Venezia e i 500 anni del Ghetto
Questa Storia vale una presa di coscienza

Schermata 2016-03-29 alle 15.10.53“La condizione delicata degli ebrei veneziani è la metafora di un bivio che obbligava a compiere scelte forti e a prendere decisioni ferme ed al tempo stesso aperte al mondo circostante”. È la riflessione di rav Roberto della Rocca ad aprire l’ampio dossier di Pagine Ebraiche dedicato al Cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto di Venezia. Un anniversario che non andrà celebrato come una festa ma servirà “per approfondire una storia secolare che parla la lingua amara della negazione, della sopraffazione e del disprezzo”, come ricorda nel suo editoriale per il giornale dell’ebraismo italiano il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Ed è questo il percorso – ricordare il significato della segregazione – che seguono le diverse riflessioni e gli approfondimenti presenti nello speciale curato da Ada Treves per il numero di marzo di Pagine Ebraiche dal significativo titolo “Questa Storia vale una presa di coscienza”. Un dossier che sarà distribuito nelle prossime ore ai rappresentanti delle istituzioni e ai cittadini che parteciperanno alla prima iniziativa ufficiale per il Cinquecentenario del Ghetto: la messa in scena al Teatro La Fenice della Sinfonia n.1 in re maggiore Titano di Gustav Mahler, eseguita dall’orchestra diretta da Omer Meir Wellber. Evento inaugurale che vede tra i suoi protagonisti una delle voci più autorevoli e conosciute della storiografia moderna, Simon Schama, a cui è stato affidato il compito di raccontare al pubblico il Ghetto, la sua storia e le sue complessità. Un tema guido schamache l’illustre storico ha voluto anticipare al direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, nell’ampia intervista concessa al giornale. Venezia, spiega Schama, è “il punto di svolta, il nostro inizio per comprendere il presente” della realtà ebraica. E per questo proprio dall’istituzione nella città lagunare del primo ghetto d’Europa, racconta a Vitale lo storico, muoverà i passi il secondo e atteso capitolo della sua La storia degli ebrei – In cerca delle parole (Mondadori editore per l’edizione italiana) che attraverserà cinque secoli di vita ebraica per arrivare fino al mondo contemporaneo.
Il Ghetto veneziano ha segnato dunque in modo indelebile la storia ebraica e a spiegarne il motivo, le analisi dell’anglista Dario Calimani ed dello psicoterapeuta Enrico Levis che compaiono all’interno del dossier assieme ai chiarimenti dello storico Gadi Luzzatto Voghera su alcuni degli equivoci che gravitano attorno al concetto di ghetto. Michele Bugliesi, rettore di Ca’ Foscari, racconta invece l’energia intellettuale che, nonostante tutto, riuscì a sprigionarsi da un luogo così piccolo. Ampio spazio poi alle riflessioni del presidente della Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati e del rabbino capo Scialom Bahbout, oltre che del sindaco Luigi Brugnaro e del governatore del Veneto Luca Zaia.
Rispetto all’atteso appuntamento della Fenice, Maria Teresa Milano presenta la straordinaria figura di Schermata 2016-03-29 alle 15.19.17Gustav Mahler, la cui musica riempirà il teatro. Della Venezia del presente e dell’antico ghetto come è oggi parla Živa Kraus, artista originaria di Zagabria, che vive nella città lagunare, dove nel 1979 ha fondato la Ikona Photo Gallery, in cui sono stati esposti e dove hanno insegnato i più grandi fotografi del mondo. Per lei “Il Ghetto è isola nell’isola, città nella città e in più è una memoria completa”. E una guida inusuale quanto affascinante per le vie di Venezia e della sua matrice ebraica la si può trovare anche in Corto Maltese, protagonista degli indimenticabili romanzi dell’artista Hugo Pratt. Di arte parla anche Piera Di Segni, raccontando il progetto “Nuova Haggadah” di Venezia, ideato da Beit Venezia – Casa della Cultura Ebraica, è a cui è dedicato “Artisti in Campo”, uno dei tanti servizi televisivi che Sorgente di Vita ha trasmesso sulla città lagunare.
Lega passato e presente invece la nuova opera dello storico Giacomo Todeschini che offre, come scrive Anna Foa su Pagine Ebraiche, una nuova lettura della storia degli ebrei italiani fra XIV e XVI secolo e delle vicende legate alla realizzazione dei ghetti.

(29 marzo 2016)