Dan Uzan, danese dell’anno
“Un eroe della porta accanto”

dan-uzan“Dan Uzan è per noi un’ispirazione”. Con orgoglio il primo ministro Lars Løkke Rasmussen ha commentato il riconoscimento di “Danese dell’anno” conferito alla memoria della guardia volontaria uccisa lo scorso febbraio da un terrorista fuori dalla sinagoga di Copenaghen. “Dan era prima di tutto un eroe genuino, della porta accanto – ha proseguito Rasmussen – si è fatto avanti pur sapendo di mettere a rischio la sua stessa vita”.
Il premio, istituito dal gruppo editoriale Berlingske, è stato consegnato ai suoi genitori e accolto con commozione dalla comunità ebraica locale e dal rabbino capo del paese Jair Melchior: “Dan voleva sempre aiutare tutti – ha detto – era un ragazzo fantastico, davvero fantastico”.
Trentasette anni, il giovane ha perso la vita eroicamente, impedendo l’entrata dell’attentatore nella sinagoga dove si stava celebrando un bar mitzvah. Lo stesso giorno il terrorista, Omar Abdel Hamid El-Hussein, un ventenne danese di origine giordano-palestinese, aveva aperto il fuoco in un caffè dove si stava tenendo un dibattito su Charlie Hebdo e la libertà di stampa. “Dan è stato ucciso mentre proteggeva gli altri, mentre volontariamente sorvegliava una sinagoga. Egli non proteggeva solo le persone dentro, ma anche la libertà di religione. E ha pagato con la sua stessa vita”, si legge nel comunicato del giornale Berlingske.
Ad eleggerlo nella lista dei danesi meritevoli, oltre 25mila lettori del quotidiano e una giuria, che ha determinato il 50% della votazione. Tra i giurati, Tom Jensen, capo-redattore del Berlingske che ha sottolineato come Uzan fosse una vittima innocente e quanto i danesi siano grati per il suo sacrificio. Alto più di due metri, abile giocatore di basket, Dan ha prestato servizio per la comunità ebraica per oltre vent’anni difendendola fino all’ultimo attimo della sua vita. Si legge sul sito internet creato in sua memoria: “Il male non si può sconfiggere con la forza ma può essere superato solo dalla gentilezza e l’umanità. Questa è l’unica speranza per gli uomini e il mondo intero”.

(9 dicembre 2015)