Israele – Gerusalemme, violenza alla porte

Schermata 2016-02-19 alle 13.59.39Ancora violenza e odio a Gerusalemme. E il teatro degli attentati è per l’ennesima volta in questi mesi, la Porta di Damasco. Qui due agenti della polizia di frontiera israeliana sono stati accoltellati e feriti nelle scorse ore da un attentatore palestinese. Il terrorista, un ventenne proveniente dal quartiere di Gerusalemme Est Kafr Aqab, è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco e ucciso. Nello scontro, riportano i medici intervenuti sul luogo, è rimasta lievemente ferita anche una donna palestinese di 50 anni.
L’attentatore, riferiscono i quotidiani locali, aveva dedicato il suo folle gesto a Mohammed al-Qiq, il palestinese che da tre mesi osserva uno sciopero della fame per protestare contro gli arresti amministrativi fatti da Israele. Questa aggressione arriva a distanza di sole 24 ore dall’assassinio di Tuvia Yanai Weissman, ucciso da due terroristi palestinesi di soli 14 anni mentre faceva la spesa insieme alla moglie in un supermercato in Cisgiordania. Il fattore età è uno degli elementi che sta caratterizzando le violenze esplose negli ultimi mesi che fanno parte, secondo la definizione della stampa, dell’intifada dei coltelli. Secondo i dati rilasciati la scorsa settimana dallo Shin Bet, 22 dei terroristi che hanno attaccato civili o forze di sicurezza israeliane da ottobre a oggi erano minori di 16 anni (il 10 per cento degli aggressori); 81 avevano età compresa tra i 16 e i 20 anni (37 per cento); 74 tra i 21 e 25 anni (34 per cento); 17 tra i 20 e i 30 anni e 25 oltre i 30. Ben si comprende dunque come la maggior parte degli attentatori sia giovane o giovanissima. Secondo le valutazioni dell’autorità di difesa israeliana, riporta il quotidiano Yedioth Ahronoth, tra gli elementi che fanno presa tra questi ragazzi palestinesi, l’incitamento contro Israele diffuso sui social network e il desiderio di emulare famigliari o vicini di casa già macchiatisi di attentati. Ma il fattore più importante, rilevano le autorità, è che questa giovane generazione non era ancora nata o comunque era molto piccola durante la seconda intifada e non ne comprende il costo. L’esercito ha sottolineato che molti dei terroristi provengono da famiglie istruite, di classe media. Il fattore economico non sembra dunque incidere sui motivi per cui viene scelta la via della violenza.

d.r.

(19 febbraio 2016)