Qui Roma – Di generazione in generazione
Si aprono i bauli, si sfogliano vecchi album e diari per rispettare l’imperativo Zachor, Ricorda.
Torna per il quinto anno, al centro ebraico il Pitigliani, la fortunata iniziativa “Memorie di famiglia” che anche in questa edizione ha visto una partecipazione vivace e numerosa.
Ideato da Giordana Menasci e Anna Orvieto, “Memorie di famiglia” segue il principio ebraico della trasmissione midor ledor, di generazione in generazione: al centro del palcoscenico nipoti e pronipoti, con il microfono alla mano, raccontano al pubblico la testimonianza dei nonni salvatisi durante le persecuzioni nazifasciste. Sono storie di biechi tradimenti ma anche di straordinaria generosità, episodi di giovani che hanno visto con i loro occhi la razzia del 16 ottobre tra le strade del ghetto di Roma e che hanno festeggiato increduli l’arrivo degli alleati e della Brigata Ebraica. Racconti di famiglie che hanno il nome, tra gli altri, di Levi Mortera, Finzi e Bonfiglioli.
A dare il via alle letture, il nuovo presidente del Pitigliani Bruno Sed che ha da poco ereditato la carica di Ugo Limentani, anche lui presente alla mattinata: “Oggi è Tu bishevat – ha esordito Sed – e voglio rievocare il midrash dell’uomo che pianta un albero di carrubo che darà i suoi frutti dopo 70 anni. A chi gli chiede perché proprio il carrubo, spiega che lo fa per i suoi nipoti esattamente come il nonno aveva fatto con lui: questo è un caso esemplare di come l’ebraismo si sostenga sul patto tra le generazioni ed è molto importante ritrovarsi oggi tutti insieme per ricordare e preservare la Memoria trasmessa dai nonni ai nipoti”.
Si sono succedute poi le letture accompagnate dalla chitarra di Emanuele Levi Mortera e inframezzate da momenti musicali curati da Evelina Meghnagi, che ha recuperato testi dei salmi e dei Profeti. Ad orchestrare la mattinata, Nando Tagliacozzo. “Questo è un momento cruciale – ha spiegato Tagliacozzo – nel quale si deciderà il futuro della Memoria. Quello che facciamo ogni anno al Pitigliani costituisce un unicum e riesce a portare nella stessa sala 3 o 4 generazioni unite per tener vivo il ricordo della Shoah”.
r.s. twitter @rsilveramoked
(Nell’immagine, Bruno Sed e Nando Tagliacozzo)
(24 gennaio 2016)