27 gennaio – L’inaugurazione del Memoriale Bologna, la piazza della Memoria
Due blocchi di acciaio alti dieci metri dominano la piazza tra via dei Carracci e il ponte di Via Matteotti. Si fronteggiano imponenti, lasciando una fessura angusta da cui poter passare. Una sensazione di oppressione coglie chi la attraversa così come oppressa fu l’Europa sotto il nazifascismo. Celle vuote e ordinate frazionano i due blocchi ricordando il vuoto doloroso lasciato da chi fu deportato. Da questo 27 gennaio anche Bologna ha il suo Memoriale della Shoah, inaugurato proprio per il Giorno della Memoria di fronte a una folla di persone, testimonianza dell’impegno della città a non dimenticare. “Questo Memoriale è nato dall’impegno congiunto delle istituzioni per far sì che vi sia una Memoria viva”, le parole di Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna che ha promosso il progetto con il supporto, tra gli altri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, del Comune di Bologna, dell’Ordine degli Architetti e delle Ferrovie dello Stato. “Questa installazione così come il Memoriale di Milano sono un monito contro l’indifferenza”, ha dichiarato il vicepresidente dell’UCEI Giulio Disegni, ricordando come “la Memoria deve essere una lezione soprattutto per i più giovani perché siano vigili e attivi contro il pregiudizio”. “La Torah ci esorta a ricordare cosa il malvagio Amalek ha fatto al popolo ebraico: Zakhor, al tishkach, ricorda non dimenticare”, il messaggio di rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna, che ha ribadito come l’imperativo di ricordare sia un impegno ebraico così come di tutta la società civile di fronte alla barbarie della Shoah. E la realizzazione del Memoriale bolognese, progettato dai giovani architetti di Set Architets e messo in piedi in un anno, sono il segno che le istituzioni hanno colto questo compito, hanno ricordato il sindaco di Bologna Virginio Merola così come l’assessore alla cultura regionale Massimo Mezzetti e il vice ministro dell’Economia Luigi Casero. Tutti presenti all’inaugurazione dell’installazione che sorge in uno degli snodi della città, nel quartiere Bolognina, proprio nei pressi della stazione centrale. Un progetto reso possibile, come ha affermato De Paz, dalla collaborazione di enti privati e pubblici, nazionali e internazionali (dal Temple Beth Shalom di Las Vegas, alla Fondazione del Monte, passando per la Regione), a cui il presidente della Comunità ebraica ha voluto rivolgere un sentito ringraziamento. “Questo luogo serve a porsi domande, più che dare risposte, – ha sottolineato ancora De Paz – perché la resistenza a ogni forma di violenza, di odio, di negazionismo si può fare solo con la cultura. Ecco cos’è questa piazza: un luogo di incontro”. “I luoghi fisici possono aiutare a contrastare il negazionismo, l’antisemitismo ma anche a coltivare il seme che serve a combattere tutte le intolleranze”, le parole del ministro consigliere dell’ambasciata di Israele a Roma Rafael Erdreich. Il rappresentante dell’ambasciata così come il vicepresidente UCEI Disegni hanno ricordato come vi siano poi nuove forme di antisemitismo, che si nascondono dietro l’antisionismo, e come nel mondo, nonostante la Shoah, gli ebrei siano ancora colpiti in quanto ebrei. “Dobbiamo dire no ai rigurgiti di antisemitismo e razzismo con l’impegno civico”, ha messo in guardia il sindaco Merola, ponendo l’accento sul ruolo positivo svolto da Bologna in questa direzione. Significativa poi la presenza di due rappresentanti del mondo cattolico e islamico italiano, la guida del Coreis Shaykh ‘Abd al-Wahid Pallavicini e il vicario generale Giovanni Silvagni.
Daniel Reichel
(28 gennaio 2016)