dall’11 settembre – viene fatto notare – avremmo dovuto capire che la sicurezza non può più essere garantita in nessun angolo del mondo. E che barriere, muri e frontiere non sono più in grado di proteggerci nel momento in cui nuove minacce, quali il terrorismo, il traffico di esseri umani o la criminalità organizzata, provengono dall’interno della nostra società.
“Il mondo è cambiato. E i cittadini europei – dice il ministro – non possono più permettersi di ignorare quello che succede ai siriani e agli iracheni massacrati dall’IS; ai nigeriani, schiavizzati da Boko Haram; agli eritrei, oppressi nella loro patria; alle minoranze cristiane dislocate in Medio Oriente; ai prigionieri yazidi, che preferiscono suicidarsi piuttosto che essere trattati come carne da macello nella guerra civile”.
Inaccettabili violazioni dei diritti umani che hanno un effetto immediato sulla nostra sicurezza.
È utile protestare contro il terrorismo riempiendo le piazze di Roma, Parigi e Londra. Gli slogan gridati dalla folla sono una risposta spontanea e immediata alle orrende azioni terroristiche. Ma non è sufficiente, ci viene giustamente detto.
“Oggi – esorta Alfano – serve il coraggio di difendere i nostri valori, anche quando il prezzo è la vita; e di reagire alle crisi che colpiscono il Mediterraneo, di prendersi cura con generosità di quelle persone che necessitano di assistenza, di dimostrare responsabilità nel sostenere i ‘moderati’, per aiutarli a sconfiggere l’estremismo violento”.
Da qui l’esigenza di fare rete. Un’esigenza davvero imprescindibile, come testimoniano i colloqui tra i leader mondiali in svolgimento a Parigi.
Sottolinea infatti il ministro: “Tutte le scelte che abbiamo compiuto e quelle che faremo influiranno sull’esito finale. In ballo c’è la libertà, qualcosa che vale quanto la vita stessa; qualcosa per cui giovani, donne, bambini, vecchi e adulti sono pronti a morire, combattendo una guerra contro un megalomane criminale, oppure contro le onde del mar Mediterraneo. Qualcosa che la mia generazione ha avuto in dono da altri, dai padri e dai nonni, che sono morti per potercela dare. L’abbiamo avuta in regalo, non l’abbiamo conquistata. La libertà è come l’aria. Non te ne accorgi quando ce l’hai, non puoi vivere senza. I secoli lo hanno insegnato. Non è colpa nostra: non abbiamo scelto noi il nostro tempo. Come non lo scelsero loro, il secolo delle guerre mondiali. Però furono all’altezza del compito che la Storia mise sulle loro spalle. Oggi tocca a noi. A quelli seduti sulla libertà e sul benessere di un Paese e di un continente resi liberi e ricchi da altri. Saremo all’altezza? Sì, mi gioco tutto”.

a.s twitter @asmulevichmoked

(1 dicembre 2015)