Spotlight – L’eredità ebraica in Star Wars
Che la forza sia con noi. Oy, vey

star warsArriverà domani nei cinema, per la gioia di milioni di fan pronti ad esaminare ogni singola scena e accumulare innumerevoli teorie,
Star Wars – Il risveglio della forza, il nuovo episodio della saga fantascientifica più celebre e redditizia della storia. E se i gadget fioccano e sono diventati il regalo perfetto per festeggiare l’appena conclusosi Chanukkah 5776 (l’ironica mezuza di Yoda e la kippah personalizzata, in cima), i riferimenti ebraici, anche controversi, non mancano.
Per chi fosse vissuto in un eremo solitario negli ultimi trent’anni, è però necessario fare prima un passo indietro e dare qualche piccolo rudimento sulla trama.
Star Wars-Guerre Stellari, è stato creato negli anni ’70 da George Lucas ed è ambientato nel misterioso Impero Galattico dove vige la feroce dittatura dell’Imperatore Palpatine assistito dall’inquietante allievo Darth Vader, seguace del Lato Oscuro della Forza (per intenderci il tizio con la maschera nera e l’aspetto poco rassicurante), incaricato di reprimere qualsiasi tentativo di resistenza.
Tra le fila della Resistenza, si fa strada la principessa Leila che prima di essere catturata lascia un fondamentale messaggio ai droidi C1-P8 e C3-PO indirizzato a Obi-Wan Kenobi, uno Jedi, ossia uno dei cavalieri che difendono la pace della Repubblica Galattica.
I droidi si imbattono però nel giovane Luke Skywalker e proseguono insieme a lui la ricerca. Appreso che suo padre, a sua volta cavaliere Jedi, è stato ucciso dal perfido Darth Vader (ma avrete delle sorprese), Luke insieme ai suoi compagni ingaggia la propria battaglia contro il male. Seguiranno episodi su episodi e un successo planetario.
Ma cosa c’è di ebraico in tutto questo? I milioni di spettatori fanatici qualche idea ce l’hanno, a cominciare proprio da Darth Vader che sulla sua iconica tuta-armatura ha delle lettere al contrario appiccicate. Lettere che hanno tutta l’aria di essere prese in prestito dall’alfabeto ebraico e che hanno aperto la strada alle più impreviste interpretazioni: se c’è chi dice che non significherebbero assolutamente nulla, altri sostengono che la proposta di traduzione più accreditata sarebbe “Le sue azioni non saranno perdonate fino a quando non lo meriterà”.
Lasciando il Lato Oscuro della Forza, prendiamo poi in esame il vecchio Yoda, il saggio Gran Maestro del Consiglio Jedi, che secondo alcuni sarebbe la re-interpretazione del tipico rabbino che dispensa consigli e insegnamenti. L’Agenzia di stampa ebraica non ha resistito e a questo proposito ha offerto ai suoi lettori un quiz dove mette alla prova offrendo delle citazioni e chiedendo di indovinare quali siano state pronunciate da un maestro del Talmud e quali da Yoda. Chi ha detto per esempio: “Ci troviamo in un luogo oscuro e un poco più di conoscenza illumina il nostro cammino”? Forse Maimonide?
Ebbene no. Yoda.
Non ci si può esimere poi dal tirare fuori una questione controversa e rispolverare il personaggio del mercante Watto, apparso nei primi due episodi della saga. Avido di denaro e giocatore d’azzardo, Watto è accusato di essere stato ricalcato sui tipici stereotipi antisemiti usati nelle raffigurazioni dell’ebreo: ha un cappello nero in testa, una proboscide per naso e una strana barbetta. Il suo accento poi ha tutta l’aria di sembrare yiddish. Tra sostenitori della teoria che vorrebbero avere qualche delucidazione da Lucas e i ferventi oppositori, il verdetto spetta però ai posteri.
Terminiamo questa guida galattica, menzionando la presenza nel cast di alcuni attori di retaggio ebraico. A cominciare dal regista J.J. Abrams che ha dichiarato di sentirsi orgogliosamente ebreo e di portare i suoi figli in sinagoga durante le festività più importanti. “Io? – dice – sono solo uno schmuk (in yiddish, stupido) fortunato”. Il bene trionfa grazie anche a Han Solo, interpretato da Harrison Ford i cui nonni materni, Harry Nidelman and Anna Lifschutz, erano due immigrati ebrei di Minsk e alla Principessa Leila, che è portata sullo schermo da Carrie Fisher, figlia del cantante Eddie Fisher, e che è quindi inevitabilmente anche una Jewish Princess. Senza dimenticare infine che anche la madre di Leila, Padmé Amidala è ebrea. Non ci credete? Chiedetelo alla sua interprete; l’israeliana e americana d’adozione Natalie Portman.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(Nell’immagine, un’interpretazione ‘jewish’ di Star Wars che gioca sulla parola yiddish gvald, che significa forza)

(15 dicembre 2015)