Una luce di libertà e speranza
L’Italia ebraica torna a illuminarsi in occasione di Chanukkah, la festa delle luci e di un’identità da vivere con orgoglio e consapevolezza.
Numerose le accensioni pubbliche, le occasioni di incontro e dialogo con la cittadinanza. Ma non sono mancate anche cerimonie più raccolte e intime.
Da Merano a Napoli, da Genova a Trieste. Migliaia di persone raccolte davanti alla Chanukkiah, il candelabro a otto braccia che rinnova un patto di libertà tra le generazioni.
“Chanukkah è una festa fortemente spirituale, che ci ricorda come possiamo sconfiggere chi vuole cancellare il nome di Dio ma allo stesso tempo che non dobbiamo usarlo per qualcosa che diventi una profanazione”. Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni durante l’accensione della prima candela in piazza Barberini (nell’immagine), dove ogni anno i Chabad Lubavitch allestiscono una grande chanukkiah.
Nel ricordo della lotta contro chi ha cercato di distruggere l’identità ebraica vi è anche, ha affermato l’ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon, “l’orgoglio per l’esistenza oggi di uno Stato ebraico dove vivono sei milioni di ebrei, che rappresenta un successo sotto ogni punto di vista: economico, scientifico, culturale e democratico”.
“La radice ‘hinukh’, educazione, nel nome di questa festa – ha aggiunto la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello – ci ricorda che contro chiunque ci voglia distruggere prevale la nostra luce. Auguro di poter continuare a vivere la nostra millenaria presenza a Roma e in tutto il mondo, dedicando un pensiero alle famiglie delle vittime di Parigi, Marsiglia e Milano, dove spero che il nostro correligionario che è stato aggredito stia accendendo le candele con la sua famiglia”.
Tragedie dell’attualità a cui ha fatto riferimento anche il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. “Abbiamo particolarmente bisogno di luce in questi giorni – ha detto – come auspicio di fratellanza e unione tra i popoli, e dunque di libertà, confermando il ruolo e lo spirito che anima Roma, diventata nei secoli un crocevia di culture in cui è possibile ritrovarsi in una collettività unita e partecipe”. Un valore irrinunciabile anche per la consigliera regionale Maria Teresa Petrangolini,
Il tema dell’educazione al centro anche dell’intervento del rabbino capo di Milano Alfonso Arbib, che ha ricordato come nei testi ebraici si metta in luce l’importanza di educare ciascuno secondo la sua inclinazione. Ma al tempo stesso che questo ci impone di rifiutare categoricamente qualsiasi “educazione all’odio”.
“In un momento in cui siamo testimoni di intolleranza e violenza , siamo qui a festeggiare insieme alla cittadinanza ed è una dimostrazione che crediamo nel dialogo. Insieme celebriamo la festa delle luci sul buio” ha sottolineato Raffaele Besso, copresidente della Comunità milanese insieme a Milo Hasbani.
“Come ha ricordato rav Arbib, in un momento come questo è giusto non cambiare le nostre vite ed è significativo avere un momento di condivisione così bello e gioioso”, ha detto invece il vicepresidente UCEI Roberto Jarach.
Luce in tutta l’Italia Ebraica. Luce in tutte le Comunità territoriali. E luce anche a San Nicandro Garganico, uno dei luoghi simbolo della rinascita di interesse verso l’ebraismo che interessa il Meridione. A condurre la cerimonia il rav Roberto Della Rocca.
(7 luglio 2015)