Parigi, l’identikit mancante
Fino a due anni fa passava il tempo a guardare partite di calcio al bar, navigare su Facebook e sognare macchine fiammanti. Poi, nel 2014, si è fatto ritrarre con indosso una bandana dell’Isis. Il terzo uomo che ha compiuto la strage al Bataclan di Parigi è Foued Mohamed Aggad, francese di 23 anni già noto ai servizi segreti. A rivelare l’identità mancante del terrorista, la madre residente in Marocco, che ha ricevuto un messaggio nel quale le si comunicava che il figlio “era morto da martire”. “Anche lui – scrive il Corriere – era stato etichettato dalle autorità con la ‘S’ che indica i soggetti radicalizzati in odore di jihad”. E mentre il commando degli attentatori viene ricomposto, dalla Francia il primo ministro Manuel Valls propone di aprire un centro nel quale confinare i sospetti jihadisti.
Netanyahu: “Mi dissocio dalle parole di Trump”. Mentre il magnate Donald Trump cresce nei sondaggi nella sua corsa per la Casa Bianca e si prepara per partire alla volta di Gerusalemme il prossimo 28 dicembre, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha comunicato “di respingere le sue recenti affermazioni sui musulmani”. Due giorni fa infatti Trump ha dichiarato che l’America dovrebbe chiudere le frontiere agli islamici per arginare il terrorismo, suscitando uno strascico di polemiche. “Lo Stato di Israele – dice Netanyahu – rispetta tutte le religioni” (Il Fatto Quotidiano).
Yossi, lo 007 del Mossad. Sul Fatto Quotidiano un ritratto di Yossi Cohen, 54 anni, nuovo direttore del Mossad. Da oltre 30 anni nei servizi segreti, Cohen è stato consigliere del primo ministro per la Sicurezza nazionale e ha stretto buoni rapporti con l’amministrazione Obama. La sua preoccupazione numero uno? Il piano nucleare iraniano.
Isis come il nazismo. “Dobbiamo battere la paura, reagire. Quelli dell’Isis per certi versi mi ricordano i nazisti, hanno la stessa visione totalitaria”. Così Abdellah Redouane, segretario del Centro islamico culturale d’Italia, al Corriere della sera.
Dice il capo dello Stato Sergio Mattarella al Messaggero: “Non dimentichiamo che il reclutamento, nelle città d’Europa, avviene mediante la predicazione, diretta e soprattutto via web: dobbiamo contrapporre a questa predicazione argomenti e indicazioni che facciano comprendere a giovani che ne sono destinatari quanto sia preferibile vivere nella tolleranza, nel rispetto degli altri, nella convivenza in pace”.
Chanukkah all’Israelitico. Quarta accensione della Chanukkiah all’Ospedale Israelitico di Roma. “La burocrazia è un elemento che sta sopra a tutti noi, ma la volontà è più forte. C’è una procedura in corso. Spero che l’Israelitico possa rinascere presto in modo ancora più qualificato” ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ospite della cerimonia. “In questo momento di crisi dell’ente, la cerimonia assume un significato ancora più particolare. Aspettiamo il miracolo”, le parole attribuite dal Messaggero al rabbino capo Riccardo Di Segni. “Questa è probabilmente la struttura ospedaliera più antica di Roma e ha una sua specificità da preservare”, ha invece osservato la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.
Nogarin: “Non fomentiamo l’antisemitismo”. Il sindaco grillino Filippo Nogarin ha risposto a una lettera del presidente della Comunità ebraica di Livorno Vittorio Mosseri. Nella missiva, Mosseri chiedeva una reazione dopo le affermazioni di un consigliere comunale, Marco Valiani, che ha parlato in pubblico di “giudeomassoneria italica”, e delucidazioni sulla Giornata per la Palestina organizzata in Comune durante la quale sono stati sferrati durissimi attacchi contro Israele. Nella sua risposta Nogarin prende le distanze da Valiani definendo le sue frasi “cariche d’odio e pregiudizio”, ma si dimostra più critico verso la politica israeliana. “Ritengo che discutere, anche aspramente sulla politica estera d’Israele sia ben diverso dal doveroso rispetto dovuto agli ebrei. Accusare questa amministrazione di voler fomentare l’antisemitismo – afferma – è profondamente sbagliato” (Corriere Fiorentino).
Memoria e futuro. Il Corriere Fiorentino parla anche della mostra itinerante “I giovani ricordano la Shoah” realizzata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con l’UCEI. “Fare memoria consiste nell’essere cittadino a pieno titolo” ha commentato il vicesindaco Cristina Giachi di fronte alle opere realizzate dagli studenti delle diverse scuole italiane.
Cantiamo l’inno. Su Repubblica Milano, un lettore si chiede perché durante la cerimonia al Giardino dei Giusti sul Monte Stella, per la dedica di un cippo all’archeologo Khaled al Asaad, sia stata cantata solo la Marsigliese e non l’inno di Mameli. “Non riesco a capacitarmi – si legge – di questa nostra posizione restia ad onorare la nostra patria tanto quanto fa la Francia dove il parlamento intero ha cantato con passione insieme al presidente della Repubblica Hollande La Marsigliese”.
Sapori di Tel Aviv. Sulla Stampa i segreti della shakshuka, le uova cucinate con cipolla, peperoni e pomodori, immancabile piatto della colazione israeliana. A rivendicarne la paternità ebrei tunisini, ma anche marocchini, libici, yemeniti, egiziani e algerini.
La stanza delle meraviglie. “Una collezione unica al mondo”: così la Stampa definisce il piccolo tesoro accumulato da Franco Artom che, in una stanza in via Montenapoleone a Milano, custodisce modelli di treni, auto e persino tute spaziali. Una vita dedita al collezionismo anche durante la guerra, quando acquistava libri ebraici nel mantovano ma della quale preferisce non parlare: “Tralascio le persecuzioni razziali. Una vicenda tragica – dice – va lasciata dove sta”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(10 dicembre 2015)