Setirot – Cosa serve all’Islam

jesurumIl terrorismo in stile Califfato&Co non dà tregua. Noi cittadini, quasi paralizzati di fronte a tanto orrore, ci interroghiamo. Il più delle volte leggiamo, ascoltiamo – anche in ambienti che ci sono vicini – reazioni alla Trump, alla Salvini, comunque in linea con l’onda populista, xenofoba e razzista che monta in Europa e non solamente in Europa. A chi prende questa china è troppo facile rispondere che le vittime degli attentati sono per lo più musulmani. E che la stragrande maggioranza delle associazioni dei musulmani del mondo occidentale, d’Europa, d’Italia condannano il terrorismo, ne sono lontani, esprimono vicinanza ai loro concittadini e chiedono, in particolare in Italia, una svolta nei rapporti con la società civile e lo Stato di cui sono e si ritengono parte integrante. Leggiamo appelli di imam che chiedono alle musulmane e ai musulmani di mobilitarsi «isolando ogni pur minima forma di radicalismo, di proteggere le giovani generazioni dalle conseguenze di una predicazione di odio e violenza in nome della religione; un cancro che offende e tradisce il messaggio autentico dell’Islam, fede che viviamo e interpretiamo quale via di dialogo e convivenza pacifica, insieme a tutti i nostri concittadini senza alcuna distinzione di credo». Eppure ci sono ancora silenzi, ambiguità, forse paura. Più che mai va invece mostrata decisione, fermezza, risolutezza. Prima di tutto per loro stessi, e poi per noi, perché l’islamofobia cresce e rischia di diventare un pericolo serio per la democrazia. Infine, mettano da parte le loro “competizioni” e si diano una struttura ufficiale, una federazione che però parli con poche, autorevoli voci.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: serve una Rossanda islamica, la dirigente comunista che nel marzo 1978, in pieno sequestro Moro, incitò ad avere il coraggio di dire che per capire il linguaggio e l’ideologia delle Brigate rosse non c’era da andare lontano, che l’uno e l’altra erano quelli del comunismo anni Cinquanta, che le Br non venivano dal nulla, che non erano schegge impazzite bensì una pagina dell’album di famiglia della Sinistra. Fu allora, quando la Sinistra lo isolò, che il terrorismo iniziò a essere sconfitto. L’Islam ha bisogno di questo, di qualcuno che abbia la lucidità intellettuale e la forza di dire che se gli assassini fanno stragi, sgozzano, violentano donne, predicano la guerra santa invocando Allah e il suo Profeta, “giustificando” le loro gesta in nome e per la maggior gloria dell’Islam, ciò non può essere casualità. Devono affermare a voce sempre più alta che non si tratta di un atto di santità, ma di sacrilegio. Attenzione: non devono dissociarsi da alcunché – non ha senso, sarebbe sbagliato –, ma devono ammettere per primi che tra Califfato e Islam qualche legame esiste. Legami distorti, erroneamente interpretati quanto si vuole, però qualcosa che riguarda l’Islam reale c’è. La stragrande maggioranza dei musulmani è tutt’altro che criminale, è esattamente come ognuno di noi, e da loro, dal loro interno, deve scaturire un dibattito pubblico e sofferto che isoli veramente i criminali. Senza lasciare da parte nessun “tema scomodo”, a partire dal terrorismo di Hamas e dal riconoscimento dell’esistenza dello Stato di Israele.

Stefano Jesurum

(16 giugno 2016)