Time out – Domande e risposte
Mi sembra illogica e pretestuosa la polemica nei confronti dei candidati sindaco a Roma che non hanno risposto alle domande dei giornalisti di Pagine Ebraiche. In primis perché può capitare che un candidato sindaco insieme al suo staff decidano tempi e modi per parlare con la stampa, poi perché, ancor più grave è la pretesa da parte di Pagine Ebraiche di interpretare un diniego o un silenzio come un atto che merita riflessione da parte dell’elettorato ebraico. Come prassi i candidati sindaci richiedono incontri alla Comunità ebraiche che, ascoltano e nel caso fanno le loro dovute osservazioni sui temi che ritengono meritevoli di attenzione. Spetta al Presidente e al Rabbino di una Comunità questo compito, non ad altri e stupisce che l’editore, sempre attento ai perimetri di competenze in questo caso se ne sia dimenticato. Anzi, dato che a non rispondere sono dei candidati che ancora devono incontrare la Comunità, è stato un atto di rispetto quello di aspettare a parlare prima con la Comunità dei diversi temi che con i giornali. A quanto pare c’è maggiore rispetto dall’esterno che dall’interno.
Daniel Funaro, Consigliere della Comunità ebraica di Roma
Evitiamo le confusioni e stiamo ai fatti. Le istituzioni bene fanno ad agire in totale autonomia e quando lo ritenessero opportuno informeranno il pubblico delle loro attività istituzionali. Ma in un regime democratico non dovrebbe né sorprendere né preoccupare che i giornali, facendo il minimo del proprio dovere, chiedano a chi si candida di spiegare il proprio programma. Ovviamente gli intervistati non hanno alcun obbligo di rispondere, ma il lettore ha il diritto di sapere come sono andate le cose e i giornali hanno l’obbligo di avvertirlo. A tutti, a Roma e a Milano, sono state poste le stesse domande. A Roma alcuni candidati non hanno ancora risposto. Il loro silenzio non può certo essere interpretato come una disattenzione della redazione, che invece ha agito con imparzialità, li ha più volte rispettosamente invitati e continuerà a farlo, consapevole di quanto sia importante offrire a tutti le stesse possibilità di esprimersi.