Il ritorno di Lieberman

Schermata 2016-05-22 alle 11.21.11Biberman è tornato? Ovvero, si è ricostituita la coppia Bibi (Benjamin Netanyahu) – Lieberman (Avigdor), il duo incontratosi nel lontano 1988 e che per diversi anni ha dominato la scena politica israeliana? Il primo passo per la ricostruzione dell’alleanza tra i due è stata la nomina da parte del Premier di Lieberman a ministro della Difesa. In cambio della sedia al governo (e annesso appoggio della coalizione) il leader del partito di ultradestra Israel Beitenu ha promesso di rivedere alcune delle sue posizioni e proposte più estreme tra cui l’idea di introdurre in Israele la pena di morte per i terroristi.
Appoggiato dal grande bacino elettorale di origine russa, Lieberman (nato nell’ex Unione Sovietica) si è costruito da solo la sua carriera politica, passando dal lavoro di guardia del corpo a quello di scafato politico alla guida della sua creatura, Israel Beitenu (Israele casa nostra). Per i suoi elettori, incarna l’uomo forte e piace alla destra più estrema per le sue posizioni radicali sulla questione palestinese e sugli insediamenti: nessuna concessione, Israele deve andare avanti da sola. Lo scontro frontale sembra quasi appassionarlo e più volte ha messo in difficoltà il suo capo coalizione con esternazioni taglienti quando non apertamente violente.
La sua esperienza militare non è paragonabile a quella di Moshe Yaalon, con un passato da Capo di Stato maggiore dell’esercito, e la sua carriera all’interno di Tsahal non è – scrivono i quotidiani israeliani – degna di nota. Il fatto di non essere un “professionista dell’esercito” non è un ostacolo di per sé, anzi può essere una risorsa con l’opportunità di avere qualcuno che pensa “out of the box”, scrive Nahum Barnea di Yedioth Ahronoth. Ma Barnea sottolinea che il problema è la demagogia che Lieberman si porta in dote e un’idea di uso della forza – si vedano le critiche contro i generali di Tsahal durante l’operazione Zuk Eitan a Gaza del 2014 – che va al di là di quella generalmente consentita.