Shir Shishì – Tel Aviv 1935

kaminskiLea Goldberg nasce a Könisberg, Prussia, nel 1911. Durante la prima guerra mondiale la famiglia fugge verso la Russia e il padre viene torturato dai soldati fedeli allo Zar. Un episodio tragico che lascerà il segno sulla biografia e sulla scrittura della poetessa. Lea studierà filosofia e lingue semitiche all’università di Kovno, Berlino e Bonn; guidata dallo studioso Paul Kahle ha scritto una tesi sulla lingua samaritana e alcune lettere battute a macchina su carta trasparente, indirizzato allo studioso, sono custodite ancora oggi alla biblioteca che porta il suo nome, sita all’Università di Torino. Arrivò in Terra di Israele nel ‘35 e fu accolta con entusiasmo dai poeti modernisti e spesso bohémien. Profonda nelle sue poesie, chiara nel linguaggio e lontana da ogni pathos, era anche grande traduttrice e professoressa del primo corso di Letteratura Comparata all’Università Ebraica di Gerusalemme. Secondo il critico Dan Miron, Goldberg è una delle madri fondatrici della poesia israeliana moderna. Tuttavia, come per tanti altri suoi coetanei e colleghi, Natan Alterman, Avraham Halfi, l’amore per la terra rifugio non placcò la profonda nostalgia per la lirica russa dell’Età d’Argento e la raffinata cultura mitteleuropea. Lea è morta di cancro nel 1970, l’anno in cui venne insignita del Premio Israele per la Letteratura.

 
I pennoni sui tetti parevano allora
gli alberi maestri delle caravelle di Colombo:
ogni corvo che si posava in cima
veniva ad annunziare un diverso continente
 
I fagotti da viaggio riempivano le strade
e ogni lingua di luoghi lontani falciava la calura
come lama di un gelido coltello
 
Ricordi d’infanzia, amori abbandonati
stanze lasciate vuote chissà dove:
potrà forse l’aria di questa cittadina
sopportare tutto?
 
Come immagini scurite dentro l’obiettivo
tutto tornava capovolto: terse notti d’inverno
temporali serali di oltre mare
e mattine cupe delle città capitali.
 
Battito di passi dietro le tue spalle
suon di marcia di un esercito straniero,
un’illusione – appena volgi lo sguardo
eccola, flottante nel mare, la cattedrale della tua città

Sarah Kaminski, Università di Torino