Rivoluzione al governo, Bibi sorprende tutti

Yaalon, Netanyahu, Lieberman - AlsterDopo David Ben-Gurion, il Primo ministro rimasto più a lungo in carica alla guida d’Israele è l’attuale Premier Benjamin Netanyahu. Dieci anni e tre mesi (13 anni e 112 giorni per Ben Gurion). Se Netanyahu dovesse rimanere in carica fino alla scadenza naturale del suo mandato (novembre 2019), supererebbe persino uno dei simboli del Paese, stabilendo un record in un paese caratterizzato da governi instabili e da chiamate alle urne. La longevità politica di Netanyahu, a capo del Likud (partito della destra israeliana), è un dato da tenere in conto, sottolineano gli analisti, alla luce di quanto successo di recente: nessuno si aspettava l’avvicendamento deciso dal Premier al Ministero della Difesa. Nessuno pensava che Moshe Yaalon, considerato a lungo uno stretto alleato di Netanyahu, sarebbe stato sostituito da Avigdor Lieberman, ex braccio destro del Premier poi però uscito dalla coalizione e diventato uno dei più aspri critici del leader del Likud. E invece è arrivato il coup de théâtre: l’ultranazionalista Lieberman, fondatore del partito Israel Beitenu, torna al governo e lo fa dalla porta principale, ottenendo uno dei ministeri più prestigiosi del Paese. In dote porta i suoi sei seggi alla Knesset, rafforzando così la maggioranza che fino ad ora poggiava su un solo voto (la coalizione, senza Lieberman, contava 61 seggi su 120). Se matematicamente la mossa di Netanyahu è comprensibile, molti opinionisti israeliani mettono in luce che la scelta di far entrare Lieberman potrebbe ritorcersi contro di lui. Mettendo addirittura a rischio la sua longevità politica.
Secondo Israel Hayom, quotidiano dalle posizioni vicine al Premier, la riconciliazione con Lieberman è la scelta più coerente: i due si conoscono, sono stati in passato alleati e sono entrambi di destra. Un’apertura a sinistra e l’entrata dei laburisti in una grande coalizione, secondo il giornale, non sarebbe stata una scelta opportuna seppur lo stesso Netanyahu sembrava aver quasi concluso un accordo con il leader del Labour israeliano Isaac Herzog. Troppi i paletti posti da quest’ultimo, la testi del quotidiano che, in un editoriale a firma di Mati Tuchfeld, sostiene che l’avvicendamento alla Difesa non sarebbe stato un tradimento nei confronti di Yaalon: “ha già abbastanza foto con generali e il momento di farne con presidenti e capi di stato”, scrive Tuchfeld, sostenendo quanto proposto da Netanyahu all’ex capo della Difesa, ovvero il ministero degli Esteri.
Chi non ha preso bene – stupendo i suoi stessi colleghi – la mossa del Premier è il corrispondente militare di Arutz 2 Roni Daniel, che, come scrive il direttore del Times of Israel, non è noto per avere un “cuore liberale”. In televisione Daniel ha spesso e volentieri difeso le strategie di Tsahal, discutendo in modo acceso anche con i colleghi del suo stesso canale. Ma alla notizia della scelta di sostituire Yaalon con Lieberman, l’analista di Arutz 2 si è lasciato scappare in diretta un’affermazione che ha stupito lo studio: Israele “non è un posto gradevole dove stare… Non puoi credere a nulla”, l’amaro commento di Daniel, evidentemente deluso dalla sostituzione di Yaalon. “Perché Netanyahu ha scambiato il leale e corretto Yaalon, esperto di strategia militare, per lo sleale, demagogico, e militarmente inesperto Lieberman? – si chiede Horowitz sul Times of Israel – In ultima analisi perché Netanyahu aveva bisogno di allargare la sua instabile coalizione, e Lieberman non avrebbe aderito, se non gli fosse stato garantito il posto alla Difesa”. Ma questa garanzia, scrive Horowitz ma in parte anche Nahum Barnea di Yedioth Ahronoth, rischia di ritorcersi contro Netanyahu: per le due autorevoli firme, Lieberman rischia di spaccare da dentro il partito, analogamente ha quanto sta succedendo ai Repubblicani negli Usa con la vittoria di Donald Trump. Il leader di Israel Beitenu ha infatti più volte criticato l’attuale Premier e mira a prenderne la carica. D’altra parte Netanyahu ha resistito nei suoi lunghi dieci anni da capo di governo a molti attacchi, dimostrando – come nelle elezioni del 2014 dove tutti i sondaggi erano contro di lui – di essere un bravo giocatore di scacchi. Per Barnea, critico feroce del Premier, Netanyahu è ivece paragonabile a un guidatore ubriaco (la citazione in realtà è di Thomas Friedman del New York Times) che guida zigzagando lungo la strada e riesce sempre a uscirne illeso: “non questa volta”, la sentenza di Barnea, secondo cui il leader del Likud si è messo in casa il suo peggior nemico.

Daniel Reichel

(Nell’immagine, a sinistra l’ex ministro della Difesa Moshe Yaalon, in basso al centro il Premier Benjamin Netanyahu, in alto Avigdor Lieberman, successore di Yaalon alla Difesa
– foto di Miriam Aister)